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«Più socialità per anziani e giovani in quartieri che abbiano servizi»

di GIULIO PIGNATTI
L’assessore Benini: solitudine degli anziani e disagio giovanile da contrastare

 

«Più socialità per anziani e giovani in quartieri che abbiano servizi»

di GIULIO PIGNATTI
La vulnerabilità – quella degli anziani soli, dei giovani precari, di una comunità sfilacciata – può essere misurata. È stato fatto per i cittadini della Terza circoscrizione, attraverso il progetto europeo Steps, che vede il Comune coinvolto insieme a otto partner del mondo del sociale e della ricerca. E che si è focalizzato sui cambiamenti demografici in atto, in particolare attraverso la lente del problema sociale della solitudine. L’indagine, tramite questionario a cui sono stati sottoposti i residenti volontari, costituisce uno studio d’avanguardia quanto a completezza, con pochi pari a livello europeo.
A partire dai risultati dell’indagine abbiamo intervistato Federico Benini, assessore al Decentramento ma anche (tra le altre deleghe) ai Servizi demografici e statistica al Comune di Verona. Di numeri se ne intende: di professione sondaggista, la sua società, Winpoll, è stata l’unica a indovinare la vittoria di Elly Schlein alle ultime primarie del Pd. Partito di cui Benini è anche membro della Direzione nazionale.

– Quali sono i risultati a suo parere più significativi dell’indagine sulla qualità di vita degli abitanti della Terza circoscrizione?
«Un dato in particolare è una sorpresa: non c’è solo un tema di solitudine degli anziani, ma anche un problema legato al disagio giovanile diffuso, dettato da una mancanza nell’offerta di iniziative e di opportunità».
– Come può rispondere l’amministrazione?
«Creando situazioni di socialità, sia per i giovani che per gli anziani. Col progetto Steps a breve verrà riqualificata l’area verde in via Pitagora, che ospiterà un luogo di ascolto e di ritrovo per i residenti del quartiere (una casetta di legno di 80 metri quadri). Poi abbiamo i lavori alla casa colonica al Saval, che entro un anno e mezzo verrà definitivamente ristrutturata e che diventerà il nuovo centro del quartiere, lungo la ciclabile, con spazio per le associazioni».
– Secondo l’indagine, solitudine e noia sono elementi molto rilevanti nel tessuto sociale, tra l’altro connessi strettamente alla vulnerabilità economica.
«Esatto, quindi come amministrazione comunale, oltre alle iniziative previste per Steps, stiamo portando avanti altri progetti legati alla ri-funzionalizzazione delle piazze cittadine e del loro arredo urbano. Proprio in Borgo Nuovo verrà realizzata una piazza per i giovani, con tavoli da ping-pong e da calcetto. A Borgo Roma verrà realizzata una piazza per il gioco degli scacchi e della dama, in piazza Cervignano. A Borgo Venezia, piazza Cavalleri diventerà la piazza della lettura e del public speaking».
– Quali sono le tempistiche?
«Facciamo gli ordini quest’estate ed entro ottobre saranno realizzate». – E per quanto riguarda la popolazione anziana, che durante il periodo estivo diventa ancora più vulnerabile? «Abbiamo dei Centri di comunità che sono molto attivi e che organizzano attività e iniziative, come le gite. Così diventano dei veri e propri punti d’incontro. E comunque la ri-funzionalizzazione delle piazze coinvolgerà anche gli anziani: per questo è molto importante avere degli spazi con divieto di transito che tornino a svolgere una funzione sociale centrale».
– Però il rischio per i quartieri è che diventino dei semplici “dormitori”. Lei ha la delega al Decentramento, come si può rispondere al fenomeno?
«Stiamo studiando una mappatura di tutte le attività commerciali e dei servizi presenti in ogni quartiere, per avere la possibilità, attraverso un sistema informatizzato, di favorire l’incontro tra domanda e offerta. Ad esempio, nel quartiere Catena manca un’edicola, che è un servizio importante specialmente per le persone anziane. Se il Comune mette in relazione quest’esigenza con tutti i potenziali fornitori di tali servizi, da un lato si va a favorire il servizio sul singolo quartiere, dall’altro si dà la possibilità al fornitore di individuare il luogo più appetibile. Per rivitalizzare i quartieri è necessario che ognuno di essi abbia i suoi servizi, la sua parte di verde e quella residenziale».
– Intanto c’è stata la novità delle anagrafi nei quartieri.
«Sì, siamo già partiti con quest’iniziativa. Quando ci siamo insediati era aperta solo l’anagrafe in via Adigetto, noi ne abbiamo aperte a Borgo Milano e a San Michele, e abbiamo già esteso gli orari. Col mese di settembre arriveremo ad aprirne altre: stiamo pensando a un’anagrafe a Verona sud nel giro di qualche mese». – Dal punto di vista amministrativo, è da anni che si parla di una riforma delle Circoscrizioni. A che punto siamo? «A buon punto: abbiamo già scritto la bozza di riforma e ne parleremo a inizio luglio a un tavolo di maggioranza».
– E qual è la direzione?
«È duplice: da un lato ci sarà una riforma elettorale per adeguare l’elezione della Circoscrizione a quella del Consiglio comunale (con l’elezione diretta del presidente di Circoscrizione e il doppio turno). Vogliamo rinforzare la figura del presidente di Circoscrizione, scelto dal territorio. Dall’altro lato ci sarà una riforma per assegnare maggiori competenze alle Circoscrizioni (ad esempio sulla segnaletica verticale e orizzontale). Rinforzare le Circoscrizioni vuol dire anche rendere più vincolante il loro parere presso il Consiglio comunale».
– Tornando alla vita dei quartieri, ce ne sono alcuni per i quali la percezione comune è che la popolazione sia composta prevalentemente da anziani. Lei ha la delega ai Servizi demografici, qual è la situazione?
«I quartieri più anziani sono quelli in cui il residenziale è saturo da anni, dove non si costruisce più, come Borgo Trento. Le case sono abitate da chi le ha comprate decenni fa. Ci sono quartieri più giovani, nei quali è stato costruito nuovo residenziale, ad esempio il Chievo o Borgo Roma, che si sta svecchiando. La città si è sviluppata in maniera concentrica, per cui i quartieri più periferici sono i meno anziani. Penso che il più giovane di tutti sia il quartiere Basson».
– Lei dice che non si costruisce più, ma del resto la crisi demografica e delle nascite riguarda anche Verona...
«Stiamo pensando a dei programmi di accompagnamento simbolico del percorso di vita dei cittadini veronesi, ad esempio regalando una Costituzione ai neo-diciottenni o dei semi per l’orto ai neo-settantenni. Dall’altro lato, il problema del deficit demografico è di dimensione europea, quindi le misure per favorire la natalità non possono certo essere prese a livello comunale».
– In che modo la statistica può aiutare l’amministrazione della città?
«In molti Comuni d’Italia vogliono copiare la nostra iniziativa “Occhio al prezzo”: ogni mese pubblichiamo la notizia dei beni alimentari che hanno subito il maggiore rincaro. Abbiamo visto che i consumatori, una volta allertati, si orientano su prodotti con le stesse sostanze nutritive, ma di costo inferiore. Così Verona è diventata modello nazionale in termini di lotta all’inflazione».
– A proposito del valore dei dati, il progetto Steps e il questionario che è stato somministrato verranno estesi anche alle altre Circoscrizioni?
«L’indagine è molto costosa. Possiamo pensare che la Terza circoscrizione – la più popolosa – sia rappresentativa dell’intero Comune, soprattutto per quanto riguarda le periferie. Altrove non si dovrebbero presentare valori molto dissimili sul tema del sociale. Ci baseremo su quei dati per agire sull’intera città».
– Quali sono le istanze che da assessore raccoglie maggiormente?
«Le tematiche più comuni sono quelle dell’ordinaria amministrazione: la pulizia delle strade, lo stato dei marciapiedi o la cura del verde. Ma non ce ne dovremmo occupare noi direttamente: per colpa delle precedenti amministrazioni, non siamo in grado di avere una macchina che vada avanti da sola sull’ordinaria amministrazione, sia per un problema di risorse economiche che di risorse umane. Bisogna lavorarci». 

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