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Da Mario Tozzi l’altra medaglia della tecnologia

Mario Tozzi
Tecnobarocco
Einaudi
pagg. 192 - 18 euro

Da Mario Tozzi l’altra medaglia della tecnologia

La tecnologia dovrebbe aiutare a migliorare la vita dell’uomo, ma non sempre è così. “Risulta spesso ridondante, complicata, diseducativa, inutile e addirittura dannosa”: parola di Mario Tozzi, ricercatore del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) e conduttore di trasmissioni televisive come Atlantide e La Gaia scienza.
Nel suo ultimo libro, Tecnobarocco, il divulgatore scientifico romano cerca di dimostrare con un ricco calderone di esempi come certa tecnologia sia inutile, faccia perdere tempo e impatti negativamente sulla salute del nostro pianeta. Tozzi battezza questo tipo di tecnologia come “barocca”, sostenendo che ogni ultimo ritrovato tecnologico non è per forza il migliore in assoluto.
Pensate, ad esempio, ai bisogni indotti e all’obsolescenza programmata di certi oggetti di uso quotidiano, dalla lavatrice al computer: gli apparecchi moderni non sono fatti per durare, ma per rompersi dopo un certo tempo, in modo da essere sostituiti da nuovi acquisti. Lampante è pure il caso dei telefoni cellulari: invecchiano in fretta e i modelli più sorpassati, anche se funzionanti, sono fatti per mettere a disagio chi li utilizza ancora.
Che dire, poi, dei materiali? L’uomo ha inventato la plastica: versatile e resistente, ma altamente inquinante se dispersa nell’ambiente. Guarda caso, più del 40 per cento di rifiuti ritrovati nel mar Mediterraneo è costituito da borse per la spesa non biodegradabili. “Ecco l’inganno tecnologico rivelato in tutta la sua portata devastante nel caso delle plastiche: la tecnologia apparentemente ti semplifica la vita, ti tira perfino via dalla povertà e non ci sono conseguenze personali, nell’immediato, da pagare – scrive Tozzi –. Peccato che poi il prezzo lo paghi l’intero pianeta e, in ultima analisi, l’umanità stessa, convinta, però, di aver progredito”. E si possono fare tanti altri esempi rivelatisi insostenibili: dall’amianto ai clorofluorocarburi.
Ma è anche nelle abitudini sociali e nei comportamenti che si manifesta l’influenza della “turbotecnologia”: esemplare è il caso delle previsioni meteorologiche. Oggi abbiamo tantissime informazioni sul luogo esatto in cui si abbatterà il prossimo tornado, ma siamo indifesi in mezzo alla tormenta. Di fronte a certi fenomeni ambientali l’uomo è ancora vulnerabile e non c’è tecnologia che tenga.
A suon di provocazioni, il geologo invita il lettore a riflettere sui pro e i contro di certi strumenti e mezzi di trasporto: denaro contante versus moneta elettronica (che ci porta a spendere di più), disco in vinile contro cd (meno durevole nel tempo), bicicletta raffrontata all’automobile (che utilizza solo il 13 per cento di energia di combustione per muoversi, mentre il resto va disperso nell’ambiente). Vien da chiedersi, a questo punto, se Mario Tozzi sia un nostalgico delle caverne… In realtà no. “Ben venga l’emancipazione di certe scomodità con il bagno in casa, l’acqua corrente al rubinetto, il negozio dove approvvigionarsi, la bicicletta, la nave, il treno, un livello di istruzione garantito per tutti – spiega –. Qui non discutiamo di questo livello basilare, ma di tutto il resto: siete sicuri di aver bisogno di aspirapolveri da 3.000 Watt?”.
Insomma, spesso quando si parla di tecnologia ci si sofferma solo sugli aspetti tecnici e si perdono di vista quelli culturali. Mai come in questi ultimi decenni le innovazioni tecnologiche stanno cambiando rapidamente l’esistenza dell’uomo. Le nuove generazioni, quelle dei “nativi digitali”, cresciuti a pane e smartphone, rischiano di perdersi una fetta di mondo. L’invito di Tozzi è rivolto a loro, ai ragazzi come suo figlio: un appello a non lasciarsi assorbire solo dai videogiochi o dal sapere facile di Wikipedia, ma a sperimentare il piacere di una partita a calciobalilla o della lettura di un libro. Esperienze che costano più tempo e fatica, sono “scomode”, ma a cui è un peccato rinunciare.

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