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L'invasione che non c'è

Dice il Cestim, il Centro studi immigrazione – osservatorio che ha sede proprio a Verona – che l'invasione non c'è. Attualmente sono 2.343 i richiedenti protezione internazionale ospiti nei Cas (i Centri di accoglienza straordinaria) della nostra provincia. Accolti lì legittimamente, per volontà della Prefettura, che a sua volta risponde al Ministero dell'Interno. Nemmeno nei periodi più caldi hanno mai superato quota 3 ogni mille abitanti. Il loro impatto reale, dice il Cestim, è pressoché ininfluente: anzi, basterebbe che ogni Comune se ne prendesse in carico cinque-sei per risolvere in modo indolore la questione dell'accoglienza, in attesa che la commissione territoriale valuti le richieste di protezione. Invece no: solo due su 98 (Verona e Bosco Chiesanuova) hanno attivato lo Sprar, il sistema di protezione ordinario. Così, alla fine, il quadro locale rispecchia quello nazionale: si resta imbrigliati nell'emergenza, a discapito della strategia e di una programmazione ragionata. La politica s'indigna, invoca la chiusura di porte e porti, rimprovera l'assenza dell'Europa (oggettiva: ma che cambiamenti si possono ottenere limitandosi ai post sui social network?), foraggia polemiche e cerca applausi, in una perenne campagna elettorale.

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