Condiscepoli di Agostino

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Zenti mons. Giuseppe

Ci è appena giunta l’Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia, da tempo attesa. Ritengo mio dovere di vescovo presentarla, passo dopo passo, ai fedeli della mia diocesi, anche per evitare letture fuorvianti. Di conseguenza, lascio sospeso il cammino “Sui passi della Misericordia”, per riprenderlo in seguito.

Numerosi Salmi fanno riferimento alla Misericordia di Dio anche se la parola Misericordia non è esplicitata. È il caso del Salmo 32, uno dei sette Salmi penitenziali. Dopo aver affermato, sulla base della sua personale esperienza, che chi sperimenta il perdono di Dio è davvero beato, il Salmista confida il suo stato di prostrazione interiore e di angoscia causato dai suoi peccati. Perciò si decide a mettere davanti allo sguardo di Dio il suo peccato e a confessargli le sue iniquità. Dato questo suo atto di umiltà percepisce che “tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato” (Sal 32,5).

La sinfonia della Misericordia di Dio nei Salmi ha infinite sfumature. È il caso del Salmo 25 che per due volte fa appello alla Misericordia di Dio: “Ricordati, Signore, della tua misericordia” (Sal 25,6) e: “Ricordati di me nella tua misericordia” (Sal 25,7b). Attorno a queste due espressioni, che cerchiamo di evidenziare, viene costruito l’intero Salmo.

Dopo aver tentato di evidenziare i tratti che caratterizzano l’Anno Giubilare della Misericordia, può essere utile far risuonare la sinfonia della Misericordia quale emerge dalla Parola di Dio.

Nell’Anno Giubilare della Misericordia non tutto va collocato allo stesso livello di importanza spirituale. Altro è un pellegrinaggio, altro l’attraversamento della Porta Santa, altro un’opera di misericordia, altro la Confessione, altro la celebrazione della Messa o Eucaristia...

Tutte le indicazioni contenute nella Bolla Misericordiae vultus, con cui Papa Francesco ha indetto l’Anno Giubilare, sono segno della disposizione d’animo di voler entrare nella logica di conversione propria dell’Anno Giubilare della Misericordia. Ne abbiamo già illustrato il senso e l’importanza. Vi sono tuttavia due realtà di carattere sacramentale senza le quali l’Anno della Misericordia rischierebbe di ridursi più a una larva appariscente che a una vera opportunità di conversione...

Da qualche mese a questa parte, grazie all’Anno della Misericordia, anche le opere di misericordia, corporali e spirituali, lasciate andare in disuso, e da pochissimi conosciute, sono diventate di moda. Esse sono l’espressione concreta di una fede alla prova dei fatti. Come è noto, sono quattordici: sette che riguardano il rapporto con la dimensione corporea dell’uomo e sette che esprimono l’attenzione verso la dimensione spirituale dell’uomo...

Ogni grande religione prevede e contempla nel suo orizzonte panoramico di manifestazioni religiose il pellegrinaggio. Pensiamo in particolare all’Islam, all’Induismo. Ma soprattutto alla religione ebraica, che proprio sul pellegrinaggio a Gerusalemme ha imperniato parte della sua spiritualità...

L’Anno Giubilare della Misericordia coinvolge non solo il singolo credente ma l’intera Chiesa Cattolica, dentro il cui dinamismo di conversione ha senso e valore quello del singolo. In effetti, il Giubileo è un fatto ecclesiale e non una esperienza intimistica...

Se l’Anno Giubilare della Misericordia si risolvesse e si esaurisse in qualche gesto di carattere religioso, sarebbe fallimentare. I gesti religiosi hanno senso esclusivamente in un contesto di fede, come atti che la propiziano o come sua fruttificazione...