Cavolata
Matteo Salvini ha fatto una cavolata, con due zeta. Ne ha fatte altre e ne farà, ma quella politica rischia di essere costosa: non si è reso conto che al voto anticipato ci voleva andare solo ed esclusivamente lui, e che tutti gli altri avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di non andarci. Niente che non fosse comprensibile pure a un bimbo dell’asilo, valutato il numero degli scappati di casa che prendono un sontuoso mensile in Parlamento. E ora Salvini rischia – rischiamo? – di assistere a tre anni di governo tra Pd e 5 Stelle, tra sinistra ed estrema sinistra dove però sarà il Pd a fare quel che vuole, mentre gli altri scodinzoleranno così come hanno fatto per un anno e mezzo con la Lega. Sennò addio stipendio. Un regalo grosso così a un partito (il Pd) che non sapeva manco da che parte ricominciare, mentre ora il leghista di rinviare il redde rationem non tra due mesi ma tra tre anni e chissà che acqua passerà sotto all’Adige nel frattempo. Quando si chiude, si chiude controllando che non rimangano spiragli. Dai quali può passare di tutto. Anche il tuo declino politico. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, ma nessuno sottovaluti lo spirito di sopravvivenza che ha l’homo parlamentaris.
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