Editoriale

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Volare e camminare sulle acque. I sogni dell’uomo incarnati dalla figura mitologica di Icaro e da quella storica di Gesù di Nazareth...

Odio e violenza. È il binomio dal quale siamo infettati quotidianamente. Non si sono ancora celebrati i funerali per le vittime della discoteca “Pulse” di Orlando in Florida, che i notiziari annunciano un altra sparatoria presso un centro commerciale di Amarillo, in Texas. Per fortuna l’unica vittima in questo caso è l’attentatore.

Papa Francesco corre da solo e stravince al primo turno con ampio premio di maggioranza. In giorni di elezioni amministrative, di eletti e delusi; di liste, percentuali e ballottaggi; di conta per l’astensione, strani apparentamenti, cambio di alleanze in corsa, laboratori per prossimi appuntamenti … in giorni così, insomma, chi si prende la scena è il primo cittadino del Vaticano.

Non so se e quanto renda in termini economici, ma c’è oggi una professione molto in voga, quella del digitatore. Ovvero colui o colei che con lo smartphone riuscirebbe a scrivere un giornale in un’ora e un’enciclopedia in un giorno o poco più...

Ci sono parole che diventano simboli, e papa Francesco con il suo linguaggio diretto e popolare ne sforna a iosa. Tra le parole, quelle che più mi colpiscono per la capacità evocativa e la carica di denuncia, sono certamente “muri” e “ponti”.

L’espressione è di quelle che ti lasciano senza fiato. Proprio come dopo un pugno in pancia e hai bisogno di un momento per riprendere il respiro.
“Io sono cattolico ma ho giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo”.
Che cosa significa, signor presidente? Che il Vangelo non è più all’origine dell’impegno dei cattolici in politica? Che in politica non ci sono più cattolici?

Lunedì scorso era la festa dell’Europa, in ricordo della dichiarazione di Robert Schuman che 66 anni fa propose la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), antesignana della Comunità economica europea (Cee) divenuta Unione Europea (Ue)...

Non c’è comunità, neanche la più piccola, che in questo periodo non sia in fermento per preparare la festa del giorno della Prima Comunione...

Un grazie. Innanzitutto un grazie sincero a tutti coloro che hanno permesso a Verona Fedele di giungere a 70 anni: ai direttori, ai giornalisti, ai grafici, al personale amministrativo e non ultimo, ai lettori...

Ha ancora senso celebrare una “festa” per il lavoro? L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma il lavoro interessa ancora? Ci interessa ancora?