Il Calciastorie
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L’unica volta (a Terni) dei fratelli Maradona in Nazionale

Dicono che sono disordinato. E hanno ragione. Vorrei trovare una giustificazione, magari citando qualche genio del passato anch’egli con la scrivania piena di fogli svolazzanti. Ma alla fine dimostrerei di avere in comune con lui solo il disordine, non il genio...

Parole chiave: Il calciastorie (121), Sport (139), Calcio (135)

Dicono che sono disordinato. E hanno ragione. Vorrei trovare una giustificazione, magari citando qualche genio del passato anch’egli con la scrivania piena di fogli svolazzanti. Ma alla fine dimostrerei di avere in comune con lui solo il disordine, non il genio. Allora non mi resta che spostare l’attenzione su altro, perché c’è sempre chi è messo peggio. Anche una partita di calcio. Italia-Argentina, per esempio, siamo nel 1989. Un’amichevole per raccogliere fondi in favore dell’Associazione Sportivi Disabili dell’Italia e dell’Ospedale dei bambini di Buenos Aires. Si gioca a Terni. O meglio, si giocherebbe, perché siamo a fine maggio e i campionati sono alla volata finale. Gli allenatori delle squadre di club non se la sentono di perdere i propri uomini migliori, rischiando magari un infortunio, e bruciare così il lavoro di un anno. Dire di no, al tempo stesso, rischierebbe di esporsi a una brutta figura. Uno dei primi a metterci la faccia è Giovanni Trapattoni: l’allenatore dell’Inter non dà il via libera ai suoi giocatori. Seguono la Juventus e la Sampdoria di Vialli e Mancini, arrivata in finale di Coppa Italia. Ci troviamo così senza squadra, con un’eccezione: Stefano Tacconi. Il portiere della Juve se n’è altamente fregato delle indicazioni della società ed è volato in Umbria. Prova con un giro di telefonate a raccattare qualche altro atleta, ma persino da Pisa gli dicono di no. Non resta che una soluzione: far giocare la squadra di casa. Ternana-Argentina diventa così una delle partite più disordinate di sempre. Un club di C2 contro la Nazionale campione del mondo. Come se non bastasse, tra i rossoverdi c’è Tacconi mentre i biancazzurri sono senza portiere. Già, perché Nery Pumpido perde la coincidenza del volo Madrid-Roma per il ritardo nella tratta Siviglia-Madrid, e arriva a giocare l’ultima mezz’ora. Nel frattempo, in porta si sono alternati gli attaccanti Gustavo Dezotti (della Lazio) e Jorge Burruchaga (Nantes). Finisce 7-2 per i Campioni del mondo, con Tacconi arrabbiato nero non per il risultato ma per la figuretta fatta dall’Italia davanti a un’iniziativa di beneficenza. Fu una partita storica anche per un altro motivo: per la prima e unica volta, giocarono insieme in Nazionale i tre fratelli Diego, Hugo e Raul (“Lalo”) Maradona. A volte le cose disordinate non riescono così male.

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