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Il sogno di don Simone Bellamoli: «Una comunità bella come il duomo»

Il nuovo parroco di Pescantina ha fatto il suo ingresso alla vigilia della festa di San Francesco

Parole chiave: Duomo (4), Chiesa (182)
Il sogno di don Simone Bellamoli: «Una comunità bella come il duomo»

Uno sguardo panoramico sulla parrocchia, quello di don Simone Bellamoli (al centro nella foto), nuovo parroco di Pescantina, che ha fatto il suo ingresso alla vigilia della festa di San Francesco. 44 anni, originario della parrocchia di Marzana, è una vocazione adulta: ha studiato da elettrotecnico ed è entrato in Seminario nel 1997, a 21 anni.
Ordinato prete il 22 maggio 2004, ha trascorso cinque anni come vicario nella parrocchia di San Giuseppe fuori le Mura e uno a Dossobuono. Quindi per dieci anni parroco di Santa Maria Regina: dal 2010 al 2015 assieme al fratello don Zeno, di dieci anni più anziano e ora parroco di Monteforte, poi da solo fino alla sua nomina a Pescantina.

Nella sua omelia ha ricordato «la fede radicata e testimoniata dalla chiesetta romanica medievale di San Michele ad Arcè, la maestosità del campanile e del duomo San Lorenzo, ma al contempo le nuove abitazioni nei quartieri periferici del paese che testimoniano la sua evoluzione e l’ingresso di nuove famiglie negli ultimi anni». E il richiamo deciso alla fede, centro dell’esistenza: «La parola di Dio è monito per tutti. È monito per me prete a non essere prete senza Gesù, è monito per la nostra comunità parrocchiale a non essere una qualsiasi aggregazione di persone senza Gesù, è monito per ciascuno a non essere cristiani senza Cristo».

Su queste basi, su questa “pietra angolare”, don Simone si è incamminato verso la sua nuova missione. I momenti protocollari hanno visto il sindaco Davide Quarella nel suo augurio di «lavorare con solidarietà per diventare un punto di riferimento per famiglie e ragazzi». «Don Simone, ti auguro di realizzare il tuo sogno, sono certo che ne beneficerà l’intera comunità di Pescantina. Dio ti benedica», ha concluso il primo cittadino. Don Lorenzo Accordini, parroco di Balconi e molto partecipe nel ruolo di vicario foraneo nella chiesa che lo ha visto crescere nella fede fino al sacerdozio, ha regolato le operazioni di insediamento, col decreto di nomina letto dal popolare e giovane don Luca Zamboni, che “ha cantato” la sua prima Messa nel duomo di San Lorenzo ed ora è curato a Negrar.

Sogni, più che programmi pastorali nel futuro di don Simone. «Sogno una comunità bella come questa chiesa, ricca non tanto di opere d’arte ma ricca di carità, di fraternità, di collaborazione, di perdono. Una comunità dove tutti si possano sentir bene, come in famiglia, anche se non tutti la penseremo allo stesso modo e non tutti faremo le stesse cose o avremo le stesse responsabilità. In famiglia ci si vuole bene pur nella diversità di idee, opinioni o scelte», un passaggio culminante dell’omelia del nuovo parroco. Il benvenuto da parte del Consiglio pastorale per bocca di Daniele Montanari che ha ricordato i punti di forza della parrocchia: catechesi, missione, adorazione eucaristica, liturgia, ministri straordinari, coro. «Una realtà ricca di energie che attendono di essere valorizzate», ha concluso.

Presenti e molto commossi i genitori di don Simone, con il fratello don Zeno, che ha concelebrato la Messa solenne animata dal coro San Lorenzo, guidato con mano ferma dal maestro Miguel Angel Musumano, e dal coro dei giovani che ha veramente dato una marcia in più a questo ingresso. «Tutti devono sentirsi accolti come in una famiglia», ha concluso don Simone ringraziando ognuno che vorrà, da domani, «collaborare e portare il proprio contributo».  

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