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Afghanistan: un dramma che chiede solidarietà

di REDAZIONE

Fondazione Migrantes (Cei) invita a far fronte alla crisi umanitaria derivante dalla presa del potere dei talebani 

Parole chiave: Politica estera (1), Afghanistan (3), Mondo (11), Profughi (10), Talebani (2), USA (5)
Afghanistan: un dramma che chiede solidarietà

di REDAZIONE

Le immagini – disastrose – che ci arrivano dall'Afghanistan, riconquistato dai talebani, ci scuotono e ci interrogano. E mentre la comunità internazionale discute sulla gestione della crisi, anche nel mondo cattolico si alzano voci per invocare aiuti alla popolazione locale.  
Tra queste voci, c'è quella di mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio, presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni della Conferenza Episcopale Italiana e della Fondazione Migrantes. «Le ore drammatiche che vivono le persone nelle città e nei paesi in Afghanistan sono sotto gli occhi di tutti. È un dramma che dura da anni e che si aggrava in queste ore e che ha portato molti afghani a fuggire dal proprio paese con ogni mezzo e a raggiungere anche l’Italia – dove la comunità afgana è formata da 15.000 persone – e l’Europa. Mille afgani sono sbarcati lo scorso anno in Italia, altrettanti quest’anno; alcuni sono stati accolti, molti di loro hanno continuato il viaggio in Europa. Altri sono stati respinti nei campi e nelle carceri libiche».
Ciò che sta accadendo in questi giorni a Kabul riapre la questione dell'accoglienza. Secondo mons. Perego occorre «un’azione comune europea nel Mediterraneo che unisca ai controlli, il salvataggio, il riconoscimento e la tutela di coloro che hanno diritto a una protezione internazionale, nelle diverse forme, e la loro accoglienza in tutti i Paesi europei». Al tempo stesso, scrive ancora il presidente di Fondazione Migrantes, «è necessario favorire e accelerare il ricongiungimento familiare per gli afgani in Italia che hanno nel loro Paese i propri familiari». Come? «Ponte aereo e poi corridoi umanitari che possano dare loro accoglienza sicurezza in uno dei Paesi dell’Europa e del mondo che fino ad ora erano stati presenti in Afghanistan», spiega.
Come ha comunicato la Presidenza della CEI, «le Chiese in Italia continueranno l’accoglienza degli afgani e di tutti coloro che chiedono una protezione internazionale, collaborando con le istituzioni, ma anche continuando a sollecitare una politica migratoria che esca dalle pieghe ideologiche e si apra alla concretezza dell’accoglienza, della tutela, della promozione e dell’integrazione di ogni migrante». 

(Foto Ansa/Sir)

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