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Quando erano tutte "laoro, casa e cesa"

di Marta Bicego
Mazzara ha raccolto in un libro le testimonianze di donne nel Dopoguerra di San Michele

Quando erano tutte "laoro, casa e cesa"

di Marta Bicego

Distese di campi, case sparpagliate, minuscole corti. Dal generale al particolare, esistenze che scorrono e si fissano in immagini precise: di donne intente a curar radeci da campo, a restelar,  a tirar zo le panoce dala polenta; a lavare con la brenta, l’asse e onto de gombio
Era il 2009 quando Giampaolo Mazzara, già autore di alcune pubblicazioni dedicate alle tradizioni e alla storia di San Michele Extra, realizzò in collaborazione con la Settima circoscrizione il docu-film Tuta laoro, casa e cesa. Vuoi per deformazione professionale – è psicologo psicoterapeuta – ha voluto soffermarsi sui racconti delle donne. 
Affiancato da un operatore, è andato a cercarle fuori dal quartiere, nelle “Basse” di San Michele, per rispondere alla proposta di un amico figlio di contadini che gli aveva suggerito un’immagine da cui partire: quella della mamma, seduta sulla sedia, intenta a pulire il radicchio. Un viaggio che è proseguito radunando le voci di Anella Negrini, Nella Giona, Rosetta Bighignoli, Mariella Checchi e Antonia Giuliari: anziane i cui gesti continuano a “vivere” nel documentario. O di Valentina Pozzi, la giovane del gruppo, che una volta diplomata ha scelto di lavorare in campagna.  
A distanza di anni, Mazzara ha trasferito le scene e i dialoghi ripresi dall’obiettivo della telecamera nel libricino Tutta lavoro, casa e chiesa (Qui Edit), che lo scorso 29 maggio è stato presentato nella sala consiliare della Circoscrizione, in una serata organizzata dall’associazione Cultura e territorio di cui lo stesso autore è presidente. E pare di vederle queste esistenze prendere vita dalle pagine stampate. Ci sono appunto Anella e Nella, davanti alla distesa di verdure: “Sarò  ’ndà tre olte in Merica in genocion!”, dice una, per ricordare che l’operazione della pulizia è preceduta da quella, altrettanto faticosa, della raccolta. Perché in campagna c’era tanto da fare.  
Eh, la vita l’era quela! Par forsa”, sfugge a Rosetta. La casa, il lavoro, una mazurca suonata dall’organetto. L’amore, che spesso s’incontrava sul sagrato della chiesa, la domenica dopo la Messa. O alle sagre: altra occasione per giovanotti e signorine per scambiarsi uno sguardo complice o “rubare” un bacetto nello scontrarsi dei seggiolini della giostra.    

«Alle Basse c’era un’aria diversa da quella del quartiere. Un’atmosfera che spero si respiri leggendo il libro, assieme all’incredibile forza di queste donne che facevano una vita oggettivamente difficile». 
Eppure... «Riuscivano a fare tutto e a far fronte ai problemi con una capacità che al giorno d’oggi manca. Trovavano la forza di fare dell’ironia su situazioni drammatiche. Era difficile non innamorarsi di queste storie che ho voluto comunicare ma senza nostalgie», conclude l’autore. 
Un po’ come accade per altre serate che l’associazione ha promosso e promuoverà per rivitalizzare il quartiere. Il libro si può acquistare presso l’edicola di piazza Madonna di Campagna. Per informazioni, scrivere a veronasme@gmail.com.

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