Editoriale
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Sarà pur vero ma non ci credo

Abbiamo assistito in questi decenni al crollo delle ideologie, al venir meno di tante certezze che si davano per assodate. Le relazioni sono diventate liquide, anzi si sono vaporizzate... e via filosofeggiando.

Parole chiave: Editoriale (380), Alberto Margoni (64)

Abbiamo assistito in questi decenni al crollo delle ideologie, al venir meno di tante certezze che si davano per assodate. Le relazioni sono diventate liquide, anzi si sono vaporizzate... e via filosofeggiando. Tra i pochi baluardi rimasti, tra le verità eterne (mi limito a quelle laiche condivise da tutti, anche dagli atei) ne rimaneva una, italica e inscalfibile, infinitamente più solida della gabbia nella quale era stato rinchiuso l’orso Papillon. Era quella che proibiva di fare il bagno prima che fossero trascorse almeno tre ore dal pasto. Senza se e senza ma. Che si fosse al mare, al lago o in piscina. Il rischio – diceva l’armata di mamme e nonne ai nipotini imploranti di raggiungere gli amici stranieri che, incuranti del pericolo, sguazzavano in acqua da ore – era legato ad un’eventuale congestione causata dallo shock termico. E così, nell’attesa della fine del lockdown (che negli anni Settanta non si chiamava così), si giocava con le biglie le quali riportavano al loro interno i volti di ciclisti famosi. La pista veniva tracciata... con le terga (letteralmente), trascinando per i piedi il bambino più piccolo. Ed erano grandi sfide, aspettando di potersi finalmente tuffare tra i flutti.
Ora ci viene detto che il pericolo di una congestione postprandiale non ha evidenze scientifiche, non vi sono dettami di Oms o altre organizzazioni che vietino la nuotata dopo il pasto e quindi il diktat imposto ai ragazzi va declassato a uno dei tanti luoghi comuni. L’unico fattore di rischio resta quello di fare il bagno dopo aver consumato alcolici o altre sostanze “che alterano la propria percezione e capacità fisica”, come scrive ilpost.it.
Già me la vedo la lobby delle mamme e delle nonne in rivolta, armate di palette e secchielli, che non hanno più un valido motivo per costringere i piccoli al riposino pomeridiano quale alternativa alle biglie, perché tanto in mare non si sarebbe potuti andare prima delle 4. Certo, meglio comunque consumare un pasto leggero. Quindi prima del tuffo né bollito con la pearà, né abbacchio e nemmeno fritto misto.
Ma siccome la prudenza non è mai troppa, io mi schiero dalla parte di mamme, nonne e zie. Insomma, sarà vero, ma non ci credo. E per evitare il rischio, quest’anno mi terrò lontano dal mare, dal lago e dalla piscina. E magari anche dai rigatoni co ’a pajata.

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