Don Malfer, il parroco arrivato dal lago in barca
di LINO CATTABIANCHI
Incontro con la comunità al porto di Malcesine
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di LINO CATTABIANCHI
Doppio ingresso per don Massimo Malfer, 56 anni, proveniente da Santa Lucia di Pescantina e ora parroco delle comunità di Malcesine e Cassone.
Mercoledì 12 ottobre nella solennità dei patroni, i santi Benigno e Caro, ha fatto il primo ingresso a Cassone, concelebrando la Messa solenne con mons. Gino Oliosi, che ha tenuto l’omelia, e proseguendo poi con una processione al porto, dove ha impartito la benedizione solenne. Domenica 16 ottobre l’incontro con la comunità di Malcesine è stato al porto, con un arrivo in barca, dal lago, casa natale di don Massimo, originario di Garda e abituato alle acque del Benaco. Ad accoglierlo per il saluto di benvenuto il vicesindaco di Malcesine, Livio Concini.
Dopo il momento protocollare, è partito il corteo che si è fermato per una breve visita alla casa di riposo Toblini. A fare da corona, la Confraternita del Santissimo Sacramento e molti parrocchiani. La Messa solenne nella chiesa di Malcesine, concelebrata con mons. Roberto Tebaldi, delegato del Vescovo, ha avuto come momento di riflessione l’omelia sulla preghiera, a partire dal Vangelo di Luca del giudice iniquo e della vedova importuna. «Bisogna essere pieni dell’amore di Cristo e portarlo agli altri: pregare vuol dire che siamo in comunicazione con Dio: “Amor diffusivum sui”, l’amore diffonde se stesso, come diceva san Tommaso d’Aquino. Finché l’amore è rivolto verso Dio, vinciamo su tutto». Don Malfer ha auspicato una vivace collaborazione con la comunità di Malcesine: «La fede cristiana si innerva nella vita sociale e politica. C’è bisogno di cristiani competenti che sappiano declinare la loro fede anche in politica. La nostra Malcesine è innervata dal cristianesimo, dalla vita cristiana: i santi Benigno e Caro hanno qui le loro reliquie mortali».
«L’uomo di Dio è un uomo completo: noi che diciamo di essere cristiani, dobbiamo dire a tutti che in noi c’è la gioia di essere cristiani, la gioia dell’incontro con Cristo. Una cosa mi ha sempre colpito di Malcesine: i tridui. Ma per poter arrivare a costruire un triduo del genere ci voleva una fede impressionante nell’Eucarestia. Il mio programma parrocchiale è partire da Cristo, vivente e operante nell’Eucarestia», ha concluso don Massimo.
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