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Cercasi "grande mostra" che metta in mostra la città

di FRANCESCA SAGLIMBENI
A maggio parte quella su Caroto: servirà a riattivare i flussi turistici? 

Parole chiave: Mostra (8), Verona (223), Turismo (39)
Cercasi "grande mostra" che metta in mostra la città

di FRANCESCA SAGLIMBENI

“Lucio Fontana. Metafore barocche” (ottobre 2002 - marzo 2003). “La creazione ansiosa. Da Picasso a Bacon” (settembre 2003 - gennaio 2004). “Kandinskij e l’anima russa” (ottobre 2004 - gennaio 2005). “Chagall. Il mondo sottosopra” (aprile - luglio 2011). “Paolo Veronese. L’illusione della realtà” (luglio-ottobre 2014).
Titoli di sempre assicurato richiamo, quelli nel tempo proposti dalla città scaligera, in seno al filone culturale delle grandi mostre d’arte. Tanto che, a rileggerli nell’attuale presente – con strutture e locali semideserti, musei e gallerie d’arte giù di lì, tarantelle di Green pass normali e rafforzati –, l’ispirazione più immediata che potremmo coglierne è quella di tornare a farne uno dei comparti, se non di punta, di sostegno strategico all’indotto turistico, da inizio pandemia ancora una volta in ginocchio.
Scultura o pittura che sia, dall’antico al contemporaneo, la grande arte d’autore, infatti, ha sempre calamitato in riva all’Adige dai visitatori dell’ultima ora, a quelli delle “vacanze di massa”, anche nelle stagioni meno spalleggiate da manifestazioni clou quali la rassegna lirica, i concerti dei grandi numeri (da Zucchero a Baglioni, alla blasonata band internazionale), gli appuntamenti fieristici.
Ecco che, al di là delle indubbie difficoltà del momento, ritirare fuori qualche buona ricetta del nemmeno tanto remoto passato – di recente riecheggiato in allestimenti quali “Il tempo di Giacometti, da Chagall a Kandinsky”, a cura di Marco Goldin, inaugurata nel novembre 2019 e poi fermata dal primo lockdown nazionale – potrebbe davvero rappresentare una carta da (ri)giocarsi in maniera anche più diffusa, dati i numerosi spazi cittadini a disposizione. Specie per il turista della gita in giornata o del fine settimana, proveniente dal lago o dai territori limitrofi (un target da tenersi molto caro in questo momento). Non sarà risolutivo, ma tutto, ora come ora, può fare la differenza.
Su questa strada sia Padova, che ha appena aperto i battenti di “Dai romantici a Segantini. Storie di lune e poi di sguardi e montagne. Capolavori dalla Fondazione Oskar Reinhar”, fino ai primi di giugno; Rovigo, con “Vassilij Kandinskij” e Treviso, con “L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico”. Ma anche la nostra Verona, come ci rassicura l’assessore alla Cultura Francesca Briani. «Finita la grande mostra per i settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, “Tra Dante e Shakespeare: il mito di Verona”, proposta nella formula innovativa con tappe e sezioni espositive nei musei (Gam e Castelvecchio) e nei luoghi danteschi di Verona – dice Briani – a otto anni dall’antologica su Paolo Veronese, il prossimo 12 maggio, sempre in Gran Guardia, inaugureremo una nuova grande mostra internazionale, dedicata a Giovanfrancesco Caroto e alle arti a Verona tra Mantegna e il Veronese, organizzata dai Musei civici, con prestiti dai musei del Louvre, Vienna, Monaco, Budapest, Uffizi, Pinacoteca di Brera e altri. Evento che avevamo programmato già per l’autunno 2020, e che la pandemia ci ha costretto a rinviare. L’esposizione proseguirà fino al 2 ottobre, coprendo un lungo arco di tempo, e attraendo sia il turismo di prossimità che i visitatori stranieri. Ma già prima della pandemia avevamo proposto mostre di certo successo come “Bottega Scuola Accademia. La pittura a Verona tra il 1570 e la peste del 1630” (al Museo di Castelvecchio tra novembre 2018 e maggio 2019), “L’amore materno. Alle origini della pittura moderna da Previati a Boccioni” e “Carlo Scarpa. Vetri e Disegni 1925-1931 (novembre 2019-marzo 2020), subito seguita da “La mano che crea. La galleria pubblica di Ugo Zannoni”».  
– Altri progetti attrattivi da qui a fine anno?
«In previsione il rinnovo della sezione dell’arte contemporanea della Galleria d’arte moderna, programmato in concomitanza con le iniziative della fiera ArtVerona, che consentirà di ampliare l’offerta culturale, così come il riallestimento – in corso da inizio anno – dell’iter espositivo attraverso la collezione storica, dall’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento, incentrato sul tema del mecenatismo e della formazione delle collezioni di arte moderna e contemporanea. Ampie aspettative sono poi riposte nelle iniziative condivise con i Musei civici, a seguito del progetto di riordino della palazzina di comando all’Arsenale, dove nascerà un grande centro culturale con le biblioteche specialistiche dei musei artistici, archeologici e naturalistici, gallerie e laboratori visitabili di opere d’arte e della storia naturale concepito come un collegamento fondamentale diretto al Museo di Castelvecchio, nell’ottica di creare un ampio spazio pubblico dotato di accurati servizi di accoglienza, di ristorazione, di studio, ricreazione e pubblica lettura. Obiettivo confortato dalla recente notizia dello stanziamento di 18 milioni di euro, provenienti dal Pnrr».
– Spazi oggetto di recupero e valorizzazione?
«C’è un impegno siglato nell’accordo con Soprintendenza e Fondazione Cariverona per recuperare lo spazio degli Scavi Scaligeri e riaprire, dopo ormai tanti anni, il Centro internazionale di fotografia, per tornare a ospitarvi importanti mostre fotografiche, nonché sviluppare, in virtù del suo inserimento nel Sistema museale civico (altra novità), ulteriori progetti sull’arte contemporanea. In arrivo anche iniziative celebrative in ricordo di Dino Buzzati ed Emilio Salgari. Iscrivendosi alla newsletter del Comune, inoltre, si potrà rimanere aggiornati su tanti itinerari di appeal per famiglie, bambini, giovani, in visita alla città». 

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