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Da Giazza a Cogollo in bici: la ciclopedonale Val d’Illasi

di ROBERTA BRUNELLI
Quindici km che potranno allungarsi fino a Caldiero e Zevio 

Da Giazza a Cogollo in bici: la ciclopedonale Val d’Illasi

Il fermo immagine più bello: numerose biciclette e gruppi di persone di ogni età a godere del sole e della temperatura gradevole. Presenze che, lo scorso fine settimana, hanno misurato il gradimento della ciclopedonale dell’alta Val d’Illasi: una pista lunga 15 chilometri che unisce il paese di Giazza al capoluogo di Selva di Progno e che si spinge fino a Badia Calavena, terminando a Cogollo, al confine con il Comune di Tregnago. Da qui, il tracciato potrà proseguire fino a Caldiero e a Zevio, com’è nei desiderata dei sindaci della vallata che il 24 giugno hanno preso parte all’inaugurazione dell’opera.
Doppio taglio del nastro, bis di benedizioni e di spari dei trombini tra Selva di Progno e Badia Calavena, nei Comuni che hanno lavorato alla realizzazione del progetto. Due tratti – quelli compresi tra Giazza e località Ronche, e da Selva a Badia Calavena fino al guado dei Gonci – erano già percorribili da alcuni anni. Gli ultimi interventi, iniziati a gennaio dello scorso anno e conclusi lo scorso giugno, hanno unificato in tempi record l’insieme, creando una ciclopedonale che rappresenta anche una grande opportunità per il territorio e per le persone che lì abitano. «La nostra valle è già interessata da una buona presenza turistica, visto lo straordinario contesto ambientale e paesaggistico in cui si trova», ha illustrato al Centro di educazione ambientale il sindaco di Selva, Marco Antonio Cappelletti. Ha proseguito elencando la bellezza di un territorio che offre scorci sulle colline, che è attraversato da un torrente, che accompagna dolcemente ai piedi delle montagne fino ad addentrarsi nel verde della foresta demaniale. In questo contesto, ha evidenziato Cappelletti, l’opera può essere «una risposta alla forte richiesta di un turismo sostenibile e responsabile che favorisca l’esperienza del paesaggio, tutelando e valorizzando il territorio con strumenti a basso impatto».
Sostenibilità, ma pure proficua collaborazione che si riassume nella presenza delle tante autorità intervenute all’inaugurazione: il vicario del prefetto, Lucrezia Loizzo, che ha elogiato la capacità di procedere verso un comune obiettivo; la presidente della Conferenza dei sindaci, Luisa Ceni, che ha rimarcato l’importanza del lavorare in squadra per il benessere delle persone; il presidente della Provincia, Flavio Pasini, che ha evidenziato la valenza culturale di interventi come questi; la vicepresidente della Giunta regionale, Elisa De Berti, ha poi ricordato come la Regione abbia deciso di investire sul cicloturismo come occasione di conoscenza dei territori.
Tra gli intervenuti, c’era l’on. Aldo Brancher il quale, come ha ricordato Cappelletti, nel 1994 fu insieme a lui e ai sindaci di Bosco Chiesanuova (Claudio Melotti) e di Erbezzo (Lucio Campedelli) in prima linea nel far nascere l’ex Odi per distribuire risorse (e opportunità) ai territori confinanti con Trento e Bolzano. Adesso è confluito nel Fondo dei comuni confinanti, di cui è delegato l’on. Dario Bond intervenuto alla cerimonia, grazie al quale la pista ciclopedonale è stata interamente finanziata. Collaborazione è inoltre quella che ha unito diversi enti e amministrazioni per arrivare a festeggiare un risultato condiviso. «La pista ciclopedonale porterà grande ricchezza all’alta Val d’Illasi in termini di valorizzazione, sviluppo nella conoscenza del territorio, dell’economia e dello sviluppo di potenziali sevizi», ha fatto eco il sindaco di Badia, Francesco Valdegamberi. Alle amministrazioni sono già pervenute richieste, ha aggiunto, per creare lungo il percorso dei punti ristoro, di manutenzione dei mezzi o di ricarica per le bici a pedalata assistita.
L’opera, progettata dallo studio Vep di Padova, è stata seguita dall’ing. Maurizio Braggion. Nel suo insieme, presenta undici ponti (sei dei quali di recente realizzazione) che permettono di passare da una parte all’altra del torrente che scende dalla Val Fraselle. Questi passaggi rendono il tracciato, che è stato interamente asfaltato, piacevole da percorrere oltre che in sicurezza. Merito della presenza di parapetti, di segnaletica orizzontale e della posa di scogliere, reti e bio-stuoie che saranno rivestite di vegetazione per proteggere dal rischio di caduta di materiali. Soluzioni simili potranno essere adottate nella prosecuzione della pista ciclopedonale lungo la vallata, per la quale i tecnici in dialogo con i sindaci dei Comuni interessati stanno valutando il percorso ideale e soprattutto sono alla ricerca di fondi per consentirne quanto prima la realizzazione. 

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