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Nonni sull’orlo delle crisi dei figli

Sono un porto sicuro quando le famiglie si sfaldano. E nel rapporto coi nipoti hanno una funzione di mediazione. Anche la legge sancisce il diritto ad avere un rapporto significativo con i propri nipoti

Parole chiave: Famiglia (54), Nonni (11), Welfare (13), Minori (9)
Un nonno abbraccia teneramente un nipotino

Se i genitori divorziano sono i nonni a diventare il porto sicuro per tutti
Hanno una funzione mediativa utile soprattutto per i minori

Ci sono legami che durano per sempre, come quello tra nonni e nipoti. E quando le famiglie si rompono, i nonni fungono da albero maestro, che resta in piedi e affronta la tempesta, cercando di scongiurare il naufragio della coppia genitoriale e dei figli. «In quest’epoca di profondi cambiamenti, la maggior parte delle volte la rete di protezione delle famiglie è rappresentata dai nonni, che costituiscono il più saldo sostegno del tessuto sociale: sono loro il collante tra le generazioni, soprattutto quando il nucleo familiare inizia a sgretolarsi; rappresentano una continuità all’interno della storia familiare e, quando si parla di separazione e divorzio, costituiscono un porto sicuro a cui far ritorno».
Invoca metafore marinaresche per definire il ruolo dei nonni Costanza Marzotto, mediatrice familiare e psicologa dell’Università Cattolica di Milano. La scorsa settimana era a Verona, alla libreria Paoline di via Stella, per presentare il suo ultimo libro: Separazione. Sempre al tuo fianco (ed. San Paolo) e per tenere a battesimo la ripartenza del gruppo d’incontro promosso dal Colle per la famiglia (vedi articolo in alto a pagina 3).
Quando sono investiti dalla separazione dei figli, i nonni reagiscono in modi diversi. «Ci sono quelli che proprio non se l’aspettavano e apprendono con stupore e dolore la notizia; quelli un po’ maghi, che rinfacciano ai figli la scelta: “Te l’avevo detto che non era la persona giusta per te”; poi ci sono quelli maturi, che di fronte alla crisi non cercano colpevoli, ma si interrogano e cercano di lavorare sul confine giusto, per portare avanti il valore del legame», sintetizza la studiosa.
Elaborare la divisione comporta per i nonni un doppio dolore: da un lato soffrono per i figli separati, dall’altro si preoccupano per la felicità dei nipoti. Essere terzi, presenti ma non invadenti, accoglienti e non giudicanti, è uno sforzo che non riesce a tutti. «Eppure è questa la strada: i nonni possono mantenere un buon rapporto coi nipoti anche in presenza di una conflittualità permanente tra i genitori – sostiene Marzotto –. Hanno una “funzione mediativa” tra le generazioni: possono facilitare il dialogo tra le parti, riducendo i conflitti; da una crisi, pur dolorosa, possono mettere in movimento delle risorse nascoste».
Certo, il percorso è tutt’altro che piano, ma il mantenimento della frequentazione con i nonni materni e paterni resta fondamentale per lo sviluppo di bambini e ragazzi. «Purtroppo nel dramma della crisi di coppia s’innescano spesso guerre tra le famiglie d’origine, con schieramenti e talvolta l’espulsione di uno dei due rami: questo non giova alla costruzione dell’identità dei figli, che passa dall’accesso a entrambe le radici di provenienza». Tant’è che quando il legame viene interrotto bruscamente, il malessere si ripercuote in modo evidente sulla vita dei nonni, persino sulla loro salute, come dimostrano vari studi.
Nella decisione del divorzio, la posizione di chi ha i capelli d’argento è assai delicata. «Richiede una terzietà, un’astensione dal giudizio, una saggezza propria dell’età, per cui non vengono assegnate colpe a generi o nuore, ma viene concessa ai nipoti la possibilità di contare sulle origini familiari, senza ingerenze», aggiunge la studiosa. Un compito impegnativo, quello di ascoltarli senza influenzarli, specie quando arrivano nuove figure all’interno delle famiglie ricostruite.
«I nonni non sono solo dei baby sitter a basso costo o delle casseforti patrimoniali, che passano alle coppie casa, assistenza e sostentamento economico in questi tempi di precarietà – conclude la mediatrice familiare –: per i nipoti rappresentano la dimensione etica dei legami, la trasmissione di valori e di un’appartenenza alla storia familiare; guardandoli ancora uniti, i nipoti vedono qualcosa di magico: una relazione rimasta duratura negli anni».
Architravi delle famiglie, un tempo morivano giovani e per molte generazioni restavano un ricordo sbiadito; oggi, mediamente, sono molto coinvolti nelle vite dei nipoti. Se li gustano di più e dovrebbero poter continuare a farlo, anche se la vita ha preso pieghe inaspettate.
Adriana Vallisari

«Siamo scoppiati a piangere ma poi ci siamo attivati»
Il racconto di esperienze di nonni di fronte alle crisi di coppia

Si è nonni per sempre. A maggior ragione in circostanze difficili. Ne è consapevole Barbara, nome di fantasia di una signora che si definisce nonna a tempo pieno per i suoi due nipoti, rispettivamente di 5 e di 7 anni. Affiancata dal marito, ha cercato di essere nonna e genitore il più possibile presente: «Per i bambini. E per mia figlia, in particolare da quando ha affrontato il percorso della separazione dopo sette anni di matrimonio», racconta.
È sufficiente qualche dettaglio per entrare nella complessità di una vicenda sfociata anche in atti di violenza domestica. Ci sono voluti due anni perché l’ex marito abbandonasse il tetto coniugale dopo la separazione consensuale: un uomo-padrone con difficoltà di relazione, sfociate nell’abuso di alcool. Prima ha reso succube la moglie, altrettanto ha fatto coi figli, cercando di isolarli per evitare che socializzassero con i coetanei.
«Avevo il sospetto che qualcosa non funzionasse nella loro relazione, non riconoscevo mia figlia per come si comportava nei nostri confronti. Perciò abbiamo fatto in modo che i bimbi rimanessero tanto tempo con noi», spiega, lasciando intendere la valenza della figura dei nonni quando i legami familiari cominciano a sfilacciarsi. Non tralascia di sottolineare le difficoltà incontrate, a cui è riuscita a far fronte sorretta dalla fede: «Ho cercato di fare il mio meglio invitando il Signore a muovere i miei passi. Così probabilmente è stato».
La separazione, rivela, «è stata devastante, un dolore immenso da sopportare. Soffri per i nipoti, perché pensi di aver sbagliato qualcosa, di non essere stata presente, di non aver mediato abbastanza quando era necessario. È uno sconvolgimento che porta a mettere in discussione ogni azione». Perciò Barbara col marito, e anche la figlia, si sono rivolti al Colle per la famiglia per avviare un percorso utile a ristabilire un equilibrio e a mantenere saldo il rapporto coi nipoti, continuando a essere per loro figure di riferimento.
«Ogni storia è un caso a sé», interviene Silvia, rimarcando di voler mantenere l’anonimato. «Oggi possiamo dire di aver raggiunto, malgrado tutto quello che è successo, una situazione di serenità, senza contrasti né tensioni. È una conquista che vogliamo difendere», premette, prima di aggiungere altre sfumatura alla vicenda. Riferisce di una giovane coppia molto affiatata la cui stabilità ha iniziato a vacillare, specialmente con l’arrivo dei figli e il cambiamento delle abitudini di vita; il rapporto si è lentamente logorato a colpi di malumori, litigi e contrasti. Finché il matrimonio non è definitivamente scoppiato.
«Dapprima io e mio marito siamo stati messi in disparte e abbiamo avvertito un senso d’isolamento. Al tempo stesso però non volevamo schierarci da una parte o dall’altra, né interferire nelle decisioni», spiega, precisando di aver agito facendo fronte comune con i consuoceri. «Quando abbiamo saputo della crisi, noi nonni siamo scoppiati a piangere tutti e quattro assieme, poi abbiamo deciso di rimboccarci le maniche e fare tutto ciò che si poteva fare». Nelle coppie, dice, non si devono condividere soltanto le gioie: bisogna affrontare i problemi che si presentano, rimanendo uniti.
Silvia non ne fa mistero: «Abbiamo sofferto tantissimo. Il nostro dolore è rimasto nascosto a lungo, finché non abbiamo trovato il supporto del Colle per la famiglia. Poco alla volta abbiamo metabolizzato l’accaduto, scavato a fondo negli eventi, cercato di comprendere i comportamenti, mantenuto il dialogo. Un percorso non facile, che ha aperto i nostri occhi, permettendoci di raggiungere la serenità. Innanzitutto per il bene dei nostri nipoti».
Il dialogo tuttora è il collante che tiene unite le famiglie: per i bambini è normale trascorrere parte del tempo con la mamma e parte con il papà; non mancano momenti di condivisione, vissuti nella tranquillità. «Questa è la nostra grande conquista – chiosa –. E noi nonni, quando serve, ci siamo».
Marta Bicego

foto: David Pereiras Villagrà © 123RF.com

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