Cultura & spettacoli
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Tornando al museo, mascherati e distanziati

di FRANCESCA SAGLIMBENI

C'è fame d'arte, specie dal weekend di Carnevale in poi. Ecco come stanno tornando alla "normalità" le nostre sale espositive

Parole chiave: Museo di Castelvecchio (1), Museo di Storia Naturale (1), Cultura (29), Musei (6), Città (28), Covid-19 (89), Verona (223)
Tornando al museo, mascherati e distanziati

di FRANCESCA SAGLIMBENI

C’è fame d’arte, di tornare a guardare il mondo più “da vicino” e a contemplare i capolavori della pittura (ma non solo) con i propri occhi, nei visitatori in attesa di accedere ai Musei Civici di Verona che da un paio di settimane hanno riaperto al pubblico, registrando il primo “picco” di affluenza nel ponte di Carnevale.  

Una considerevole presenza di famiglie con bambini e di giovani: così ci dicono anche gli scatti rubati durante il nostro tour al Museo di Castelvecchio e al Museo di Storia naturale, gettonato soprattutto da ristretti gruppi di scolaresche.

Per ammirare le grandi e pregiate tele del passato, e non meno il ciclo scultoreo del pian terreno (al momento le uniche accessibili, in quanto parte del complesso è oggetto di messa in sicurezza), nella prima settimana di apertura sono arrivati persino una trentina di studiosi statunitensi, riferiscono gli addetti alla biglietteria di Castelvecchio. Mentre Monica e Stefania, docenti in due diversi istituti veronesi, si sono mosse appositamente in auto da San Bonifacio, dove risiedono. L’una siciliana, l’altra napoletana, hanno approfittato del giorno di riposo per visitare i tesori scaligeri assieme. Non senza qualche inghippo tecnologico, facilmente dovuto proprio al sovraccarico del sistema di prenotazione, che per una manciata di minuti ha tenuto in ostaggio il loro biglietto elettronico, prolungando la loro attesa – per fortuna sotto un piacevole sole – nel cortile d’ingresso. «Non avevamo mai visto questo luogo della città tanto decantato», raccontano prima di entrare, «e in qualità di insegnanti non potevamo esimerci dalla sua conoscenza».

Gli accessi avvengono in maniera molto ordinata, sotto la vigilanza di personale scrupoloso e previa prenotazione digitale (possibile anche in tempo reale, finché si sosta in coda), corredata di autocertificazione sulle proprie condizioni di salute. Ogni sala espositiva è inoltre dotata di dispenser con disinfettanti per le mani. «Sentiamo come un valore e una responsabilità restituire alla gente spazi sicuri, e insieme spazi di bellezza, di meditazione e di pace», commenta la direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi, entusiasta del crescendo di risposte. «A ogni riapertura post-lockdown – dice – osserviamo che il ritorno è sempre timido, ma una volta compreso che ci si può fidare, la gente aumenta».

Tra i capolavori tornati allo sguardo meravigliato dei visitatori in presenza, si distingue senz’altro il polittico di Paolo Morando (detto il Cavazzola) del 1517, dove le ante laterali La salita di Cristo al Monte Calvario L’orazione di Cristo nell’orto di Getsemani, insieme alla Deposizione centrale, riescono a ipnotizzare sia adulti che meno giovani. Un vero bagno di cultura per le giovani generazioni, già così provate da tante restrizioni. Stesso effetto il Polittico dei Santi Quattro Coronati di Antonio Badile. «Emozionante tornare in luoghi rimasti per tanto tempo inaccessibili e osservare dal vivo capolavori di rara bellezza come questo», testimonia una coppia giunta apposta da Padova.

All’ora di pranzo le presenze sono più risicate al Museo di Storia naturale, da cui tuttavia si erano appena congedate un’ottantina di persone, essenzialmente gruppi di alunni di scuole di diverso ordine e grado, accompagnati anche dai genitori. Un regno incantato per tutti. Dove tra mappe geografiche in rilievo e fossili di specie faunistiche e botaniche che narrano la Terra di milioni di anni fa, frammenti di minerali caratteristici del nostro territorio (la pietra di Prun, la calcite di Marano di Valpolicella), e ancora, l’immenso “zoo archeologico” popolato da reperti o riproduzioni di molluschi, cetacei, anfibi, rettili, roditori e tutte le categorie possibili del regno animale, padri improvvisatisi (o meno) didatti e figli fanno a gara a chi ne sa e si diverte di più.

Dal primo marzo dovrebbero aggiungersi alle riaperture l’Arena e il Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle” alla tomba di Giulietta. Nel frattempo, val la pena fare un giro alla Galleria d’arte moderna Achille Forti, al palazzo della Ragione, «in particolare al nuovo spazio per il contemporaneo del mezzanino, dove fino a settembre è allestita la mostra “Contemporaneo non-stop. Il respiro della natura”, tema attualissimo, mentre fino al 21 marzo rimarrà esposta l’eccezionale opera di Boccioni Tre donne, per la prima volta a Verona», ricorda Francesca Rossi.  

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