Chiesa
stampa

La gioia e le sfide di essere famiglia oggi

di ALBERTO MARGONI inviato a Città del Vaticano

Prima giornata del convegno pastorale dedicata all'amore familiare quella svoltasi ieri nell'aula Paolo VI in Vaticano, nell'ambito dell'incontro mondiale delle famiglie che si concluderà domenica 26.

La gioia e le sfide di essere famiglia oggi

All’amore familiare è stata dedicata la prima giornata del convegno pastorale svoltosi ieri nell’Aula Paolo VI in Vaticano nel corso del X Incontro mondiale delle famiglie, che si concluderà domenica 26. Molta carne al fuoco e numerosi i temi trattati nelle due conferenze e nei quattro panel che hanno visto l’intervento di ben 36 relatori, spesso in coppia trattandosi di marito e moglie. Un approccio pastorale, con testimonianze anche molto forti e spunti pastorali concreti.

La prima conferenza è stata incentrata su Chiesa domestica e sinodalità. Gli statunitensi Gregory e Lisa Popcak hanno parlato della liturgia della vita della Chiesa domestica, cioè della famiglia, la quale si esprime in tre riti: quello delle relazioni cristiane, dei rituali familiari e dell’andare oltre, raggiungendo gli altri.

Il primo panel, moderato da Emma Ciccarelli e Piermarco Trulli ha affrontato il tema della collaborazione tra sposi e sacerdoti per costruire la Chiesa. Due vocazioni, il matrimonio e l’ordine sacro, complementari e corresponsabili. «Quando vi è piena collaborazione tra consacrati e sposi, la Chiesa si rigenera», hanno evidenziato i moderatori. Alexis e Gloriose Nsambimana, coniugi del Burundi, hanno affrontato il tema di famiglie e pastori insieme in missione, mentre Jerome e Jeannette Daher, libanesi residenti in Francia, hanno presentato la loro esperienza che consiste nel fare comunità tra famiglie, ritrovandosi una o due volte al mese in un gruppo del quale possono far parte fino a un massimo di sei coppie. Gli incontri sono strutturati in alcuni momenti specifici e costituiscono una valida esperienza di accompagnamento per i coniugi.

Un secondo panel ha posto al centro dell’attenzione il rapporto tra giovani e anziani “insieme per la Chiesa di domani”, moderato da Adriana Bizzarri e Giustino Trincia. Molto forte la testimonianza proposta dai coniugi spagnoli Alvaro Medina del Campo e Maria Rosaria Garcia Garoz sul ruolo dei nonni. La loro figlia, dopo travagliate vicende personali, è stata colpita da un aneurisma ed è tornata a vivere con i genitori. «Abbiamo sempre cercato di trasmettere la fede, anche se i risultati non erano quelli attesi, e continueremo a farlo».

Sull’importanza del rapporto intergenerazionale tra giovani e anziani, tra nipoti e nonni, si è soffermato lo statunitense Christopher M. Bellitto. Egli ha segnalato che nel 2040 il 20% della popolazione mondiale avrà più di 75 anni. Gli anziani quindi non sono solo il passato, ma anche il futuro di un popolo, sono «antenati viventi». E ha proposto ai giovani attività molto semplici e concrete da attuare con i propri nonni: dal farsi raccontare della loro prima Comunione, fino a rivolgere loro domande difficili su qualche esperienza di vita; dal mangiare spesso al cucinare insieme, solo per fare due esempi. Perché gli anziani hanno una ricchezza che va custodita.

Sulla necessità di passare da una pastorale settorializzata ad una integrale e trasversale è stato incentrato l’intervento di Vincenzo Bassi e Carla Di Lello, entrambi avvocati e membri dell’Unione giuristi cattolici. «La famiglia non è il malato da curare, ma la cura della malattia», hanno affermato, sottolineando il ruolo da protagonisti degli anziani nella trasmissione della fede e delle tradizioni.

Nella conferenza pomeridiana i giovani coniugi spagnoli Eduardo e Monica Gonzalez Soriano hanno affrontato il tema dell’accompagnamento nei primi anni di vita matrimoniale, «dove ci si sente soli». Risulta quindi fondamentale poter contare sulla presenza di un prete e di una coppia di sposi veterani. Nella loro diocesi di Toledo hanno realizzato, con la delegazione Famiglia e vita, il progetto “Family rock”, che non ha nulla a che vedere con il genere musicale, ma fa riferimento alla famiglia costruita sulla roccia. E uno dei momenti centrali è la celebrazione annuale di san Valentino, il patrono degli innamorati, una festa oggi limitata soltanto ad aspetti commerciali. Loro la vivono lungo le vie di Toledo con un percorso alla scoperta di coppie che hanno lasciato il segno.

Sull’amore familiare nella prova si è soffermato il terzo panel, condotto da Cristina Elena Riccardi e Paolo Pellini, coniugi milanesi impegnati nell’associazione Amici dei bambini. La famiglia ha l’aspetto di un diamante a 4 facce, nel quale si coniugano bellezza e fragilità. «Dobbiamo portarla in Paradiso, senza farle togliere i piedi da terra», hanno affermato evidenziando come numerose siano le sfide e le debolezze che richiedono di essere curate. Particolarmente forte la testimonianza dei coniugi sudafricani Stephen e Sandra Conway, passati attraverso l’esperienza del tradimento di lui e del perdono di lei, grazie all’esperienza di Retrouvaille, di cui entrambi sono ora partecipi.

Si è poi parlato nel quarto panel della necessità di accompagnare la paternità e la maternità, perché «essere padri e madri significa accogliere il dono della vita con responsabilità».

Gli statunitensi Mary Rose e Ryan Verret, coppia in attesa del sesto figlio, hanno rimarcato come «i bambini hanno bisogno di trovare un padre presente, che li aspetta, che trascorre del tempo con loro».

Gli spagnoli Jordi Cabanas e Gloria Arnau sono genitori di otto figli, due dei quali in affido. Vivono in una comunità di Famiglie per l’accoglienza. «Siamo una famiglia che accoglie perché noi per primi siamo stati accolti. L’adizione e l’affido sono una scelta cristiana. Non è grazie alla nostra forza, ma con la nostra debolezza che si accoglie, nella convinzione che meno per meno fa più».

Infine Gianluigi De Paolo e Annachiara Gambini hanno raccontato del loro quinto figlio, Giorgio Maria, «un terremoto delle nostre certezze», un bambino con la sindrome di Down, e di come hanno anticipato i messaggi probabilmente imbarazzati di amici e conoscenti «raccontando al mondo che eravamo felici. Non siamo una famiglia modello, abbiamo detto sì alla vita non per scelta ideologica, ma perché era bello». Da qui l’invito ad accogliere sempre la vita nascente.

Stamani, dopo la Messa nella basilica di San Pietro, presieduta dal card. Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, il secondo giorno del congresso metterà a fuoco il tema della vocazione.

(nella foto un momento del primo pane dedicato a "Sposi e sacerdoti per costruire la Chiesa")

Tutti i diritti riservati
La gioia e le sfide di essere famiglia oggi
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento