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La povertà, “malattia ereditaria” La Caritas prova a guarirla

di FRANCESCO OLIBONI
Indagine rivela: “si trasmette” tra le generazioni. La campagna “Prima i bambini”

 

La povertà, “malattia ereditaria” La Caritas prova a guarirla

di FRANCESCO OLIBONI
La povertà è ereditaria, cioè si passa di generazione in generazione. Questo è il risultato che emerge da uno studio di Caritas italiana da marzo a maggio 2022 riguardante l’ereditarietà della povertà.
L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di assistiti dalla Caritas, costruito su base regionale e stratificato per età e genere, ha denotato questa triste tendenza sia a livello economico, che dell’istruzione e del lavoro. Un esempio? Chi ha i genitori che si sono fermati alle scuole elementari, nel 60% dei casi riesce ad arrivare alla terza media, un altro 13% si ferma addirittura prima. Davanti a numeri così impietosi, Caritas diocesana veronese si è attivata con una campagna chiamata “Prima i bambini”, che ha l’obiettivo di interrompere la catena della povertà e favorire lo sviluppo delle capacità e dei talenti dei giovani più fragili, sostenendo in loro lo sguardo di fiducia verso il futuro. Anche il prefetto di Verona, Donato Cafagna, nei giorni scorsi, ha abbinato i tradizionali auguri natalizi a una raccolta fondi proprio su questo tema, insieme al vescovo, mons. Domenico Pompili. Abbiamo intervistato in merito Barbara Simoncelli, responsabile dell’area progetti e coordinamenti di Caritas Verona.
«Per Caritas diocesana, si tratta di un progetto che permette di offrire l’opportunità di accedere a tutti i servizi possibili a chi non se lo può permettere. La campagna “Prima i bambini” ha proprio l’obiettivo di interrompere la catena della povertà e sviluppare conoscenze, cultura, far emergere talenti per un pubblico di età giovanile e in condizioni di fragilità familiare, economica, educativa. I nostri bambini devono avere tutti la possibilità di guardare al futuro con fiducia e con gioia e di avere le stesse opportunità di coetanei più agiati».
– Questo progetto ha origine dal report di Caritas italiana?
«Lo avevamo già notato in questi anni di lavoro, ma lo studio condotto da Caritas italiana la scorsa primavera ce lo ha confermato con i numeri. La povertà ereditaria si trasmette “di padre in figlio”, per cui occorrono almeno cinque generazioni a una persona che nasce in una famiglia povera per raggiungere un livello medio di reddito. Ma è fortissima anche la povertà educativa, tanto che solo l’8% dei giovani con genitori senza titolo superiore riesce a ottenere un diploma universitario».
– Quindi Caritas Verona si occupa già da tempo di questo tema?
«Certo, attraverso le Officine culturali sul territorio si punta da sempre sul tema dell’educazione per i più fragili, per mamme in difficoltà, per i minori. L’Officina è un contenitore che accompagna, cura il gruppo dei pari, favorisce esperienze intergenerazionali. Abbiamo promosso proprio per i più giovani il progetto “Officina Futuro”, dove sono emersi necessità e bisogni inaspettati: la necessità di stare insieme, di condividere, di riconnettersi e il bisogno di essere ascoltati, coinvolti ed essere presi sul serio. Il ruolo dell’adulto è fondamentale e dovrebbe essere quello di accompagnare i ragazzi nelle loro scelte sostenendoli con risorse e dando loro speranze, offrendo loro scenari alternativi ed esperienze significative».
– Ci può dare qualche dato sul 2022?
«Nel 2022 abbiamo organizzato corsi di teatro, circoli di lettura, laboratori di cultura e pratica cinematografica, workshop culturali. Sono stati 139 i bambini che vivono in situazione di difficoltà, che hanno potuto beneficiare di opportunità formative al pari dei loro coetanei, come corsi sportivi, culturali e artistici, ma anche ricevere libri, computer e kit scolastici per essere forniti di tutto il necessario per affrontare gli studi con serenità. Per loro e per tutti quelli che busseranno ai Centri di ascolto Caritas, abbiamo immaginato il futuro con uno sguardo diverso, partendo dalle risorse e dai talenti dei nostri territori più che dalle fragilità e problemi. E tutti insieme ci impegniamo per costruire un futuro migliore».
– E la società civile come può essere d’aiuto?
«C’è una pagina sul sito di Caritas Verona che può dare tutte le indicazioni per poter essere d’aiuto in modo concreto. È possibile donare kit scolastici, libri, materiali utili per lo studio e la cultura, ma anche donare il proprio tempo, diventando volontario presso i nostri servizi e le nostre opere. Inoltre, ci sono società sportive e culturali che mettono a disposizione spazi gratuiti per i ragazzi più fragili. Sono questi strumenti che ci permettono di sostenere il diritto al futuro di molti bambini». 

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