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Don Ambrosi: «Vengo tra voi per portare Cristo, non "cose da fare"»

di MARCO BOLLA
È il nuovo parroco di San Vittore e Costeggiola 

Don Ambrosi: «Vengo tra voi per portare Cristo, non "cose da fare"»

di MARCO BOLLA
Don Giulio Ambrosi è il nuovo parroco di San Vittore e Costeggiola. Originario di Casaleone, ha 34 anni ed è stato ordinato sacerdote nel 2014. Dopo essere stato vicario parrocchiale a Cerea, è stato trasferito nel settembre del 2021 a Soave per ricoprire lo stesso incarico nelle parrocchie di Soave, Castelletto, Castelcerino e Fittà, cui ora si aggiunge la guida delle due comunità. Don Ambrosi, sabato scorso, è stato accolto dai sindaci di Colognola ai Colli e Cazzano di Tramigna assieme al vicesindaco di Soave, nonché da numerosi sacerdoti e da don Floriano Panato, vicario foraneo dell’Est veronese e delegato del Vescovo, davanti alla chiesa parrocchiale di San Vittore.

«Siamo molto felici di averla tra noi e siamo sicuri che con la sua spiritualità affronterà il suo ministero nel migliore dei modi – ha dichiarato il sindaco di Colognola ai Colli Giovanna Piubello –. Il nostro paese è legato alla fede cristiana e la figura del parroco è sempre stata vista come un punto di riferimento importante. Tutti abbiamo bisogno di una guida, un pastore, un sacerdote che ci nutra della parola di Dio; pertanto ringrazio il vescovo Giuseppe Zenti per l’incarico che le ha affidato. L’impegno mio e di tutta l’Amministrazione comunale è quello di renderci disponibili a collaborare a tutte le iniziative che lei vorrà fare». Poi don Giulio Ambrosi è entrato in chiesa per celebrare la sua prima Messa nella nuova parrocchia.

«Qualche settimana fa un fedele – ha spiegato durante l’omelia il nuovo parroco – mi fece presente che, essendoci pochi sacerdoti e tante “cose da fare”, un prete oggi fa fatica a star dietro a tutto. Io risposi che noi preti arriviamo fino a dove possiamo, poi ci penserà il Signore. Allora il fedele mi disse: “Sì, è vero, c’è il Signore ma Lui non si mette ad insegnare catechismo, a seguire gli ammalati, a tenere gli incontri per gli adolescenti, cioè ad amministrare la vita di una parrocchia”. Certo, il Signore non si mette concretamente a fare questo, più volte mi sono chiesto se ce la farò a compiere ciò per cui sono stato chiamato. Ma, riflettendo, mi sono ricordato quello che mi hanno sempre insegnato in Seminario, cioè che la priorità pastorale è la relazione con Cristo. Io, assieme agli altri preti, non vengo per portare “cose da fare”, ma per portare Cristo con la consapevolezza che ha reso bella la mia vita e, quindi, può rendere bella la vita di ciascuno di noi. Qualche volta cerchiamo di fermarci – ha esortato don Ambrosi – e di trascorrere del tempo assieme con la sola preoccupazione di lodare il Signore!». 

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