Condiscepoli di Agostino
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Benedetto XVI e sant’Agostino

Due papi si sono rivelati dei veri intenditori, studiosi e cultori di sant’Agostino: papa san Paolo VI e, senza alcun’ombra di dubbio, papa Benedetto XVI, di cui conserviamo filiale venerazione....

Parole chiave: Aforismi (58), Sant'Agostino (191)

Due papi si sono rivelati dei veri intenditori, studiosi e cultori di sant’Agostino: papa san Paolo VI e, senza alcun’ombra di dubbio, papa Benedetto XVI, di cui conserviamo filiale venerazione. Per rilevare la sua passione per sant’Agostino potremmo selezionare una serie di aforismi a cui lui stesso ha fatto riferimento nella sua docenza e nel suo magistero. Ne colgo uno particolarmente appropriato, se è vero che, come numerosi commentatori hanno fatto rilevare in questi giorni del suo decesso, si è interamente speso per la Verità. La Verità è la cifra e la chiave interpretativa del suo animus. Ecco Agostino, il quale, nelle sue Confessioni, svela il segreto profondo del senso del suo vivere: “O eterna Verità, Tu sei il mio Dio. A Te sospiro giorno e notte” (O aeterna Veritas. Tu es Deus meus. Tibi suspiro die ac nocte, Confessioni 7,10.16). Per Agostino la Verità non è un puro dato filosofico sui cui contenuti confrontarsi con la varietà degli orientamenti culturali. È essenzialmente una persona, Dio Verità personificata nel suo Verbo divino. Nel Verbo divino riconosce la luce creatrice trascendente che aveva invaso il suo animo, rischiarando le profondità abissali delle tenebre in cui era sommerso: “Entrai in me e vidi sopra la mia mente una luce immutabile. Proprio essa ha fatto me. Chi conosce la verità conosce quella” (Ivi). Da quel momento Agostino si sente raggiunto da una risorsa vitale per il senso del suo vivere: Gesù Cristo Verità, da assimilare, come precisa subito dopo, in un testo di straordinaria efficacia: “Io sono il cibo dei grandi. Cresci e mangerai me. E non tu muterai me in te, come il cibo della tua carne, ma tu sarai mutato in me”. Dunque, la persona di Cristo Verità era per Agostino nutrimento, senza il quale sarebbe vissuto da anoressico sotto il profilo del senso del vivere. Di conseguenza, per l’amore che nutriva nei riguardi dei fedeli che lo venivano ad ascoltare, non perdeva occasione di annunciare Cristo come Verità. Analogamente, possiamo dire di papa Benedetto XVI: con entusiasmo annunciava Cristo Verità, mettendo in guardia da quel relativismo che di fatto sconfessa l’esistenza dell’assolutezza della Verità, in definitiva sconfessa l’identità e la stessa esistenza di Cristo come Verità. Ma, poiché la verità è inscindibile dalla carità, di cui pure Agostino è stato instancabile annunciatore, papa Benedetto XVI, sulla scia di Agostino può esser definito un singolare profeta e testimone della Verità e della Carità, che è Cristo. L’enciclica Caritas in veritate ne è una luminosa e incontestabile documentazione.
† Giuseppe Zenti
Vescovo emerito di Verona

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