Una poesia in un plico ricorda il tempo che passa
di ILARIA BAZERLA
Alla casa di riposo di corso Cangrande Lazise bella iniziativa realizzata a più mani
di ILARIA BAZERLA
Una cosa genuina, un componimento scritto a più mani dagli anziani ospiti della casa di riposo di corso Cangrande a Lazise. Il tempo che passa è una poesia che fa riferimento all’anno bisesto appena iniziato, ai “giorni della merla”, all’inverno che sta per sfumare, ma che è ancora pronto a farsi sentire; alla primavera, che non è una chimera. Al carnevale e alla attesa festa di Pasqua che quest’anno arriva bonora, proprio alla fine del mese di marzo. Parole semplici, come di bambino, ma proprio per questo così tenere e commoventi, distribuite ai parenti in visita su fogli di carta colorati, stretti da bei nastrini.
«Sì, è stata una bella avventura che ha visto tutti gli ospiti al lavoro – spiega la direttrice Bertilla Ambrosi, della cooperativa Spazio Aperto, che gestisce la Rsa – sia per quanto attiene la messa in versi della poesia che per la stampa, l’arrotolamento dei fogli, l’applicazione del fiocco, la messa a disposizione dei familiari, degli amici lettori di Amo Baldo-Garda, degli amici che ci vengono a trovare». Infatti i fogli arrotolati, ben collocati in una cesta, sono stati posti nel salone di entrata della casa di riposo, pronti per essere consegnati a chi giunge a visitare gli ospiti.
«Ci ha dato una bella mano Adriano – continua la direttrice della struttura – uno dei nostri ospiti più attivi nel vergare le poesie. È molto bravo e ha tanta passione. Per noi si è trattato di un’attività per mantenere attiva la mente, ma anche le emozioni. Un esercizio, se vogliamo, legato al linguaggio e alla parola, molto fruttuoso e davvero indispensabile per gli anziani che risiedono qui. Assai valido anche il momento dell’ascolto delle letture offerto dai volontari di Amo Baldo-Garda, che al martedì pomeriggio si rendono disponibili a questo servizio. Il loro arrivo è divenuto un momento molto atteso per gli anziani, perché i volontari non leggono soltanto, ma interagiscono con loro, mettendo in moto i ricordi e le attività cerebrali. C’è quindi il contatto con la realtà e la vita di tutti i giorni anche nella comunità in cui sono inseriti. E questo è fondamentale», conclude Ambrosi. Cose semplici, che però continuano a essere... le più belle.
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