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Borgo Nuovo, il giardinaggio è momento di socialità

di FRANCESCA SAGLIMBENI
Un pomeriggio tra fiori e zappette per fare bello il quartiere 

Parole chiave: Giardini (1), Fiori (3), Natura (9)
Borgo Nuovo, il giardinaggio è momento di socialità

di FRANCESCA SAGLIMBENI
«I fiori. Ci mancano i fiori». Detto, fatto. Quello che sembrava un timido desiderio, probabilmente destinato a rimanere fissato su uno dei post-it appiccicati alle apposite mappe di quartiere, più a lungo di altri, alla fine è stato tra i primi ad essere esauditi.
A richiederlo un (o una) residente di Borgo Nuovo, che in occasione di una giornata di cittadinanza attiva per la riqualificazione del quartiere della Terza circoscrizione, organizzata dalla cooperativa Energie Sociali nell’ambito del progetto Steps, aveva incrementato le istanze giunte da altri abitanti della zona con questa colorata nota poetica, recentemente confluita nella bellissima iniziativa “Festa dei fiori a Borgo Nuovo”.
Un pomeriggio di piena estate – ormai è il caso di dirlo – interamente passato a prendersi cura degli spazi verdi incastonati tra via Zancle e via Selinunte, impreziosendoli con la piantumazione di begonie, tageti e lavande, ma anche imparando a costruire fioriere per il proprio giardino (tante, infatti, le monofamiliari del quartiere) o i propri poggioli, guidati dagli esperti di FabLab. Il tutto con il coinvolgimento di famiglie e di associazioni dedite all’inclusione sociale attraverso attività vuoi creative, vuoi di formazione lavorativa. È il caso dell’associazione degli Orti di San Giuseppe, che con la proposta del laboratorio di giardinaggio, aperta a gradi e piccini, ha contribuito al miglioramento dell’intera area antistante l’istituto scolastico Sanmicheli.
Dotati di picconi e rastrelli, i partecipanti hanno prima scavato delle fossette circolari nelle aiuole presenti, poi collocato le piantine di begonie rosse e bianche (proprio per replicare, insieme al verde delle foglie, la bandiera italiana echeggiata anche nel murales dello sfondo, e cioè il motivo floreale riportato sulla facciata della scuola), dando così vita a tanti piccoli “garden village”
«Dal 2016 gli Orti di San Giuseppe accolgono persone mandate dai servizi sociali del Comune di Verona nell’ambito del progetto “Percorsi di cittadinanza Attiva – Ria”, dalla Ulss 9 Scaligera (legate al progetto “Sil - Tirocinio di inclusione sociale”) e dagli uffici per l’Esecuzione penale esterna – ci ricorda il presidente Adriano Merlini – per offrire loro un’opportunità di formazione lavorativa, come l’attività agricola, utile sia sul piano del riscatto personale che della reintegrazione sociale». Il progetto ha casa nel poco distante quartiere di San Massimo, dove un ettaro di terreno coltivabile quotidianamente diventa la palestra riabilitativa di molti soggetti con alle (o sulle) spalle storie difficili. Aggiunge la volontaria Anna, guantoni da giardinaggio indosso: «Non è facile lavorare con persone che hanno certi tipi di disagio, ma si impara. Ancor più affiancandole nella lavorazione della terra, perché dalla semina al raccolto li si accompagna in un percorso condiviso di rielaborazione del proprio vissuto e di rinascita».
«Oggi siamo venuti a dare una mano ai residenti di Borgo Nuovo – prosegue Merlini – per abbellire un’importante area residenziale, coinvolgendo i partecipanti nello scavo di un solco per inserirvi questi fiori di piccola dimensione che troveranno così più facile attecchimento». All’ombra di un grande albero, Mary Bergamasco, dell’associazione D-hub, atelier di riuso creativo, tiene un laboratorio di piccola tessitura per la realizzazione di gioielli, mentre la squadra di “Si può fare”, coadiuva lo svolgimento delle attività impiegando i giovani nella pulizia degli spazi verdi e non. Un dettaglio, la pulizia, che non sfugge ad Agata (iscritta alla proposta di piantumazione dei fiori con l’intera famiglia): «Il verde non manca, ma per renderlo più vivibile occorre più manutenzione, altrimenti è come disporre di un’auto senza benzina». Motivo per cui «continueremo a raccogliere idee dalla voce diretta dei residenti – dice Stefania Marini, architetto e community manager di Energie Sociali – per capire i bisogni reali e tradurli in proposte di intervento da sottoporre a tutti i soggetti preposti alla riqualificazione dei quartieri». Un altro step sarà sabato 28 maggio pomeriggio, quando «con il Laboratorio “Si può fare” provvederemo a rianimare le stesse aree, favorendo nuovi spunti di co-progettazione per un borgo sempre più bello e vivibile». Come meritano di essere tutte le aree urbane vocate a un sempre maggior popolamento e vivacità commerciale. 

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