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Viaggio nell'economia civile

Dove la persona sta sopra al profitto. Non solo capitalismo impersonale: cresce una visione diversa. Ecco i protagonisti

Parole chiave: Capitalismo (1), Economia (128)
Viaggio nell'economia civile

C’è una economia che viaggia parallela a quella capitalistica: è l’economia civile che si sta sempre più allargando e imponendo, tanto da assumere un ruolo fondamentale nello sviluppo integrale e nella tutela dell’eco-sistema. Le imprese che rientrano in questa sfera sono in Europa oltre 2 milioni, pari al 10% del totale, e danno lavoro a 11 milioni di persone, il 6% dei lavoratori dipendenti dell’Unione Europea.

Dunque è possibile “fare impresa” coniugando profitto, responsabilità sociale, rispetto del clima e dell’ambiente. Postulati di questo modello sono la centralità della persona-lavoratore; il risultato economico inteso non come “sacro idolo” ad esclusivo vantaggio degli azionisti quanto piuttosto elemento di crescita economica e sociale di tutta la collettività; la produzione che non deve rispondere, costi quel che costi, al solo obiettivo della massimizzazione ma adottare processi che portino ad un uso oculato delle risorse ed al reimpiego degli scarti di lavorazione nella logica della circolarità.

Insomma una economia inclusiva, generativa che abbia al centro l’uomo nella sua integralità e che nella fase distributiva della ricchezza prodotta tenga in debito conto le esigenze della comunità, avendo particolare riguardo per le persone che, per varie ragioni, ne sono ai margini. Non è un sogno, ma una concreta realtà che segna sempre più in profondità il modello economico che, sull’onda delle rinnovate crisi anche pandemiche e della maturità nelle scelte di acquisto dei consumatori, si sta imponendo in questo terzo millennio.

Le imprese che praticano l’economia civile sono parte integrante del Terzo settore che ha assunto anche in Italia dimensioni del tutto significative. Lo attesta l’Istat che in una indagine, anche se non recente, sul non profit fotografa questa galassia in continua crescita: 343mila istituzioni con oltre 800mila dipendenti, cui vanno peraltro aggiunti 5,6 milioni di volontari. Secondo dati Eurispes, l’apporto economico del non profit in Italia viene stimato tra i 65 e i 70 miliardi di euro, pari al 4% del Pil nazionale.

L’incidenza del Terzo settore rispetto al totale delle imprese industriali e dei servizi è passata dal 5,8% del 2001 all’attuale 7,8% e in termini di addetti al 4,8% al 6,9%. Nel Veneto (terza regione in Italia dopo Lombardia e Lazio) si contano 30.235 realtà e 75mila dipendenti.

Quello che colpisce è che negli ultimi quindici anni tali cifre sono praticamente raddoppiate. Verona è tra le prime realtà del Veneto. Secondo il Centro servizi per il volontariato nella nostra provincia operano oltre mille istituzioni: 445 associazioni di volontariato; 187 associazioni di promozione sociale; 450 ex onlus e altri soggetti non iscritti ad alcun registro. A queste vanno aggiunte le società benefit, le imprese sociali, le cooperative, le mutue e altre istituzioni che sono organizzate per produrre beni e servizi da collocare sul mercato.

È un mondo poco esplorato e conosciuto che ha iniziato a muovere i primi passi oltre trent’anni fa e si è via via irrobustito. Oggi rappresenta una realtà produttiva ed occupazionale importante presente in agricoltura, nell’industria e nei servizi in particolare quelli rivolti alle persone. Questo articolo è la prima tappa di un viaggio che Verona Fedele intende fare per dare visibilità a tante realtà che si ispirano ai principi e ai valori della Dottrina sociale cristiana: etica, partecipazione, sostenibilità, condivisione, innovazione, valorizzazione delle persone. Sono imprese, senza finalità di lucro, che competono sul mercato, che producono beni e servizi di qualità nel rispetto dell’ambiente, che raggiungono obiettivi economici di profitto che non viene però distribuito ai soci ma reinvestito nell’azienda per rafforzarne le capacità produttive ed aumentarne l’occupazione. Non poche di queste imprese veronesi hanno avuto significativi riconoscimenti a livello nazionale. (1 - continua)

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