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Benzina, oh cara

di NICOLA SALVAGNIN

Lo Stato italiano fatica a incassare le imposte dirette (quelle che gravano sui redditi) e quindi si rifà su quelle indirette: impossibili da evadere o eludere

Parole chiave: Caro benzina (1), Imposte indirette (1), Accise (2), Carburanti (2), Benzina (2), Tasse (12)
Pompa di un distributore di carburanti

di NICOLA SALVAGNIN

È così paradossale vedere ministri della Repubblica che si scatenano contro un caro-carburanti che è causato anzitutto… dallo Stato. Perché più della metà del prezzo di benzina e gasolio deriva dalla quantità mostruosa di accise (leggi: tasse) che gravano sul costo industriale di questi sottoprodotti del petrolio. La variazione delle quotazioni del greggio incide insomma per una parte assai relativa.
L’Italia ha una capacità di raffinazione notevole e non manca quindi di carburanti da mandare alle pompe, né deve importare benzina e gasolio dalla lontana Terra del Fuoco. Il problema è che poi storicamente lo Stato – da quando ha capito molti decenni fa che manna fosse per le proprie casse – grava questi prodotti con un’imposizione fiscale che esiste ovunque, ma in Italia assume livelli quasi da record. E così il prezzo alla pompa finisce per essere tra i più alti d’Europa, per la disperazione di automobilisti e camionisti, ma anche di trasportatori vari, navi, aerei, trattori, generatori di corrente…
E perché questa mano pesante da parte dei vari governi che si sono succeduti dal periodo fascista in poi? Semplice: lo Stato italiano fatica a incassare le imposte dirette (quelle che gravano sui redditi) e quindi si rifà su quelle indirette, impossibili da evadere o eludere.
Appunto il consumo di benzina e gasolio è il bersaglio perfetto: incassi mostruosi, impossibilità di far funzionare l’auto con prodotti alternativi, zero evasione fiscale. Magari sarebbe opportuno allentare un po’ la stretta fiscale quando il prezzo alla pompa raggiunge valori degni un litro di buon vino Doc: vedi i famosi tagli alle accise, che però sono sempre provvisori.
Questo è anche il motivo per cui noi consumatori non riscontriamo una vera concorrenza tra le stazioni di servizio. I margini di competizione sono così risicati (acquisti della materia prima dalle stesse raffinerie, tassazione uguale per tutti) che normalmente la pompa di carburante più conveniente sul territorio, lo è di pochi punti percentuali rispetto alla media.
Ultima chicca di questo strano mondo che sta affliggendo noi vacanzieri di ritorno: il costo industriale della benzina è inferiore rispetto a quello del gasolio; al distributore la situazione si capovolge per una tassazione della prima nettamente più pesante rispetto al secondo

Fonte: Sir
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