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Legnago. Il Limoni fa il lifting

di FABIO TOMELLERI

Importanti lavori di manutenzione per il ponte

Parole chiave: Ponte Limoni (1), Legnago (15), Viabilità (5)
Il ponte Limoni di Legnago (VR)

di FABIO TOMELLERI

Vita nuova per il ponte di “mezza età”. Se consideriamo che nei decenni passati la durata utile di un manufatto realizzato per consentire ad una strada di scavalcare un fiume, un’altra strada o qualsiasi altro ostacolo, era calcolata dai progettisti in 50-60 anni, allora si può benissimo affermare che il ponte Limoni di Legnago, inaugurato 32 anni fa, ha appena compiuto metà del suo cammino. Per questo motivo, il giro di boa dell’infrastruttura dedicata al compianto senatore legnaghese Dino Limoni, scomparso nel 1986 a 74 anni, sarà contrassegnato per i prossimi nove mesi da consistenti lavori di ristrutturazione, per un importo totale che supererà i 5,4 milioni di euro. Proprio per sancire questo importante passaggio, la Regione, assieme a Veneto Strade, lunedì 26 aprile ha organizzato sotto una delle campate del ponte la cerimonia di posa della “prima pietra” degli interventi. I cantieri non solo garantiranno futura solidità alla struttura, che scavalca l’Adige unendo la Bassa con il Padovano, ma consentiranno pure ai gestori del manufatto di monitorarne continuamente le variazioni sotto il peso di auto e camion, in modo da intervenire tempestivamente per eventuali manutenzioni.
Sullo sfondo del consistente programma di lavori vi è sempre la tragica vicenda del ponte Morandi di Genova, «anche se – ha puntualizzato Elisa De Berti, vicepresidente della Giunta regionale – come esecutivo avevamo avviato gli stanziamenti per garantire la sicurezza di queste opere prima della caduta del ponte ligure, tanto che dal 2017 ad oggi, come Giunta veneta, abbiamo approvato quasi 30 milioni di euro di finanziamenti destinati al miglioramento delle condizioni non solo di ponti e viadotti, ma anche delle gallerie».
Il ponte Limoni, lungo un chilometro e diviso in sei campate, è un’opera di fondamentale importanza non solo per Legnago. Su di esso, infatti, corre la Regionale 10 “Padana inferiore” che ad oggi rappresenta l’unico asse di collegamento diretto tra Mantova e Monselice (Padova). Per questo motivo l’inaugurazione di questo manufatto, avvenuta nell’autunno del 1989, venne vissuta all’epoca come un vero e proprio evento, visto che si trattava di un intervento atteso da un ventennio.
Fino ad allora, tutto il traffico tra destra e sinistra Adige si era riversato sul vecchio ponte Principe Umberto, in centro a Legnago, creando un vero e proprio collo di bottiglia nel cuore della città. Il ponte Limoni, tuttora, ha un ruolo primario nei collegamenti interregionali su gomma che riguardano soprattutto le aziende locali, e non solo. Pertanto i lavori sul viadotto verranno realizzati dalla Cadore Asfalti srl di Perarolo di Cadore (Belluno) in maniera tale da incidere il meno possibile sui flussi di veicoli che quotidianamente percorrono le due corsie di marcia.
L’azienda bellunese, su indicazione dei progettisti di Veneto Strade, opterà per restringimenti parziali di corsia che potranno causare alcuni disagi alla circolazione. Per questo motivo sia De Berti che il sindaco di Legnago, Graziano Lorenzetti, presente alla cerimonia assieme al presidente della Provincia, Manuel Scalzotto, si sono scusati in anticipo con i cittadini per i problemi che i cantieri creeranno.
Sullo stato di degrado di ponte Limoni, politici e tecnici hanno assicurato che l’infrastruttura, fino ad oggi, non ha mostrato cedimenti tali da mettere a rischio gli utenti. Anzi, come ha rimarcato l’ing. Silvano Vernizzi, direttore generale di Veneto Strade, «Le travi in acciaio Corten che sostengono l’impalcato si sono conservate bene nel corso dei decenni». A preoccupare, semmai, sono le condizioni delle campate laterali, realizzate in cemento armato. Sono questi settori che vanno risanati in quanto si sono manifestate perdite localizzate di copriferro, con la conseguente ossidazione delle armature in acciaio.
Altri aspetti critici emersi dai controlli preventivi riguardano l’ammaloramento dei giunti di dilatazione. Un ulteriore tallone d’Achille del ponte è costituito dai parapetti che non rispondono alle recenti norme di sicurezza stradale, essendo stati posati in un’epoca in cui la legge non pretendeva le attuali condizioni di resistenza agli urti.
A coronamento di tutto ci sarà la posa di un sistema di monitoraggio permanente delle sollecitazioni a cui sarà sottoposto il ponte. Per rilevare in tempo reale tutti i parametri, tra cui il peso dei carichi in transito, si ricorrerà ai collegamenti in fibra ottica. Tale soluzione è già stata testata con successo su altri due ponti veneti che si trovano, rispettivamente, a Cortina d’Ampezzo (Belluno) e a Mestre (Venezia).

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