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La compassione del cuore

Sono numerose le giornate e le ricorrenze che popolano le domeniche dell’anno liturgico. Quasi quasi è un’impresa trovare una domenica “libera”, nella quale non ci sia una intenzione particolare...

Parole chiave: Editoriale (380), Chiesa Cattolica (2), Divina Misericordia (5)

Sono numerose le giornate e le ricorrenze che popolano le domeniche dell’anno liturgico. Quasi quasi è un’impresa trovare una domenica “libera”, nella quale non ci sia una intenzione particolare. Con conseguente assuefazione: ogni festa assomiglia alle altre e si liquida con una intenzione di preghiera durante la Messa.

La prima domenica dopo Pasqua, la Chiesa cattolica celebra la Festa della Divina Misericordia. Questa festa merita invece di essere vissuta perché non intende chiederci una offerta o una particolare sensibilizzazione, ma semplicemente disporci a ricevere un dono, frutto della Pasqua. È stata introdotta da san Giovanni Paolo II nel 2000 come compimento della volontà del Signore Gesù rivelata a santa Faustina Kowalska. La scelta di questa Domenica indica chiaramente che nei piani di Dio esiste uno stretto legame tra il mistero pasquale e questa festa, dedicata a far capire che la misericordia è un aspetto centrale dell’opera salvifica della redenzione.

La Festa della Divina Misericordia, secondo l’intenzione di Gesù, è un giorno di riparazione e di rifugio per tutte le anime e specialmente per quelle dei poveri peccatori. C’è una grazia particolare che Gesù ha legato a questa festa e consiste nella remissione dei peccati e di tutte le pene derivanti. Questa grazia è in grado di ravvivare in noi la fiducia in Gesù che offre il suo amore misericordioso a tutti gli uomini, e in primo luogo ai peccatori. Questa festa ci ricorda che la salvezza di Dio è alla portata di tutti e la pratica di questa virtù ha effetti benefici a livello individuale, ma ancor di più per tutta l’umanità.

In questo tempo così difficile, dove sembra che il male abbia preso il sopravvento, abbiamo bisogno di misericordia. Abbiamo bisogno che il volto del Signore ci guardi, abbia compassione di noi e ci apra gli occhi a vedere solo fratelli e sorelle da amare e perdonare, non nemici da combattere o concorrenti da superare. La parola misericordia deriva da miserere, avere compassione, avere pietà e cor, cuore. È la compassione del cuore. Se dunque l’amore di Dio è per tutti, la sua misericordia è ancor di più per coloro che pensano di non averne più diritto, di non averne bisogno o di non doverla a nessuno, come i figli del padre misericordioso della parabola evangelica.

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