A spasso con il cane - Via con... Vento
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Nelle terre dei cimbri tra contrade, boschi e giassare

Un percorso semplice che si snoda lungo sentieri di facile percorrenza, pur trovandosi ad alta quota, e che offrono panorami mozzafiato. Ma anche un affascinante tuffo nel passato, a riscoprire gli insediamenti degli antichi abitanti delle montagne. Sono questi gli ingredienti che rendono piacevole la passeggiata nelle contrade cimbre intorno a Bosco Chiesanuova.

Parole chiave: A spasso con il cane (84), Silvia Allegri (49), Bosco Chiesanuova (9)

Un percorso semplice che si snoda lungo sentieri di facile percorrenza, pur trovandosi ad alta quota, e che offrono panorami mozzafiato. Ma anche un affascinante tuffo nel passato, a riscoprire gli insediamenti degli antichi abitanti delle montagne. Sono questi gli ingredienti che rendono piacevole la passeggiata nelle contrade cimbre intorno a Bosco Chiesanuova.
Era il 1287 quando il vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala, concesse ad un popolo di coloni provenienti dalla Baviera, i Cimbri, di insediarsi nel territorio montano della Lessinia. E qui giunsero, dapprima nel comune di Roverè e poi in altre zone della montagna, vivendo del loro lavoro di boscaioli e carbonai, e imprimendo al territorio quella fisionomia che oggi conosciamo. Questa zona, pur vicina al paese più abitato e frequentato della Lessinia, consente di immergersi in un’atmosfera raccolta e intima. Passeggiando si potranno conoscere e scoprire le contrade che meglio di tutte hanno mantenuto intatti la struttura e l’architettura tipiche dello stile cimbro e che si riconoscono in particolare per i tetti, con le lastre in pietra, per le porte ad arco e per il susseguirsi di case lungo un unico sentiero, con disposizione a schiera. Siamo a circa 1.100 metri di altezza: consigliabile dunque un abbigliamento adatto agli eventuali sbalzi di temperatura della montagna, ricordando che i sentieri che fiancheggiano boschi e contrade possono anche essere esposti al vento.
Dal centro di Bosco si percorre in discesa la strada asfaltata fino al parcheggio, dove si può lasciare l’auto per proseguire seguendo le indicazioni per Coletta, quando la strada procede fino a trasformarsi poi in una bella sterrata. Nella contrada Coletta si trova oggi una delle due sezioni esterne (l’altra è la Giassàra del Grietz) del Museo civico etnografico “La Lessinia. L’uomo e l’ambiente” di Bosco, situato vicino alla piazza della chiesa in via Spiazzi 4. Il museo è stato istituito nel 1981 per documentare, attraverso l’esposizione di oggetti originali, foto e modelli in scala, la cultura, le tradizioni, le attività delle genti dell’altopiano. Il Baito della Coletta è una costruzione rettangolare utilizzata un tempo per la lavorazione del latte, dove si potranno ammirare la volta a botte e gli utensili originali utilizzati per la produzione del burro e del formaggio.
Si passa poi oltre la contrada Ongar, che ospita oggi un b&b dove si sono mantenuti i caratteri architettonici dell’antico insediamento. Passando di qui, si potranno osservare su un bel cartello di recente realizzazione i diversi percorsi suggeriti, numerati e segnalati con diversi colori, con l’indicazione del dislivello e del tempo di percorrenza. Noi seguiamo il percorso numero 1, che tocca diverse contrade i cui nomi richiamano chiaramente l’origine cimbra degli insediamenti, e che si sviluppa intorno al dosso Scolio.
Quando si costeggia la contrada Tander la vista si apre e si potrà scorgere il profilo del campanile di Erbezzo, circondato da pascoli e boschi, separato da Bosco Chiesanuova dal Vajo dell’Anguilla. Qui si noteranno le case antiche, ormai restaurate, che nel periodo estivo diventano residenza fissa di molti veronesi, che si trasferiscono qui per godere del clima sempre mite e fresco.
Il sentiero si immerge poi in un bellissimo bosco di faggio e abete rosso. Si tratta di una zona poco esposta al sole, e questa caratteristica ha suggerito agli antichi abitanti di sfruttare al meglio l’ombra costante, approfittando delle basse temperature. Si scoprirà così che il percorso che conduce da una contrada a un’altra è costellato di giassàre, costruzioni rotonde di pietra un tempo adibite alla conservazione del ghiaccio, una delle attività economiche più fiorenti della Lessinia. Alcune sono ancora ben conservate, altre sono quasi nascoste e ricoperte di vegetazione.
Continuando a percorrere il sentiero 1, contrassegnato col colore verde, si tocca la contrada Der e si giunge poi alla contrada Lesi, uscendo dal bosco per tornare a immergersi nei prati. Qui si interseca il sentiero europeo E5, che con un itinerario di oltre 600 km collega il lago di Costanza a Venezia, ed è percorso da moltissimi camminatori italiani e stranieri. Capita spesso in questo tratto di incrociare escursionisti armati di zaini e bastoncini per il nordic walking.
Vale la pena ricordare che proprio a cinque minuti a piedi da questa contrada, sul limitare del bosco, si trova l’ingresso dell’Abisso di Lesi. Appena oltre il filo spinato c’è la botola d’ingresso per la grotta, conosciuta e visitata da esperti speleologi. Da contrada Lesi, dove si incrocia la strada asfaltata, si seguono le indicazioni per Bosco per tornare indietro, proseguendo su strada sterrata per evitare il traffico. Si potranno apprezzare in tutti i casi una bella segnaletica, rinnovata e ben tenuta, sentieri puliti e un particolare silenzio, che permette di ritrovare tranquillità e di tuffarsi pienamente nella natura.

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