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C’è gran voglia di nuovi ponti e in provincia ci pensa la Provincia

di MARTA BICEGO
Ingenti investimenti a Erbezzo, Roverè, Grezzana, Belfiore, Torretta, Colognola... 

C’è gran voglia di nuovi ponti e in provincia ci pensa la Provincia

di MARTA BICEGO
Lavori in corso sui ponti del Veronese. Nella geografia estesa delle opere che la Provincia ha in programma di realizzare, ci sono diversi collegamenti strategici, alcuni dei quali molto attesi dalla cittadinanza. Basti pensare alle strutture che fanno da raccordo tra aree montane isolate e che richiedono grandi investimenti in termini di risorse economiche. Talvolta si tratta di “osservati speciali”, in modo particolare dopo la tragedia del crollo del ponte Morandi (era il 14 agosto 2018 a Genova), che ha portato a rivedere le normative riguardanti queste infrastrutture. Un cambio di paradigma, necessario e correlato alla questione della sicurezza, che ha avuto ripercussioni sui progetti in essere, e al quale si è unito il problema dell’aumento del prezzo delle materie prime. Ma, tornando alla geografia del territorio scaligero, a che punto siamo?
Ponti di Passo Fittanze Dal 2017, a causa di un cedimento parziale, potevano essere attraversati soltanto a senso unico alternato i due ponti lungo la strada provinciale 14 che da Erbezzo conduce a Passo Fittanze, al confine con la provincia di Trento. I lavori di messa in sicurezza delle strutture, sostenuti dalla Provincia con un impegno di 411mila euro, erano iniziati lo scorso marzo e si sono conclusi ufficialmente il 1° ottobre con la cerimonia di inaugurazione che ha visto la presenza, tra gli altri, del presidente della Provincia, Flavio Pasini, e del sindaco di Erbezzo, Lucio Campedelli. La strada era stata riaperta a giugno, dopo l’esito positivo delle prove di carico. Negli ultimi mesi erano state completate le rifiniture, tra cui la posa di guardrail definitivi e segnaletica verticale. Nell’insieme, il progetto ha riguardato il consolidamento dei manufatti militari risalenti agli anni precedenti alla Prima Guerra mondiale. Ponti che erano stati allargati nel 1952 con soluzioni costruttive rivelatesi inadeguate tanto che, nel tempo, si erano verificati dei cedimenti. Gli interventi hanno interessato il consolidamento delle spalle originali in pietra, con l’inserimento di micropali e la sostituzione della soletta in cemento risalente agli anni Cinquanta. Sovrappasso di Grezzana Per un cantiere che si chiude, un altro si aprirà nella seconda metà di ottobre. Cambierà aspetto l’ingresso a Grezzana: l’amministrazione provinciale ha pianificato l’intervento di ripristino e adeguamento sul ponte-cavalcavia di via Marconi. Di conseguenza, per circa 12 settimane, chiuderà il tratto di tangenziale compreso tra la rotonda all’altezza dell’azienda Bertani e via Pozzo, in direzione Stallavena. Modifiche alla viabilità che sono state illustrate alla cittadinanza in un incontro pubblico ospitato, il 18 settembre, in Sala Bodenheim con interventi della Provincia da parte del presidente Pasini e dell’ing. Carlo Poli (dirigente alla Viabilità) e del sindaco Arturo Alberti. Per intervenire sul sovrappasso, che ha problemi strutturali e non è adeguato per altezza alle norme del Codice stradale – quindi deve essere alzato –, l’impegno di spesa è di 1,4 milioni di euro. Ai cittadini è richiesta pazienza: sarà predisposta una viabilità alternativa ad anello nel senso del centro del paese verso nord, con differenziazione tra mezzi pesanti e auto. Per chi proviene dalla città, l’uscita sarà a sinistra in corrispondenza dell’entrata della tangenziale, in zona cimitero; da lì si potrà proseguire per via Lucio o via Caduti del Lavoro. Per chi entra in tangenziale da Grezzana, l’entrata resta invariata. Chi scende da Romagnano o Azzago in prossimità della rotatoria, alla fine di via Asiago, dovrà imboccare la provinciale (che diventerà a senso unico di marcia) e continuare verso Verona sulla Sp6 o uscire dalla provinciale in via Anzio per dirigersi in paese. Verrà installato un impianto semaforico per gestire l’incrocio che segnerà fine della provinciale e inizio del cantiere.
Ponte di Roverè Spicca sul vaio della Pissarotta, collegando i comuni di Roverè e Cerro, il cosiddetto “Ponte dalle gambe longhe” sul quale dal 2017 si procede a senso unico alternato con divieto di transito per veicoli di peso superiore alle 12 tonnellate. Il manufatto, progettato nel 1966, è stato declassato per problemi statici e di stabilità dalla Provincia. Ed è ora lo stesso ente ad annunciarne la sistemazione, accantonando l’ipotesi di costruire un ponte ex novo. «Opera che da tanti anni è stata promessa e finalmente, coi dovuti tempi, si parte. C’è una progettazione in corso e porterà ad avere una nuova struttura». Così il presidente Pasini, intervenuto il 22 settembre nella sala consiliare del municipio di Roverè assieme all’ing. Poli e al sindaco Stefano Marcolini per incontrare la cittadinanza. Come infrastruttura, osserva Poli, «mostra i segni del tempo». Inoltre, è stato innalzato con modalità costruttive ritenute ormai datate e che non rispondono più alle linee attuali. Da qui la necessità di intervenire e la cifra accantonata per il progetto definitivo è di 4,2 milioni di euro. Serviranno per consolidare le spalle del ponte, per rimuovere la soletta e sostituirla interamente, per rinforzare le strutture verticali e l’arco. I prossimi passaggi, ha descritto l’ingegnere, saranno «aprire la conferenza dei servizi per l’approvazione del progetto definitivo, quindi la progettazione esecutiva con la gara per affidare i lavori. L’auspicio è iniziare tra la fine del 2024 e la primavera del 2025 per un anno di cantiere». Nodo cruciale è, anche per questi interventi, la viabilità. «La ditta prevede di operare per sezioni, mantenendo il senso unico alternato, da valutare in termini di sicurezza», chiarisce Poli. «Ci sarà una fase di chiusura completa», conclude, ed è al vaglio la possibilità di rendere percorribile la vecchia strada che si immette a monte del ponte, rendendola ad uso delle auto per il traffico leggero.
In divenire Dalla montagna alla pianura, sono una trentina i ponti sui quali l’ente sta lavorando in questo momento. Per il ponte Delaini sull’Adige sulla provinciale 39b “della Bova” tra i comuni di Belfiore e Ronco, si è conclusa positivamente la conferenza dei servizi e si sta procedendo con la progettazione esecutiva. L’anno prossimo è prevista la gara per i lavori, con un investimento pari a 4,7 milioni di euro. A Torretta di Legnago, sono in fase di conclusione le verifiche previste dalla normativa sul contraente, quindi a breve si terrà la consegna dei lavori per l’avvio (entro il 2023) dei cantieri. Per la costruzione del ponte sulla Fossa Maestra, di collegamento tra il Basso veronese e l’Alto Polesine rodigino, la Provincia ha accantonato 1,25 milioni di euro. Al confine tra i territori di Cerea e Legnago, il ponte sul Canalbianco, lungo la Provinciale 47 “del Menago”, sarà interamente riprogettato. Serviranno 4,3 milioni di euro per demolire la vecchia struttura, che non è risultata adeguabile. Ma l’ente provinciale ha già il progetto di fattibilità. Per quanto riguarda il ponte di via Carrozza, a Colognola ai Colli, la Provincia fa sapere che sta per concludersi la conferenza di servizi con tutte le integrazioni progettuali richieste sul progetto definitivo. La gara per esecutivo e lavori (appalto integrato) sarà nel 2024, per un impegno di spesa di 4 milioni di euro. Si ritorna infine a Grezzana, lungo la strada provinciale 6. Per il ponte sul vaio Cavallo l’ente è in attesa di ricevere a breve il progetto di fattibilità: si valuta che i costi ipotizzati siano attorno ai 7 milioni di euro. 

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