Condiscepoli di Agostino
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La Chiesa procede tra persecuzioni e consolazioni

Uno dei libri più significativi della Città di Dio di Agostino è il diciottesimo. Vi mette a confronto le grandi vicende della storia che riguardano le due città...

Parole chiave: Sant'Agostino (175), Aforismi (46)

Uno dei libri più significativi della Città di Dio di Agostino è il diciottesimo. Vi mette a confronto le grandi vicende della storia che riguardano le due città: quella terrena, da Agostino definita del diavolo, e quella celeste. In questo libro si trova persino la cosiddetta profezia della Sibilla cumana sulla venuta del Messia, come pure, interessante, la segnalazione, da lui preferita, della traduzione della Bibbia dei Settanta, il valore dei singoli profeti e la nascita di Gesù sotto Erode. Ad uno sguardo complessivo, Agostino riconosce che la città di Dio è sempre stata soggetta alle persecuzioni. In particolare, Agostino evidenzia il peso delle persecuzioni delle eresie nei confronti del cattolicesimo, perpetrate con ostinazione e caparbietà (Cfr. De civitate Dei 18,51.1), ma precisa che anche queste persecuzioni “giovano ai cattolici veri membri di Cristo, poiché Dio usa per il bene anche i malvagi” (Ivi). Interessante il prosieguo, dove afferma che “il diavolo, principe dell’empia città terrena, sia pure aizzando i propri gregari contro la città di Dio, peregrinante in questo mondo, non ha la possibilità di nuocerle in alcun modo. A lei da Dio è garantita la consolazione” (Ivi). Purtroppo, è costretto a riconoscere Agostino, la città di Dio è perseguitata anche al suo interno, dai cattivi cristiani, cioè dal comportamento dei cristiani malvagi o falsi (Cfr De civitate Dei 18,51.2). Soffermiamo ora l’attenzione sul tratto conclusivo del paragrafo appena citato. Lì è contenuto l’aforisma che sostanzia la presente riflessione. Agostino traccia una sintesi del rapporto tra avversione alla città di Dio da parte della città terrena e la benevolenza mostrata da Dio, e mai venuta a mancare, nei riguardi della sua città. Come a dire, comunque, che persecuzione e benevolenza, cioè interventi di consolazione, propri di una Madre, fanno parte delle dimensioni della città di Dio dentro il travaglio della storia: “Ma in questo mondo, in questi giorni malvagi, non solo dal tempo della presenza di Cristo e dei suoi Apostoli, bensì dallo stesso Abele, che suo fratello da empio uccise come primo giusto, e da allora fino alla fine di questo mondo, nel suo peregrinare terreno tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio la Chiesa avanza nella sua corsa” (Ivi). Ritengo così importante questo aforisma da riproporlo nell’originale di Agostino: “Inter persecutiones mundi et consolationes Dei peregrinando procurrit Ecclesia”. È questa la Chiesa di Cristo, città di Dio sulla terra, che accoglie il buon grano ed è costretta a sopportare la zizzania.

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