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Emilio Butturini, una vita per la pedagogia

di PAOLA DAL TOSO

È scomparso nei giorni scorsi all'età di 83 anni il prof. Emilio Butturini, una vita dedicata allo studio della pedagogia e all'insegnamento, ma anche un cristiano a tutto tondo. Il ricordo di una sua collaboratrice universitaria

Emilio Butturini, una vita per la pedagogia

di PAOLA DAL TOSO

Emilio Butturini, nato a Revere (Mantova) il 12 ottobre 1937, è deceduto a Verona il 13 agosto scorso.

Dopo la laurea presso l’Università di Padova nel novembre 1960, con 110/110 e lode, in lettere classiche con una tesi in storia antica, ha insegnato per anni negli istituti superiori: all’Itis “G. Ferraris” di Verona e ai licei classici “Rosmini” di Rovereto (Trento) e “Augusto” di Roma, all’istituto magistrale “Isabella d’Este Gonzaga” di Mantova, ai licei scientifici “Messedaglia”, “Galilei” e “Fracastoro” di Verona, fino a quando è stato chiamato alla docenza universitaria di Pedagogia generale e di Storia della pedagogia nelle università di Padova e di Verona (Facoltà di Economia, di Lingue, di Magistero, di Lettere e di Scienze della Formazione), in qualità di professore associato dal 1982 e di ordinario dal 1990.

È stato presidente del Corso di laurea in Scienze dell’educazione dell’Università degli studi di Verona per due trienni e direttore del Dipartimento delle Scienze medesime per un biennio, prima di essere eletto, dal novembre 2000 al settembre 2006 (per due mandati) preside della nuova Facoltà di Scienze della formazione, ora Dipartimento di Scienze umane.

È stato pure impegnato nell’Azione Cattolica, con responsabilità anche nazionali in qualità di delegato nazionale studenti nel 1966 e 1967 e di consigliere centrale dell’Unione cattolica italiana insegnanti medi (Uciim) per 25 anni; nell’attività amministrativa per due mandati come consigliere del Comune di Verona dal 1994 al 2002, anche con funzione di capogruppo.

Ha offerto importanti contributi su vari temi di ricerca di carattere storico-pedagogico con numerosi articoli, saggi e libri. La problematica che gli stava molto a cuore e che l’ha accompagnato per tutta la vita riguarda l’educazione alla pace, una tematica che 40 anni fa non faceva fare carriera... L’approfondita in particolare nei seguenti testi: La nonviolenza nel Cristianesimo dei primi secoli, con prefazione di D.M. Turoldo, Paravia, Torino 1977 - rist. 1979 e 1986; La croce e lo scettro. Dalla nonviolenza evangelica alla chiesa costantiniana, Ed. Cultura della Pace, Firenze 1990; Mario Gecchele, Scoutismo ed educazione alla pace, Mazziana, Verona 1998; La pace giusta. Testimoni e maestri tra ‘800 e ‘900, Mazziana, Verona, giunta alla quarta edizione nel 2007; Il punto su don Milani. Famiglia idee collaboratori, edito dalla Mazziana nel 2013.

L’attenzione nei confronti del mondo giovanile è stata oggetto di importanti riflessioni, ma soprattutto in Disagio giovanile e impegno educativo, La Scuola, Brescia, 1984 (II ed. 1986).

Sulla questione dell’insegnamento della religione è tornato più volte in vari articoli pubblicati in riviste pedagogiche ed in particolare nel volume: La religione a scuola. Dall’Unità ad oggi, Queriniana, Brescia 1987.

Ha dedicato importanti saggi sulla storia della scuola media, in particolare sull’apporto di Guido Gonella, sulla questione della parità scolastica, su Gesualdo Nosengo.

Emilio Butturini ha delineato il profilo e l’impegno educativo di numerosi fondatori e maestri di vita operanti nel contesto storico veronese tra Ottocento e Novecento. In particolare ha scritto su don Nicola Mazza, Elena Da Persico, don Giovanni Calabria, don Giuseppe Baldo, mons. Giuseppe Nascimbeni, Carlo Perucci. Inoltre, ha dato alle stampe con l’editrice veronese Mazziana: Rigore e libertà: la proposta educativa di don Nicola Mazza (1790-1865) nel 1995 e Istituzioni educative a Verona, nel 2002 (II ed.).

Altra attenzione ha riservato alla riflessione sull’evoluzione della famiglia e della sua azione educativa nella tradizione culturale e religiosa dell’Occidente. Gli ultimi contributi riguardano la visione dell’infanzia in alcune proposte pedagogiche degli ultimi due secoli.

Con i suoi contributi il professor Emilio Butturini ha donato senz’altro un importante apporto alla cultura storico-pedagogica, frutto di studio puntuale e appassionato. Di certo la ricerca scientifica che l’animato non è stata disgiunta da numerosi impegni in ambito civile, amministrativo e sociale: si potrebbe affermare che esiste una circolarità tra l’intensa produzione intellettuale e quanto in concreto ha cercato di tradurre in pratica.

A questo breve profilo accademico vorrei aggiungere qualche altra riga – a mo’ di flash – per ricordarlo in maniera più personale, data la mia vicinanza negli ultimi anni della sua attività accademica. È stato un privilegio per me condividerli, standogli al fianco. Fin da subito mi chiese di dargli del “tu”, mentre da sempre ero abituata a rivolgermi nei confronti dei superiori con il rispettoso “lei”. E quando capitava di fermarci in presidenza della facoltà oltre l’orario di chiusura, si preoccupava del mio rientro a casa, portandomi in stazione a prendere il treno. E se arrivavamo un po’ in anticipo, non mancava di chiedermi se prendevo qualcosa al bar. A Natale c’era sempre un pensierino: un bel libro scelto tra quelli appena editi.

A sentirlo tenere una lezione stavo a bocca aperta: che vastità e profondità di cultura! Partecipare alle sue lezioni era un bagno di riferimenti a numerosissimi autori. Non mancavano richiami alle radici latine delle parole e confronti con il medesimo termine in altre lingue. Una capacità di analisi e lettura approfondita impareggiabile. E dei vari autori della Storia della pedagogia aveva letto almeno le più importanti opere, che sapeva citare.

A lezione usava lucidi che proiettava con la lavagna luminosa: densi di annotazioni scritte a mano.

Come facesse a leggere e studiare non lo so, visti tutti gli impegni familiari e non solo. Era solito prendere appunti di quanto trovava interessante in un quaderno a quadretti di un centinaio di pagine, annotando le pagine esatte nel caso di trascrizioni. Ne aveva una bella raccolta, se non sbaglio una ventina…

E come non ricordare l’agenda con una marea di fogli, appunti, bollette da pagare, ma anche con l’indirizzario di tutte le persone con le quali sapeva instaurare e coltivare rapporti di amicizia. E in occasione delle festività natalizie e pasquali non mancava di farsi vivo per gli auguri. Che delicata gentilezza!

Preciso e scrupoloso, a volte fin troppo pignolo nella revisione dei testi. Darglieli da correggere significava per me stare tranquilla perché sapevo non gli sarebbe sfuggito il benché minimo dettaglio. Insieme mi offriva anche spunti per eventuali possibili integrazioni.

Il prof. Butturini ha regalato importanti contributi alla storia della città dove ha vissuto, Verona, approfondendo l’evoluzione di una serie di istituzioni educative nate all’interno di congregazioni religiose operanti nel territorio tra l’Ottocento e il Novecento. Ha delineato così l’impegno a favore della formazione di bambini e ragazzi da parte di varie figure che diversamente sarebbero rimaste nell’ombra o del tutto sconosciute.

Ricordo Emilio Butturini non solo come docente universitario, ma anche come persona buona, discreta, dal carattere mite, uomo di pace. Non solo aveva scritto sulla pace, ma la viveva nelle relazioni interpersonali: sempre accogliente, capace di tessere relazioni amicali di collaborazione, costruttore paziente di pace.

Amante della famiglia: fin dai primi momenti di collaborazione mi portò a casa sua e volle farmi conoscere la moglie Paola e la sua numerosa famiglia, composta da sei figli. Ci teneva alla famiglia e credeva nelle sue potenzialità vitali. Per qualche anno, finché gli fu possibile, tenne nel corso di laurea magistrale in Scienze dell’educazione l’insegnamento Storia dell’educazione famigliare.

Sempre fiducioso nella Provvidenza, era animato da una profonda fede religiosa coltivata e testimoniata con semplicità nell’ordinarietà della vita quotidiana. Un’autentica testimonianza di cristiano a tutto tondo.

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