Commento al Vangelo domenicale
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Gesù sul monte si manifesta nella gloria

Luca 9,28-36

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Parole chiave: II di Quaresima (2), Vangelo della Domenica (274)
Gesù sul monte si manifesta nella gloria

L’episodio della Trasfigurazione solleva un lembo che ricopre il mistero di Gesù. Anticipa la rivelazione della sua morte e risurrezione e introduce alla comprensione di quanto si realizzerà a Gerusalemme, come sigillo della sua predicazione e della sua dedizione totale alla causa del Regno di Dio.
Si tratta di una epifania solenne in cui la luce della divinità avvolge il Cristo. Sono presenti gli elementi narrativi tipici della manifestazione di Dio: il monte, la veste candida e sfolgorante, la nube, la voce proveniente dal cielo, il torpore carico di tensione, l’apparizione di Mosè e di Elia, figure che nella tradizione biblica e nella pietà giudaica sono associate alla gloria e alla venuta finale del Messia. La Trasfigurazione avviene mentre Gesù in preghiera: è, quindi, un’esperienza personale di Gesù che coinvolge i suoi discepoli.
Il culmine della manifestazione è nelle parole che Dio indirizza all’umanità: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». È il punto più elevato della narrazione. È preparato dalla scena centrale: Gesù conversa con i due personaggi apparsi nella loro gloria. È la morte del Messia l’oggetto del colloquio con i rappresentanti della speranza del popolo di Israele, speranza inaugurata dall’antico esodo verso la libertà. Mosè ha guidato il popolo dall’Egitto alla Terra promessa. Elia ha difeso con coraggio e tenacia la genuinità di quell’esperienza al punto da diventare il protagonista ideale della rinascita spirituale e dell’attesa della rivelazione piena di Dio. Il nuovo esodo sta per attuarsi con la morte di Gesù a Gerusalemme. Non è solo la sua partenza, la sua glorificazione, ma l’inizio di un nuovo cammino di libertà del popolo di Dio sotto la guida di Gesù. Egli è il Figlio che, nel suo compito unico, sostituisce gli antichi profeti ed è la guida sicura che accompagna i discepoli verso la salvezza.
Gli apostoli per tutta la durata della Trasfigurazione sono rimasti estranei all’evento, addirittura si sono addormentati. Al loro risveglio Pietro fa la proposta di costruire tre capanne. Pietro vorrebbe anticipare la piena manifestazione della gloria di Gesù che avrà, per l’evangelista Luca, il suo culmine nell’ascensione al cielo del Risorto, vero e proprio “esodo” dalla terra al cielo, cioè dal tempo all’eterno di Dio. Ma la proposta è così stonata e fuori posto che l’evangelista scrive schiettamente: “Egli non sapeva quello che diceva”.
La rivelazione celeste fa capire a lui e agli altri discepoli che ora devono seguire Gesù fidandosi della sua Parola anche quando li conduce per una strada scandalosa come quella che va verso la croce. Infatti il pieno svelamento del mistero di Cristo avverrà proprio nella sua morte e risurrezione, cioè quando toccherà il colmo dell’abisso con la morte e da lì risalirà allo splendore della gloria divina.
Gesù a breve scenderà dal monte, ritornerà nella pianura del quotidiano dove lo stanno attendendo persone sofferenti e peccatrici, ma anche avversari decisi a tutto pur di ridurlo al silenzio. Tuttavia il suo mistero è ormai affiorato agli occhi dei tre apostoli.
Anche in questa circostanza Gesù rivela ai suoi discepoli per quale via si compirà la sua missione: non è la strada gloriosa, ma quella della croce, che pure il discepolo dovrà percorrere ogni giorno, in una donazione costante di tutto se stesso, in una testimonianza limpida e coraggiosa.

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