Editoriale
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Costruire la pace

Nella ricorrenza della Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948, si rinnova l’appello a muovere passi decisi e compiere scelte coraggiose per la pace. La pace è un diritto universale ed è sbagliato ricordarsene soltanto quando scoppiano i conflitti armati sulla soglia di casa nostra...

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Nella ricorrenza della Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948, si rinnova l’appello a muovere passi decisi e compiere scelte coraggiose per la pace. La pace è un diritto universale ed è sbagliato ricordarsene soltanto quando scoppiano i conflitti armati sulla soglia di casa nostra. Per costruire processi di pace in grado di prevenire tutti i tipi di guerra, la “Rete 10 dicembre per i diritti umani” che raccoglie a Verona associazioni, gruppi e movimenti sensibili ai temi della pace e della nonviolenza, lancia un accorato messaggio alla coscienza di donne e uomini, soprattutto di giovani, ad ascoltare il grido del diritto alla pace e dà l’appuntamento sabato 10 dicembre in Piazza Isolo dalle ore 13.30 per una manifestazione pubblica. Sono tre le parole cardine del messaggio che i promotori dell’evento rivolgono alla città: giustizia, diplomazia, disarmo, che dettano altrettanti percorsi inseparabili fra loro, perché non può esserci diplomazia senza giustizia e non può esserci disarmo senza diplomazia.
Alla pace bisogna pensarci sempre. La storia recente ci dice che, dopo la Seconda Guerra mondiale, la caduta del muro di Berlino, le guerre nel Golfo e nei Balcani, gli attentati alle Torri gemelle, le guerre in Iraq e in Afghanistan, il tempo c’era per attuare politiche di pace e disarmo e invece si è continuato a costruire le armi che oggi sparano. È necessaria una vera inversione di marcia e sostenere le proposte preventive della nonviolenza, unica alternativa alla guerra.
Oggi il conflitto armato è tornato nel cuore d’Europa perché è stato preparato, alimentato, organizzato, finanziato, armato. Il primo pensiero va alle vittime, che hanno bisogno di soccorso, cibo, vestiario, medicine e corridoi umanitari. In tanti modi si può aiutare la popolazione civile mentre nuove armi peggiorano la situazione incrementando l’escalation e allontanando la possibilità di una tregua.
È indispensabile un cessate il fuoco per fermare la guerra scatenata dal Governo russo in Ucraina e avviare un autentico negoziato che ripristini i diritti dei popoli. Le popolazioni non vincono mai, in nessuna guerra, ma solamente ne subiscono tutte le conseguenze! Il cuore del messaggio spinge l’Italia ad aderire al trattato per la messa al bando delle armi nucleari; all’applicazione della legge istitutiva della Difesa civile non armata e nonviolenta; alla riduzione delle spese militari e alla restrizione sull’esportazione di armi; all’assistenza umanitaria; al salvataggio delle persone migranti e al potenziamento dei corridoi umanitari.
Sono molte le guerre che attualmente stanno insanguinando diversi Paesi del mondo, durano anni, a volte si placano e poi ripartono; hanno come catastrofica conseguenza immense crisi umanitarie, ma anche lo sfruttamento e il saccheggio del pianeta e delle sue risorse: chi semina guerre raccoglie anche migranti! Migranti che fuggono e si spostano nei vari Paesi del mondo e – solo al momento – in parte ancora minima nel mondo occidentale.
Sono tanti e caldi i temi che si intrecciano con la pace e diverse le visioni e le formule su come affrontarli. Ecco perché è importante far tacere le armi e restituire forza alla parola, al dialogo e al confronto spassionato per consentire alla società civile di riorganizzarsi, di depurarsi dai deliri della violenza settaria e dei nazionalismi. Ogni persona ha diritti e doveri. Il dovere di lavorare per la pace, il diritto di vivere in pace.

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