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Giubileo dei seminaristi: un tempo straordinario per riscoprire la vocazione

di Luca Dossi

Erano presenti anche i seminaristi di Verona, che hanno raggiunto la Porta Santa in un pellegrinaggio con le altre diocesi del Triveneto

Giubileo dei seminaristi: un tempo straordinario per riscoprire la vocazione

di Luca Dossi

Dal 22 al 25 giugno, protagonisti del Giubileo della speranza sono stati i seminaristi, provenienti da 58 Paesi del mondo. Presenti anche i seminaristi di Verona che hanno raggiunto la Porta Santa in un pellegrinaggio con le altre diocesi del Triveneto. Un viaggio segnato da incontri intensi, vere figure di speranza e santità. Partiti ognuno dalla propria diocesi, il cammino della Chiesa del Triveneto si è riunito a Siena, città di santa Caterina, donna forte e di contemplazione. Questa figura ha aperto il cammino che conduce a Roma, città dove la Santa, dopo tanta predicazione nella Curia romana, ha terminato il suo pellegrinaggio terreno. Da qui è iniziato l’itinerario che in quattro giorni intensi ha intrecciato storia e presente, speranza e futuro.

Questo pellegrinaggio si è rivelato per i seminaristi un tempo straordinario per riscoprire la propria vocazione come dono e responsabilità. A mettere in luce questo aspetto è stata la figura di don Andrea Santoro, sacerdote della diocesi di Roma, appassionato del Vangelo, Parola che ha incarnato con uno sguardo attento alle sfide della sua epoca. Il pellegrinaggio è continuato con l’inizio ufficiale del Giubileo dei seminaristi a San Paolo Fuori le Mura dove riuniti con gli altri seminari del mondo hanno pregato il Rosario e partecipato ad un concerto vocazionale pensato e diretto dal maestro mons. Marco Frisina.

La giornata del 24 giugno è stata il cuore dell’itinerario. Attraverso Via della Conciliazione il gruppo è giunto in San Pietro attraversando la Porta Santa. Nella basilica, hanno ascoltato la catechesi di papa Leone XIV, con un forte invito che ha evidenziato un carattere paterno per una Chiesa unita e universale, un potente appello ad «amare con il cuore di Cristo», custodire uno sguardo profetico, capace di leggere i segni del tempo con coraggio e lucidità, consapevoli delle sfide che attendono la Chiesa. Il Pontefice li ha esortati a «non giocare al ribasso» nella sequela di Cristo, ma a vivere con un cuore spalancato alla speranza per essere «ponti e non ostacoli all’incontro con Cristo». 

Nel pomeriggio, la visita ai luoghi di san Filippo Neri ha offerto un altro volto della santità. Un luogo, quello dell’Oratorio, dove riscoprire la fraternità  e la contagiosa gioia della vera accoglienza. Il momento più atteso ed intenso è arrivato l’ultimo giorno. Il 25 giugno, il gruppo è stato ricevuto in udienza privata da Papa Leone XIV, un incontro che resterà inciso nella memoria di ciascuno. Seduti all’ombra in Largo Giovanni Paolo II hanno ascoltato le parole semplici e ferme del Pontefice: «Gettati in Dio senza timore. Non si tirerà indietro per farti cadere», ha detto loro.  E ha continuato «Non pensatevi quindi soli», ha ripetuto con una forza e una tenerezza che sapeva di promessa. 

Prima del ritorno, l’ultima tappa ha avuto luogo a Orvieto, dove è stata celebrata la Messa di ringraziamento: un momento di raccoglimento che ha chiuso il pellegrinaggio con un senso di gratitudine e di pace. Giorni intensi per “scendere nel cuore”, facendo esperienza di una Chiesa che è speranza e una speranza che genera Chiesa. 

Nella foto, i seminaristi veronesi con i loro formatori accanto all’altare della Confessione nella Basilica Vaticana.

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