Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

L’enciclica Laudato si’, mentre giustamente esalta la grandezza dell’uomo, vertice del creato, immagine e somiglianza di Dio, non intende sminuire il valore di ogni opera della creazione: “Ogni creatura ha una sua funzione e nessuna è superflua. Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio” (84).

Premessa la precisazione che creazione non corrisponde in tutto, nelle profondità del loro senso, a natura, in quanto creazione rimanda al Creatore, mentre natura non vi rimanda, almeno in prima battuta, l’enciclica focalizza l’argomento della creazione su un versetto salmodico: “Dalla parola del Signore furono fatti i cieli” (77). Come creature, tutte le cose sono destinatarie dell’amore di Dio, “oggetto della tenerezza del Padre, che assegna loro un posto nel mondo” (77), perché, al dire di Dante, Lui è “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (ivi).

Papa Francesco dedica il secondo capitolo dell’enciclica Laudato si’ (nn. 62-100) all’apporto che la Parola di Dio offre al fine della salvaguardia del creato. Offre una luce singolare di comprensione e di sollecitazione alla sua valorizzazione e al suo rispetto che la ragione da sola non è in grado di attivare...

Quale impatto ha il degrado dell’ambiente sull’essere umano? È una domanda carica di angoscia che Papa Francesco si pone (43). Focalizza l’attenzione sul vivere disordinato nelle città e nei quartieri congestionati e disordinati, senza spazi di verde (44). Non esita a denunciare la privatizzazione degli spazi della bellezza e dei quartieri residenziali ecologici riservati a pochi (45), la pesante ricaduta di alcune innovazioni tecnologiche sulla disoccupazione, l’aumento della violenza, del narcotraffico, del consumo crescente di droga fra i giovani, “sintomi di un vero degrado sociale, di una silenziosa rottura dei legami di integrazione e di comunione sociale” (46)...

Tre questioni vengono poste sotto osservazione dall’enciclica Laudato si’. Anzitutto la questione del clima che sta dando segnali da non sottovalutare: “Siamo in presenza di un preoccupante riscaldamento del sistema climatico. […] La maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta alla grande concentrazione di gas serra […]. Ciò viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta al centro del sistema energetico mondiale” (23). Ma la sua parte di colpa va riconosciuta pure alla deforestazione (cf 23).

Il primo capitolo dell’enciclica Laudato si’ è costituito di ben 44 paragrafi. Fa una analisi al microscopio elettronico dell’attuale situazione ecologica globalizzata. Cose allucinanti, che non possono lasciare nessuno indifferente. Papa Francesco si fa voce dei «gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo» (53)...

Papa Francesco nell’introduzione dell’enciclica Laudato si’, articolata in sedici paragrafi, definisce la terra sorella e madre. Ma “questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla” (2).

Attraverso il nostro settimanale Verona Fedele, in occasione della sua pubblicazione, ho presentato l’Enciclica Lumen fidei, scritta, come fu osservato, a due mani, cioè da papa Benedetto e da papa Francesco. A suo tempo ho presentato l’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, opportunamente fin da allora definita la “mappa del pontificato di papa Francesco”. Ora, come pastore della nostra diocesi, sento il dovere di presentare l’Enciclica di papa Francesco Laudato si’, per invogliarne la lettura...

Le denominazioni, potremmo definirli anche sinonimi, della Messa sono numerosissime (cf CCC 1328-1332). Partiamo dalla più conosciuta e usata: “Eucaristia”, che evoca il senso del rendimento di grazie a Dio per il super dono del pane e del vino divenuti segni sacramentali della presenza di Cristo Crocifisso Risorto, Salvatore e Signore...

Un aspetto molto importante dell’Eucaristia e pochissimo conosciuto, appunto perché trascurato, è quello che riguarda il suo rapporto con il mondo dei risorti. Come infatti precisa una antica preghiera, l’Eucaristia ha una triplice dimensione temporale in cui si esprime come potenza di salvezza: il passato come memoriale, il presente come comunicazione dei beni di salvezza contenuti nell’Eucaristia, e il suo essere pegno del mondo futuro, il mondo dei risorti in Cristo: “O sacro convito nel quale ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione; l’anima è ricolmata di grazia e ci è donato il pegno della gloria futura” (CCC 1402).