Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Appellandosi alla Prima Lettera di Paolo ai Corinzi (11, 17-34), Papa Francesco nella sua Esortazione post-sinodale esorta le famiglie a non restare «indifferenti davanti alle sofferenze delle famiglie povere e più bisognose» (AL 186). La stessa partecipazione all’Eucaristia domenicale è un forte invito ad «aprire le porte della propria famiglia ad una maggior comunione con coloro che sono scartati dalla società e dunque ricevere davvero il Sacramento dell’amore eucaristico che fa di noi un solo corpo.

Il capitolo quinto dell’Amoris Laetitia è improntato sul dono della trasmissione della vita umana che germina dall’unione coniugale. In effetti “l’amore coniugale non si esaurisce all’interno della coppia […]. I coniugi, mentre si donano tra di loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente della unità coniugale e sintesi viva ed indissociabile del loro essere padre e madre” (AL 165).

Da quanto già precisato, Papa Francesco manifesta grandissima stima nei confronti del matrimonio, della coniugalità, della famiglia. Ma non è un ingenuo. Ha forte il senso del sano realismo. Conosce bene le insidie, le possibili manipolazioni e alterazioni, persino le violenze che si insinuano e si insediano nella vita coniugale e familiare...

L’amore vero ha mille sfumature. Ha manifestazioni feriali, che vanno dal parlarsi con benevolenza, superando il sistema dei silenzi imbarazzanti e angoscianti, fino al dirsi “permesso, grazie, scusa” (cf AL 133). Per essere autentico, senza tuttavia sognarlo idilliaco (cf AL 134-135), deve essere in crescita, secondo l’esortazione di Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti […]. Riguardo all’amore fraterno, […] vi esortiamo a progredire ancora di più” (1 Ts 3,12; 4,9-10).

Le caratteristiche dell’amore segnalate dall’inno della carità in Paolo convergono sulla “carità coniugale” (AL 120) per esprimerne le valenze concrete. Ne mettono in risalto la dimensione affettiva, spirituale, oblativa, amicale di tenerezza, erotica.

Dopo aver illustrato il progetto di Dio sulla famiglia umana e le sfide della cultura attuale alla sua realizzazione, l’Esortazione Amoris Laetitia traccia un interessante itinerario di formazione permanente in vista della riuscita della vita di famiglia ad alto livello di umanizzazione...

La prima sfida al progetto di Dio sulla famiglia è data dal tentativo culturale di metterlo in scacco matto. Tant’è vero «che viviamo in una cultura che spinge i giovani a non formarsi un famiglia» (AL 40), dissuadendoli dal farsi una famiglia (cf ivi) e rimandando al domani la decisione delle nozze «per problemi di tipo economico, lavorativo o di studio» (ivi), rendendoli succubi delle ideologie e della cultura del momento che pensa alla convivenza come sufficiente soluzione degli aspetti affettivi, emotivi, senza perdere il fascino della libertà e dell’autonomia, ritenendo invece il matrimonio come qualche cosa di istituzionale e burocratico (cf ivi).

Certo, l’Esortazione, fin dal suo inizio, non poteva non prendere in considerazione, per riflettervi con maggiore profondità nel capitolo VIII, anche le “situazioni difficili e famiglie ferite”, di fronte alle quali è necessario un adeguato discernimento, che non sconfessa affatto la chiarezza della dottrina cattolica sul matrimonio, ma si mostra sensibile e attento alla complessità delle diverse situazioni che coinvolgono persone che soffrono a motivo della loro condizione (cfr AL 79).

La pietra miliare della riscoperta e della rivalorizzazione della famiglia va riconosciuta sicuramente nel Concilio Vaticano II, nel momento stesso in cui a livello mondiale si stava evolvendo la realtà della famiglia e la sua stessa identità. L’Esortazione Amoris Laetitia ne parla al numero 67, evocando la Costituzione pastorale Gaudium et Spes che alla famiglia riserva ben sei paragrafi (GS 47-52) e la Costituzione dogmatica Lumen Gentium.

Partiamo da una constatazione rilevata dalla Esortazione Amoris Laetitia, ripresa dalle indicazioni dei Padri sinodali: “Malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa»” (n. 1).