Al Kirikoro la bellezza del servizio
di Redazione
Durante il KiriKoro presentate ai ragazzi alcune testimonianze sul valore del servizio

di Redazione
Un pomeriggio di condivisione, ascolto e divertimento con canti, grazie all’animazione di Acr Band, balli, giochi e preghiera. Il KiriKoro, l’incontro diocesano dei chierichetti e dei cori dei bambini, ha coinvolto centinaia di partecipanti sabato scorso al Centro Carraro. A raccontare le proprie esperienze sono intervenuti diversi testimoni delle forze dell’ordine e dei servizi di pubblica utilità, che hanno contribuito a rivelare la bellezza del servizio. Anche il vescovo Domenico Pompili ha partecipato all’incontro, augurando tre cose ai ministranti: «La gioia di fare insieme qualcosa di bello e gratuito; sperimentare di essere un gruppo armonico, in cui ciascuno si ritrova insieme in amicizia; fare le cose sapendo quello che significano, portandole da fuori a dentro. Perché, come ha detto Ghandi, il segreto della felicità è quando ciò che pensiamo, ciò che diciamo e ciò che facciamo sono in armonia».
Tra le testimonianze, Stefano Boscagin, capo reparto dei vigili del fuoco, ha affermato: «Per me essere vigile del fuoco è donarsi. Quando usciamo, siamo una squadra con un obiettivo: salvare una vita, donarsi alle persone che hanno bisogno e si trovano in difficoltà». Don Simone Facincani, parroco moderatore dell’unità pastorale delle Vestene e volontario della Croce Verde, ha sottolineato che «la spinta del servizio nasce dalla mia vocazione. Ogni equipaggio esce insieme come una squadra. La vita degli altri è sempre preziosa e delicata, c’è del timore nel soccorrere, ma anche la consapevolezza che tu sei lì per fare la differenza».
Girolamo Lacquaniti, vicario del Questore di Verona, ha posto l’accento sul significato profondo del servizio, una chiamata che riguarda tutti, compresi i più piccoli: «Servizio deriva da servus, in molti paesi il “ciao” è sostituito proprio da “servus”: una volta sono andato in Austria e mi salutavano così! Quando ci si mette a servizio, ci si mette allo stesso livello. Spesso arriviamo tardi, quando reati o incidenti sono già accaduti, la nostra speranza è fermarli prima. Vorremmo che tutti fossero piccoli poliziotti, come? Osservando e chiamando sempre quando c’è qualcosa che non va, quando succede qualcosa che è il contrario del servizio. Girarsi dall’altra parte, fare finta di niente, fregarsene è il contrario di servus. La buona volontà di prendersi cura dell’altro è il servizio che tutti possiamo fare. Non serve l’uniforme. Voi siete il presente e il futuro».
Alcuni rappresentanti dell’Arma dei carabinieri hanno invitato a sentire le forze dell’ordine come alleate in ogni circostanza, sapendo di poter sempre contare sul loro aiuto: «Noi non arrestiamo e basta, aiutiamo attraverso l’empatia e diamo consigli. La cosa più gratificante dopo aver fatto un buon lavoro, è la concretizzione di quel lavoro a servizio di una persona che aveva necessità. Se avete bisogno, non abbiate paura della divisa, chiamate aiuto. La divisa è vostra amica».
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