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Camminano in gruppo solo quando cala la notte

di ADRIANA VALLISARI
Camminatori spontanei si trovano in piazza e assieme... 

Parole chiave: Zevio (9), Verona (223), Camminare (2)
Camminano in gruppo solo quando cala la notte

di ADRIANA VALLISARI

Ore 19.55 di mercoledì sera. C’è del movimento sotto la colonna dedicata a santa Toscana, nell’omonima piazza di Zevio. Da ogni direzione iniziano ad arrivare alla spicciolata delle persone. Alcune si conoscono, altre sono facce nuove: si guardano negli occhi per scorgere le fisionomie, visto che mezzo volto è coperto dalle mascherine. «Ciao, buonasera!», si salutano. Sono tutti camminatori spontanei, arrivati qui perché hanno letto un annuncio su Facebook, nella pagina del gruppo “Zevio by night”.
Una quindicina di persone, dai 40 anni in su, di Zevio e dintorni, sfida il freddo per fare un po’ di movimento. Da sole, forse, non sarebbero uscite; sapendo di trovare qualcun altro, invece, si lanciano con fiducia in un percorso avventuroso: una passeggiata notturna sull’argine. Senza luci. «È tutto un altro modo di scoprire il paese, perché basta allontanarsi di poco dal centro abitato per ritrovarsi immersi nella natura e ammirare il cielo stellato, facendo quattro passi in compagnia e socializzando con altri», spiega Fausto Conti, zeviano doc, che cinque anni fa ha lanciato la proposta con un amico.
Oggi il gruppo Facebook da lui curato conta 660 simpatizzanti, che vengono aggiornati con puntualità sull’uscita settimanale – sempre il mercoledì – e sul percorso previsto. «Di solito facciamo 8 chilometri, fra andata e ritorno, con un ritmo alla portata di tutti – spiega il promotore –. I percorsi sono tre e sfruttano l’argine del fiume: a destra Adige, in direzione Perzacco oppure verso San Giovanni Lupatoto; a sinistra Adige, congiungendosi alla ciclopedonale asfaltata intitolata a Pantani, che è in territorio di San Martino Buon Albergo». Ed è proprio quest’ultimo tragitto che imbocca il gruppo, opportunamente distanziato. Superato il ponte Perez, si entra in via Casotton e già l’atmosfera cambia. «Incredibile, vero?», chiede Conti, che pur essendo un appassionato camminatore ancora resta incantato dalla magia della natura (sensibilità che l’ha fatto diventare il referente zeviano di Legambiente). «Abbiamo scelto l’argine dell’Adige non perché siamo sconsiderati, ma perché quassù siamo rialzati e in sicurezza, più che lungo le strade – racconta –. Inizialmente avevamo provato a fare un giro serale in paese, tra cui uno che toccava dieci capitelli sparsi sul territorio; ma tra attraversamenti e maggior rischio di dispersione, abbiamo preferito spostarci per di qua».
Sono luoghi molto frequentati da ciclisti e pedoni, di giorno; di notte sono deserti. «Sono soprattutto le donne che partecipano alle uscite: da sole avrebbero paura, ci dicono». In sottofondo l’Adige gorgoglia; mentre un passo segue l’altro, si sente un leggero brusio dalle note gioiose. «È sempre così, si scambiano quattro chiacchiere e si parla del più e del meno: ricette, viaggi, consigli – sottolinea Beatrice Conti, di Zevio, che da due anni frequenta il gruppo –. Sapendo che c’è questa possibilità, si vince la pigrizia di stare sul divano».
Qualcuno intanto prova a indovinare a che cosa corrispondono le luci lontane che irrompono nella notte. Si vede nitido il campanile della chiesa di Mambrotta; più indietro, dei chiarori indicano San Martino Buon Albergo; verso ovest si staglia la ciminiera di Ca’ del Bue, illuminata di rosso. «Qual è il carro, Fausto?», domanda poi qualcuno, col naso all’insù. E allora, arrivati al chilometro numero 4, ci si ferma per scrutare la volta stellata. Poi si fa marcia indietro. «È la prima volta che partecipo: di solito cammino un paio di sere a settimana, stavolta ho visto il post su Facebook e ho deciso di venire con un’amica – dice Elena Contro, di Zevio, impiegata e mamma –. Conoscevo questo percorso per averlo fatto in bici con i figli, ma non l’avevo mai affrontato di notte; mi è piaciuto, è un bel modo per ritagliarsi qualche ora dalla routine quotidiana».
I benefici del movimento sono tanti: fisici ma anche psicologici. «Tanti ci dicono che vengono qui per sfogarsi e rilassarsi: specie dopo i vari lockdown legati alla pandemia, camminare è un toccasana per molti», rileva Conti, che da pensionato esce ogni sera per una sgambata. Camminandogli al fianco, si scopre che lui, alpino e già donatore dell’Avis locale, ha percorso per due volte il Cammino di Santiago (in bici da Lourdes, 1.100 km, e a piedi, 900 km), che è stato a Roma in bici e che quest’estate ha fatto la Via di Francesco (dal santuario de La Verna, in Toscana, ad Assisi) e a fine aprile andrà da Porto a Santiago (250 km), sul Cammino portoghese. «Emozioni incredibili, si conosce gente da tutto il mondo... E se ce la faccio io, chiunque può farlo», dice con l’immancabile sorriso Fausto, che ha persino imparato a girare i video delle sue imprese e a pubblicarli su YouTube.
Tra una chiacchiera e l’altra, il gruppetto è ormai di nuovo sul ponte che riporta in paese. «Stasera si sta bene, qualche settimana fa c’era una nebbia! Ma noi andiamo lo stesso – esclama Roberta, una delle “veterane” del gruppo –. Quando eravamo chiusi in casa per la pandemia mi ero comprata un tapis roulant: l’ho usato tre volte, niente batte il camminare all’aria aperta». In coda, ad assicurarsi che nessuno resti indietro, c’è Giuliano Gabrieli, fondatore e presidente del locale Gruppo podistico Carnegrea, attivo dal 1995. «Ogni mattina cammino o corro per 12 chilometri, ma il mercoledì sera sono sempre qua, in aiuto a Fausto – dice –. Camminare fa bene, qui lo facciamo usando il buon senso». Sono le 21.50, sotto lo sguardo di santa Toscana i partecipanti si augurano la buonanotte. «A mercoledì!». 

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