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Prima ascoltare poi comunicare

“Abbiamo bisogno di vocazioni autentiche al servizio della comunicazione”: parole che furono scritte dal direttore del Centro diocesano vocazioni di Palermo come sintesi del Convegno regionale di Acireale 1988...

Parole chiave: Editoriale (381), Comunicazione (7), Luca Passarini (79)
Prima ascoltare poi comunicare

“Abbiamo bisogno di vocazioni autentiche al servizio della comunicazione”: parole che furono scritte dal direttore del Centro diocesano vocazioni di Palermo come sintesi del Convegno regionale di Acireale 1988. Tra gli ambiti di auspicato rinnovamento e rilancio – insieme alla famiglia, alla verginità sponsale, al ministero ordinato e in parallelo al servizio dell’annuncio e missionario – segnalò proprio la comunicazione, che invocò all’insegna della generosità e della perseveranza. Quel prete, don Giuseppe Puglisi, intuì come questo fosse un terreno di sfida, con la forza da una parte delle buone parole e dall’altra dei silenzi omertosi. A trent’anni dal suo martirio, avvenuto il 15 settembre 1993, questo appello a una comunicazione più autentica risuona ancora più intenso. Oggi continuamente invochiamo il diritto di gridare le nostre opinioni – che il più delle volte, come dice il filosofo Silvano Petrosino, non hanno altro che il valore di “chiacchiere da bar” – per poi chiuderci per bene la bocca quando sarebbe necessario dare parola a persone e situazioni che non hanno voce. Facendo mia e allo stesso ampliando leggermente la provocazione di Mauro Ungaro, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), è proprio chi lo fa di professione che può testimoniare e insegnare a tutti che non ci può essere comunicazione autentica se non si parte dall’ascolto e dal desiderio di mettere a confronto più posizioni. Questa è la strada maestra per evitare silenzi assordanti, chiusure ideologiche o parole inutili, spesso frutto dell’ansia di replicare immediatamente a tutto. La storia del nostro settimanale, che ha le sue radici ne Il riposo domenicale fondato da don Alessandro Bussinello nel 1872, dice continuamente il desiderio della Chiesa veronese di essere protagonista nel campo della comunicazione, che è troppe volte superficialmente banalizzato o semplicisticamente criticato a priori. Nel prendere il testimone da don Stefano Origano, non posso che ringraziarlo per il suo prezioso e appassionato servizio in questi anni e riportare il plauso che gli hanno voluto riservare i direttori Fisc del Triveneto, a cui mi ha recentemente presentato e con i quali desidero continuare un cammino comune.

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