Una giornata particolare
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La nostra Aeronautica militare che sta per fare i suoi cent’anni

La istituì Mussolini, che poi la impiegò in tutti i suoi conflitti

Parole chiave: Aeronautica militare (1), Anniversario (8)

 “E quando Cecco Beppe faceva l’aviatore...” recitava la versione locale di una filastrocca che concludeva la rima in modo a dir poco triviale: ad alcuni forse è tornata in mente in questi tempi di guerra (e di dibattito sulla no-fly zone) e nelle vicinanze della Giornata nazionale dell’Aeronautica militare (29 marzo).

Il protagonista di questa strofa, costretto a modi poco ortodossi per mettere il carburante nei suoi aerei, era l’imperatore asburgico Francesco Giuseppe (1830-1916), figura controversa e sulla quale pure la storiografia si divide; in questo modo se ne rimarcava il poco amore della gente nelle nostre zone (fu re del Lombardo-Veneto fino al 19 ottobre 1866, quando la nostra regione fu annessa all’Italia) e la debolezza della sua aviazione militare rispetto a quella italiana. Infatti, se i primi voli sono databili 1903, fu il nostro connazionale Giulio Douhet (1869-1930) a teorizzare che il dominio dell’aria sarebbe stato decisivo nei conflitti da lì in poi. A partire dai suoi studi, l’Esercito italiano fu il primo a utilizzare la nuova arma nella guerra in Libia contro i turchi (1909). E allo scoppio della Prima Guerra mondiale, fu proprio il fronte che ci opponeva alle truppe di Francesco Giuseppe quello più segnato dai bombardamenti aerei, che colpirono pure alcune città venete. Nel periodo post-bellico la necessità di ricostruire e di trovare soluzione ai tanti problemi emersi, resero più lunga la strada verso la creazione di una specifica forza armata, come richiesto dagli aviatori e favorito dai successi. Il 29 marzo 1923 venne finalmente istituita la Regia Aeronautica, con l’avvallo di Benito Mussolini, allora presidente del Consiglio e commissario d’aeronautica, che la coinvolse in tutte le guerre del Ventennio fascista; a seguito dell’armistizio dell’8 settembre 1943, questi soldati dei cieli si divisero tra l’Aeronautica co-belligerante (Regno del Sud) e l’Aeronautica nazionale repubblicana (Repubblica sociale italiana). Divenuta ufficialmente Aeronautica militare con la nascita della Repubblica, è stata dotata di una nuova bandiera, in sostituzione di quella con lo scudo sabaudo che era stata consegnata direttamente da Mussolini. Non è cambiata, invece, l’araldica con l’aquila turrita (simbolo dei piloti militari) e i distintivi delle quattro squadriglie che avevano dimostrato abilità, coraggio ed eroismo durante la Prima Guerra mondiale: la X Squadriglia farman (quadrupede chimerico alato con fiaccola), Squadriglia degli assi (grifo rampante), X Squadriglia da bombardamento caproni (quadrifoglio), 87ª Squadriglia aeroplani (leone di San Marco).

È rimasto uguale anche il riferimento al 29 marzo, che l’anno prossimo aprirà ai festeggiamenti del centenario. Storico è anche il motto Virtute siderum tenus (con valore verso le stelle), che oggi apre all’attenzione di questa forza armata verso lo spazio e invita tutti a coltivare e seguire i desideri più veri, che portano ad alzare gli occhi pieni di stupore e non di paura.

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