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Transpolesana, lotta dura alle buche

di FABIO TOMELLERI
Famosa per le sue condizioni disastrate, ora si sta completando il suo lifting 

Transpolesana, lotta dura alle buche

di FABIO TOMELLERI
Le buche sono ormai un ricordo del passato lungo la superstrada “Transpolesana”. Per la prima volta, rispetto alle riunioni che si sono tenute negli anni scorsi, dal periodico tavolo tecnico convocato dalla Regione con i sindaci dei centri toccati dalla Statale 434 e con i responsabili di venerdì 15 luglio sono emerse buone notizie.
La riunione, che si è tenuta in municipio a San Giovanni Lupatoto, una volta tanto non è stata incentrata sull’”emergenza asfalto” che per troppi anni ha riguardato gli oltre 80 chilometri di strada a quattro corsie, di cui una cinquantina nel Basso veronese, che connette la provincia scaligera con il Rodigino.
Le manutenzioni straordinarie avviate negli anni scorsi, difatti, hanno gradualmente riempito gli avvallamenti e portato al rifacimento del sottofondo di intere fasce di tratta, in modo da rendere la 434 un collegamento transitabile in maniera “decente” da parte di migliaia di veicoli, i cui ammortizzatori, nell’ultimo decennio, sono stati messi per troppo tempo a dura prova dagli avvallamenti presenti sull’importante arteria viabilistica.
Del resto la 434 non è una strada come le altre. Assieme alla Statale 12 dell’Abetone, è l’unica strada gestita da Anas nella provincia veronese. Lungo gli 80 chilometri d’asfalto tra il Veronese ed il Polesine sono presenti ben 37 svincoli, 48 tra ponti e viadotti, 38 sovrappassi oltre ad una galleria artificiale in corrispondenza di San Giovanni Lupatoto lunga quasi un chilometro. Quella che a tutti gli effetti è paragonabile ad un’autostrada (il codice della strada la definisce “strada extraurbana principale”), tanto che i limiti di velocità lungo quasi tutto il suo asse sono fissati 110 chilometri all’ora, richiede quindi adeguate e periodiche manutenzioni.
E proprio la “latitanza” di cantieri su quest’arteria di vitale importanza per la popolazione della Bassa (ma non solo) è stata al centro delle proteste, negli ultimi anni, non solo delle 12 amministrazioni scaligere interessate dalla superstrada – che sono Verona, San Giovanni Lupatoto, Zevio, Oppeano, Isola Rizza, Roverchiara, San Pietro di Morubio, Angiari, Cerea, Legnago, Villa Bartolomea e Castagnaro – ma anche da parte degli stessi organi regionali. A cominciare da Elisa De Berti, vicepresidente della Regione, che la Transpolesana la conosce bene visto che la utilizza tutti i giorni per i propri impegni istituzionali, essendo residente ad Isola Rizza, centro di cui è stata sindaco prima di venire chiamata nel 2015 a far parte della Giunta regionale. Dal resoconto che i tecnici dell’Anas hanno fatto in municipio ai primi cittadini del territorio ed alla “vice” di Zaia, per la prima volta, è emerso un quadro confortante: il 59 per cento del programma complessivo di potenziamento della superstrada risulta essere stato portato a termine.
Gli interventi, oltre al ripristino delle corsie in quei tratti (di cui parecchi nel Basso veronese) che presentavano da anni delle criticità, hanno riguardato pure la sistemazione dei giunti sui viadotti, la messa in sicurezza di alcuni svincoli e la posa di barriere protettive “salva motociclisti” e di pannelli anti-rumore all’altezza dei centri abitati. Dal rendiconto di Anas è emerso che finora dalla società sono stati spesi per la 434 ben 38 milioni di euro. A breve a questa somma si aggiungeranno altri sette milioni di euro, visto che è in corso di esecuzione un’altra “tranche” di lavori i quali, come negli ultimi anni, interesseranno vari punti del tracciato stradale sparsi tra gli svincoli di Verona e quello che, alla periferia di Rovigo, consente l’innesto della superstrada sulla statale 16 “Adriatica”.
Nuovi progetti
Sempre secondo le informazioni fornite dalla società che gestisce la “Transpolesana”, nuovi progetti riguarderanno nei prossimi mesi la superstrada. Si tratta di un pacchetto di opere pari ad un importo totale di 19 milioni di euro, che spazieranno da ulteriori miglioramenti della pavimentazione stradale (nel Veronese sono ancora due i tratti in cui, a causa delle buche, sono presenti i limiti dei 90 chilometri orari), alla manutenzione straordinaria dei ponti sui canali di irrigazione, così come si cercherà di diminuire la “rumorosità” della superstrada incrementando la presenza dei pannelli fonoassorbenti lungo all’altezza delle zone densamente più popolate. La stessa De Berti ha promesso ai sindaci presenti che continuerà «a mantenere il mio ruolo di vigilanza», puntualizzando che quest’azione viene fatta a prescindere dal fatto che la 434, essendo statale, non è di competenza della Regione. «Vogliamo essere al fianco di Anas – ha rimarcato De Berti – anche per aiutarla ad ottenere i finanziamenti necessari per incrementare la qualità di questo collegamento viario vitale per la popolazione e l’economia del territorio».
La mappa degli asfalti
Che quella del 2022 sarà la prima estate senza buche per parecchi centri della pianura a sud di Verona lo dimostrano i molti cantieri aperti con la stagione calda nei vari centri, allo scopo di riparare manti stradali che, in alcuni casi, presentavano veri e propri crateri pericolosi per la circolazione, soprattutto quella riguardante bici e moto. Per i municipi lo sforzo di affrontare i bandi per le asfaltature è stato consistente: i loro funzionari hanno dovuto fare i conti con i rincari delle materie prime legati alla crisi pandemica ed alla guerra russo-ucraina dovendo assecondare le richieste di incremento dei corrispettivi sollecitate da diverse aziende appaltatrici.
Uno degli interventi più consistenti conclusi in questi giorni ha riguardato, in centro a Legnago, il parcheggio a lato del parco comunale di viale dei Tigli. La Giunta del sindaco Graziano Lorenzetti è riuscita ad eseguire in soli cinque giorni la bitumatura dell’ampia area di sosta. Oltre a riasfaltare la corsia centrale del posteggio, il settore tecnico comunale è riuscito a pavimentare, con l’assenso della competente Soprintendenza, pure le fasce laterali dove venivano lasciati i veicoli in sosta. L’operazione, pertanto, ha permesso al Comune di ricavare 200 stalli di sosta gratuiti a servizio degli abitanti e delle attività del centro storico. 

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