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Contro la crisi la Bassa schiera più formazione

La crisi economica si batte... studiando. Legnago da sempre ha svolto un ruolo di riferimento per i paesi limitrofi riguardo all’istruzione. Qui, infatti, ogni giorno prende vita una vera e propria “cittadella degli studi”, formata dai 3.900 allievi iscritti ai quattro istituti superiori attivi nel Comune della pianura veronese.

Contro la crisi la Bassa schiera più formazione

La crisi economica si batte... studiando. Legnago da sempre ha svolto un ruolo di riferimento per i paesi limitrofi riguardo all’istruzione. Qui, infatti, ogni giorno prende vita una vera e propria “cittadella degli studi”, formata dai 3.900 allievi iscritti ai quattro istituti superiori attivi nel Comune della pianura veronese. Proprio sull’istruzione e l’innovazione le autorità scolastiche, assieme all’amministrazione municipale, hanno deciso di puntare per uscire dalla peggiore congiuntura economica degli ultimi decenni.
Il trend negativo che ha interessato a livello nazionale le imprese nei vari settori dell’economia non ha risparmiato quest’angolo del Veronese, tanto che per la prima volta in 15 anni, sul territorio comunale, le imprese attive sono scese sotto la soglia delle 1.500 unità. Nonostante un quadro tutt’altro che roseo, la città ha deciso di rimboccarsi le maniche e di puntare sui giovani, confidando sul fatto che solo maestranze e dirigenti creativi potranno rinnovare settori manifatturieri che ora scontano il mancato adeguamento ai gusti dei mercati internazionali.
Così, su un banco di scuola legnaghese, potrà formarsi un domani un futuro stilista. Tra i nuovi indirizzi che verranno proposti dagli istituti superiori a partire dall’anno prossimo, infatti, c’è quello che preparerà tecnici diplomati in “Indirizzo produzioni industriali ed artigianali, articolazione artigianato, opzione produzione tessili-sartoriali”. Dietro questa lunga qualificazione si cela, in poche parole, un “operatore della moda”, ossia una figura professionale che può essere impiegata in vario modo nelle 200 imprese artigianali del tessile operanti a Legnago e dintorni. Tale qualifica non esclude che i giovani diplomati possano diventare stilisti.
L’istituto Medici di Porto, che ha proposto quest’indirizzo alla Provincia e al Provveditorato scaligero, ha pensato infatti di fornire un’ottima stampella ad un comparto, quello legato al confezionamento dei capi di abbigliamento, molto vivace nella pianura veronese e nei territori limitrofi. Tale specializzazione, che avrà durata quinquennale, è già stata approvata ed è in attesa del sì finale da parte della Regione.
La Giunta comunale, guidata dal sindaco Clara Scapin, ha abbracciato in pieno il progetto. «Il nuovo indirizzo – spiega il primo cittadino – è strettamente legato alle esigenze di un’importante filiera produttiva ben radicata sul territorio». Poi il sindaco puntualizza: «Questa tipologia di corso consentirà di sviluppare professionalità specifiche che permetteranno agli studenti di trovare un’occupazione a medio termine».
A dare più peso al nuovo diploma vi è il fatto che il percorso didattico è stato concordato con il Consorzio della Moda della Provincia di Verona.
È in attesa di poter prendere il via l’anno prossimo, previo accordo da parte della Regione, anche l’insegnamento di “Design” promosso dall’Istituto Minghetti. Tale specialità si inserisce nell’ambito del Liceo artistico. I diplomati con tale qualifica sono destinati a sviluppare le loro doti creative in vari settori artigianali e manifatturieri, con particolare riguardo per l’industria del mobile, che in questa zona conta centinaia di imprese. Come per il Medici, anche il Minghetti ha ottenuto il sostegno del Comune nell’istituzione del nuovo indirizzo. «Si tratta – rimarca Scapin – di un’innovazione che ha il merito di porsi su un percorso di collaborazione tra istituto ed aziende locali». Anche questo ciclo di lezioni del Minghetti non peserà sulle casse comunali, essendo entrambi gli istituti già dotati al loro interno di aule e laboratori in numero adeguato per accogliere i nuovi studenti.
Partirà in tempi più celeri, già a fine novembre, la nuova sede staccata legnaghese dell’Istituto tecnico superiore (Its) Meccatronico di Vicenza. A tempo di record, infatti, l’amministrazione è riuscita nel duplice scopo di iniziare a riempire di contenuti l’Edificio 13, immobile di proprietà comunale che sorge sull’area dell’ex zuccherificio alle porte della città, e di creare un’opportunità per i giovani che hanno terminato gli studi superiori.
Il 23 novembre prenderà dunque il via con 25 studenti il nuovo corso di meccatronica, una disciplina che unisce meccanica ed elettronica e che consentirà a quanti si specializzeranno in questo settore di programmare, collaudare e mettere in funzione sistemi di comando, controllo e regolazione delle macchine applicate ai vari processi produttivi.
Si tratta di un ciclo di lezioni biennale. La sezione staccata dell’Istituto tecnico superiore per l’automazione ed i sistemi meccatronici è stata aperta in sei mesi. «Il 23 aprile scorso – spiegano Tommaso Casari, assessore alle Attività produttive, e Gianfranco Falduto, consigliere comunale con delega alle Politiche occupazionali – si è tenuto proprio all’Edificio 13 il convegno sull’alternanza tra scuola e lavoro, nel corso del quale è stato lanciato il progetto di attivare la nuova scuola. La presenza a Legnago di un corso superiore di meccatronica, oltre a rafforzare il ruolo di polo scolastico della città, attraverso l’ampliamento dell’offerta formativa, intercetta a pieno titolo le necessità delle numerose aziende produttive del territorio. In questo modo le ditte potranno contare su tecnici di altissimo profilo che esse stesse contribuiranno a formare, dal momento che alle lezioni in classe si alterneranno giornate passate all’interno delle aziende».
Lo scorso agosto è stata presentata la documentazione necessaria per accedere ai contributi regionali per avviare il corso, che è stato così finanziato. Al progetto hanno aderito, oltre al Comune di Legnago, anche Provincia, Confindustria, Apindustria, gli istituti legnaghesi Cotta e Ricci, il Da Vinci di Cerea, l’Itis di San Bonifacio oltre a 15 imprese dell’area del Basso Veronese. «Il modulo del corso – riferiscono Casari e Falduto – prevede per il primo anno 2mila ore di formazione, di cui la metà sarà effettuata in azienda. Così garantiremo ai giovani l’opportunità di un percorso professionale innovativo che facilita l’inserimento nel mercato del lavoro, dal momento che il 100 per cento dei diplomati dell’Its trova un’occupazione stabile entro pochi mesi dal termine degli studi».
Fabio Tomelleri

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