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Dalla Piccola Fraternità nuovi spazi per i disabili

di FABIO TOMELLERI
Sistemazione di un immobile dato dalla parrocchia di Porto 

Dalla Piccola Fraternità nuovi spazi per i disabili

di FABIO TOMELLERI
Quarant’anni e non sentirli. Lo scorso 5 giugno la Piccola Fraternità di Porto di Legnago ha spento le sue prime 40 candeline. Per l’associazione legnaghese, nata dall’intuito dell’allora parroco don Alessandro Benini, si è trattato di un momento importante, che coincide con lo sviluppo di nuovi progetti. Un momento collettivo, in cui l’associazione guidata dal presidente Franco Meneghello ha presentato alla città progetti e attività, si è svolto sabato 10 giugno nella sede della Fondazione “Maria Fioroni”.
Nel cortile dell’ente culturale, in collaborazione con la Fondazione stessa e il Comune rappresentato dall’assessore al Sociale, Orietta Bertolaso, è stata organizzata la manifestazione “Fraternità a colori”, in cui sono stati coinvolti i più piccoli. Accanto allo spettacolo di burattini di Favolavà, i bambini sono stati allietati dalla presenza dell’attore Mario Palmieri; dalle musiche del maestro Giancarlo Rango; da Roberto Masin, Nicoletta Pasqualini e Alessio Zamboni; dall’animazione dell’associazione “Tela di Leo”; dal truccabimbi delle studentesse dell’istituto superiore “Giuseppe Medici” di Porto e dal rinfresco finale offerto dalla Pro loco guidata da Cesare Canoso. Per Meneghello e il suo vice Cristiano Pravadelli è stata l’occasione per fare il punto sulle attività prossime del sodalizio, che in tanti anni ha aiutato adulti disabili in iniziative molto importanti. Per questo l’associazione sta raccogliendo fondi attraverso molteplici canali.
A cominciare da quello del 5 per mille, richiedendo cioè ai contribuenti di inserire il codice fiscale del sodalizio, che è 91003350237, nella prossima dichiarazione dei redditi. Inoltre la Onlus ha attivato un conto corrente in Banca Etica, il cui Iban è IT 34 O 05018 11700 000017160342, per sostenere il nuovo progetto di autonomia che verrà realizzato nella struttura. «Chi vorrà aiutarci con un contributo economico – puntualizzano presidente e vice – potrà contattarci e riceverà tutte le indicazioni relative alla nostra proposta, con le possibili agevolazioni fiscali e l’ammontare dei soldi raccolti in progressione». Nei giorni scorsi, nel rione di sinistra Adige, sono iniziati i lavori per adeguare i nuovi ambienti concessi in uso dalla parrocchia di Porto, guidata da don Moreno Roncoletta, alla Piccola Fraternità. L’immobile si trova in via Principe Umberto.
«Quando mons. Domenico Pompili l’11 febbraio scorso ha visitato la nostra realtà – spiega Meneghello – ha benedetto il nuovo progetto. Questa sfida inizia per noi con la ristrutturazione di alcuni ambienti dove un gruppo di persone con disabilità potrà vivere insieme, con un certo grado di autonomia, impegnandosi quotidianamente anche in attività occupazionali e lavorative sul territorio». Il raggiungimento di questo obiettivo sarà possibile perché verrà creata una casa senza barriere architettoniche. «L’edificio – prosegue il presidente – presenterà molti dispositivi tecnologici utili a facilitare la vita degli ospiti. Tutto ciò, grazie alla presenza di una serie di professionisti formati per questo tipo di lavoro». Il primo progetto di residenzialità “leggera” è decollato alla Piccola Fraternità una ventina di anni fa. «Dapprima – sottolineano Meneghello e Pravadelli – si è trattato di dare un supporto alle famiglie degli ospiti in situazione di particolare affaticamento nel seguire i propri cari. Quindi abbiamo fatto sperimentare alle persone accolte un distacco dalla famiglia di origine per periodi limitati. Con questa nuova fase prevediamo un’ulteriore attenzione verso quei disabili che hanno un buon grado di autonomia e, pertanto, sono in grado di vivere da soli».
Quando, a febbraio, i volontari della Piccola Fraternità hanno incontrato il Vescovo, hanno sintetizzato il loro percorso di crescita presentando al prelato tre vasi di fiori: «Mons. Pompili ha posto il seme nel primo dei tre vasi, che era vuoto. Esso voleva indicare la nascita del nuovo percorso in questo 2023. Negli altri due contenitori, invece, c’erano, rispettivamente, una pianta già cresciuta, che rappresentava il nostro anno di fondazione 1983, e una un po’ più giovane con l’iscrizione 1989, data in cui ci siamo trasferiti nella sede attuale, dove da allora svolgiamo i nostri servizi, che spaziano dall’accoglienza diurna al sollievo, passando per i periodi di residenzialità». «In questi 40 anni – osserva il presidente dell’associazione – sono davvero tante le persone che ci hanno sostenuto e aiutato concretamente donandoci molta amicizia. Senza dimenticare i servizi di molti volontari che si sono concretizzati con i servizi di trasporto dei disabili, la cucina e le varie attività con gli ospiti. Vogliamo ricordare i tanti giovani che dal 1987 in avanti sono cresciuti all’interno della nostra organizzazione grazie all’avvio del Servizio civile italiano a cui, in seguito, si è aggiunto quello europeo. Sono stati oltre 100 i ragazzi che hanno prestato la loro preziosa opera in associazione in questi decenni». Il presidente conclude con un auspicio: «Il nuovo vaso, quello in cui il Vescovo ha deposto il seme del progetto della nuova struttura, necessita ancora del nostro impegno di volontari, ma anche dell’aiuto di tutti i cittadini per sostenere i nuovi lavori e far sviluppare ulteriormente la nostra attività a beneficio del prossimo». 

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