Condiscepoli di Agostino
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Gli umili sono la dimora di Dio

Con ogni probabilità, l’argomento sviluppato da Agostino in una sinfonia infinita è l’umiltà, in netta contrapposizione con la superbia. Se ci permettessimo di estrarre da tutte le sue opere...

Parole chiave: Mons. Giuseppe Zenti (309), Vescovo emerito di Verona (21), Aforismi (43), Sant'Agostino (172)

Con ogni probabilità, l’argomento sviluppato da Agostino in una sinfonia infinita è l’umiltà, in netta contrapposizione con la superbia. Se ci permettessimo di estrarre da tutte le sue opere, che nell’insieme occupano una biblioteca, l’uso del termine umiltà e, per contrapposizione, superbia, non ne troveremmo solo decine o centinaia, ma migliaia. Del resto, rivisitando la sua esperienza prima della conversione, è costretto a riconoscere radicata in lui la superbia, che gli impediva di accogliere in sé il Figlio di Dio, fatto umiltà assoluta, sconcertante, nel mistero dell’Incarnazione. Appunto la scoperta dell’umiltà del Figlio di Dio fatto uomo, per grazia di Dio, fece breccia nella sua mente e nel suo cuore. E da allora la conversione altro non fu che la naturale conseguenza. Quante volte nella sua predicazione ha evidenziato nell’umanità di Cristo gli aspetti di fragilità e di nascondimento! E lo ha fatto per educare i fedeli al senso dell’umiltà. In effetti, se, facendosi uomo, il Figlio di Dio ha nascosto la sua gloria di Figlio di Dio, manifestandosi non solo come uomo, magari di un certo prestigio, ma addirittura come un servo, come uno schiavo, per dare la possibilità all’uomo di entrare nella gloria di Dio, a maggior ragione l’uomo non ha alcuna motivazione per gonfiarsi nella superbia, ma ha tutte le ragioni per vivere nell’umiltà. È solo questione di buon senso, cioè di senso della realtà. D’altra parte, osserva Agostino, i limiti stessi che ogni essere umano sperimenta, a cominciare dalla conoscenza, gli fanno aprire gli occhi sulla realtà di se stesso, impedendogli scivolamenti nell’alveo della superbia. A tale riguardo, proprio a conclusione del libro undicesimo delle Confessioni, dopo aver ammirato, stupito, la grandezza insondabile di Dio creatore, non si trattiene dal confidare il suo stupore: “Quanto sei eccelso, o Dio!”. Dio eccelso! E l’uomo, piccola e fragile creatura! Eppure, “gli umili di cuore sono la tua dimora!” (Confessioni 11,31.41: “Et humiles corde sunt domus tua”). Un aforisma di sicura pertinenza con il tempo liturgico che ormai ci sta davanti: la Settimana Santa, che proclama e celebra l’umiltà del Figlio di Dio, fatto uomo, per elevare l’uomo peccatore alla sublimità della gloria del Risorto.

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