Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Papa Francesco, fermissimo nel patrimonio della dottrina cristiana, della cui autenticità e integrità è custode e garante, in quanto successore di Pietro, guarda in volto le persone e considera le stesse norme canoniche a servizio della persona, mai come pietre da scagliare contro...

L’ottavo capitolo dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia segnala alcuni criteri con i quali farsi prossimo dei divorziati risposati: accompagnare, discernere ed integrare; ed indica metodologie di vicinanza, finalizzate ad offrire gli aiuti spirituali che possono rendere migliore la loro vita spirituale.

Prima di esporre i singoli paragrafi del capitolo ottavo dell’Amoris laetitia, è opportuno inquadrarlo a dovere. I media si sono concentrati sulla grande apertura di papa Francesco creando lo scoop della comunione ai divorziati risposati civilmente o conviventi. In realtà, questa notizia è inventata di sana pianta...

Dopo aver fatto alcune puntualizzazioni sulle situazioni drammatiche vissute in famiglia a causa della morte di una persona cara (cf AL 253-258), l’Esortazione apostolica, al capitolo settimo (un grande capitolo, di notevole spessore pedagogico e di ben 30 numeri), affronta l’argomento del valore dei figli e della necessità che i genitori investano senza riserve sulla loro educazione, a cominciare dal garantire loro un’alta qualità di vita esemplare che ha forte incidenza per tutta la vita.

E i divorziati risposati? Come vanno considerati dalla Chiesa nel loro appartenere o meno alla comunione con essa? Il Papa risponde con chiarezza: «Ai divorziati che vivono una nuova unione, è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che “non sono scomunicati”» (AL 243)...

Papa Francesco, di cui si conosce bene l’entusiasmo per la famiglia come è uscita dal progetto di Dio, non vuole tuttavia illudere nessuno: “La storia di una famiglia è solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza” (AL 232)...

L’accompagnamento degli sposi non è meno importante di quello dei fidanzati (cf AL 217). Inizia l’avventura che vede gli sposi stessi come protagonisti di un progetto da realizzare insieme, da padroni della propria storia su una traiettoria irrevocabile (cf AL 218). È il tempo della caduta delle illusioni e delle pretese che il coniuge sia perfetto, cioè in perfetta sintonia con i propri desideri. È il tempo dell’esercizio della “pazienza, comprensione, tolleranza e generosità” (ivi), e del sì come inizio di un itinerario compiuto nel confronto e nel dialogo (cf ivi)...

Se si vuole raggiungere l’alto obiettivo di una vita familiare come l’ha progettata Dio “bisogna aiutare i giovani a scoprire il valore e la ricchezza del matrimonio” (AL 205)...

Il capitolo sesto della Esortazione postsinodale Amoris Laetitia presenta alcune interessanti prospettive pastorali che riguardano la famiglia, per certi versi non datate, rispondenti al reale di oggi. La prima sottolineatura: la famiglia va riscoperta come soggetto principale e attivo della pastorale familiare, soprattutto nell’efficacia evangelizzante del dare testimonianza gioiosa dell’essere “chiesa domestica” (cf AL 200).

L’Esortazione postsinodale Amoris Laetitia dà grande risalto alla maternità e alla paternità, riservando anzitutto alle madri espressioni di altissima stima: “Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. […] Sono esse a testimoniare la bellezza della vita. Senza dubbio, una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale.