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Le “chiavi” della città a padre Baschirotto anima di Casette

di FABIO TOMELLERI
Un segno per l’impegno profuso nella frazione di Legnago

Le “chiavi” della città a padre Baschirotto anima di Casette

di FABIO TOMELLERI
In alcuni casi le attività dei sacerdoti sono talmente incisive nella vita di una comunità da spingere i sindaci a donare ad essi addirittura le “chiavi” delle città da loro amministrate. È quanto accaduto a Legnago il 15 giugno scorso, quando il sindaco Graziano Lorenzetti ha consegnato la cittadinanza onoraria del Comune della Bassa a padre Damiano Baschirotto. Proprio in onore di padre Baschirotto la comunità parrocchiale di Casette ha organizzato una serata speciale per festeggiare i suoi 50 anni di vita sacerdotale.
Originario di Roveredo di Guà, dove è nato nel 1947, il 75enne frate francescano ha rappresentato e rappresenta una tappa importante della storia del capoluogo della Bassa, avendo egli prestato servizio nella chiesa del rione di Casette per 17 anni, dal 1975 al 1992, dapprima come collaboratore e poi, per 10 anni, come parroco. Prima che al religioso, le “chiavi” cittadine nel corso dell’ultimo ventennio sono state consegnate soltanto a un altro sacerdote che ha svolto la propria missione tra i legnaghesi: si tratta di mons. Giuseppe Zenti, attuale vescovo di Verona, che dal 1997 al 2002 guidò la parrocchia di San Martino Vescovo del duomo di Legnago.
A distanza di quasi un ventennio da quell’onorificenza, dunque, un altro sacerdote, padre Baschirotto appunto, è stato scelto dalla Giunta di Palazzo de’ Stefani per ricevere l’attestato che, nel corso degli anni, è stato tra l’altro concesso al direttore d’orchestra Riccardo Muti, alle forze di polizia e dell’ordine operanti in città, ovvero Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza, ai vigili del fuoco della caserma di San Pietro e, terminata la prima ondata di Covid-19, pure all’Ulss 9 Scaligera e al personale medico e infermieristico dell’ospedale cittadino. Per quel che concerne la cittadinanza onoraria a padre Baschirotto, caldeggiata dai parrocchiani di Casette, il primo cittadino e i suoi assessori lo scorso 7 giugno hanno approvato all’unanimità in esecutivo il provvedimento, mentre la consegna del diploma è avvenuta otto giorni, dopo durante la festa comunitaria. I parrocchiani, al termine della Messa concelebrata con il parroco don Marco Isolan e altri sacerdoti, hanno donato al religioso un’icona di Maria come dono per i suoi 50 anni di sacerdozio, proseguendo poi con un momento conviviale preparato dal comitato festeggiamenti.
«La cittadinanza onoraria – ha spiegato il sindaco Lorenzetti – è stata conferita come segno del legame di affetto e di stima per l’attività pastorale che padre Damiano ha svolto con dedizione e generosità, contribuendo a delineare la crescita sociale, umana e religiosa di tutta la comunità di Casette». Quella svolta da padre Baschirotto e dagli altri confratelli a Casette tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso fu proprio una “missione” in un quartiere che, sorto dal nulla nel secondo Dopoguerra, si trovò a vivere le problematiche sociali tipiche delle zone di periferia dei grandi centri urbani. Quella che era una zona completamente agricola, denominata appunto “Le Casette”, a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta fu interessata dal moltiplicarsi di case e condomini, tra cui una concentrazione piuttosto elevata di alloggi di edilizia popolare, tanto che oggi la parrocchia, istituita l’8 dicembre 1959, conta ben 4.300 anime. Alla cura delle stesse, dal 1967 al 2003 furono chiamati i Frati minori della Provincia Veneta di Sant’Antonio, sostituiti in seguito dal clero diocesano. «Giunto a Casette nel 1975 – hanno sottolineato gli organizzatori della serata – padre Damiano trovò una comunità in grande espansione, dove il termine Casette, ovvero “piccole case” era diventato troppo stretto per questo quartiere.
La vicinanza al centro di Legnago e all’ospedale e l’ampliamento della zona popolare portarono un aumento esponenziale di abitanti».
Ai frati francescani fu chiaro che era necessario il senso di una comunità che vive, lavora e accoglie. Prima come giovane curato fino al 1982 e poi come parroco per 10 anni, padre Baschirotto tracciò questa linea nella comunità di Casette. Non mancò mai il riferimento allo stile di presenza francescana, profondamente in comunione con la Diocesi e in continua relazione con le comunità vicine, tanto che Casette cercò di essere sempre presente e protagonista nelle varie iniziative diocesane. «Dopo il 1982 – hanno rimarcato i fedeli – ovvero da quando divenne parroco padre Damiano, la parrocchia di Casette si arricchì della presenza di padre Giuseppe Castelli, rimasto dal 1983 al 1993, e di padre Andrea Pendini, in servizio dal 1984 al 1991. La loro combinazione di forze e sensibilità diede vita a nuove esperienze».
Tra le iniziative sorte in quegli anni, il comitato parrocchiale ha ricordato i gruppi famiglia «come esperienza di piccoli cenacoli», le esperienze estive dei Grest e dei giochi delle contrade con la comunità divisa a zone «ma unita per sfide gioiose e condivise». I fedeli hanno pure rievocato la sensibilità di padre Baschirotto verso i più deboli e la sua attenzione verso gli ultimi mediante il supporto all’associazione San Vincenzo e alla comunità del campo nomadi “Villaggio San Francesco”. 

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