Suso in Italia bella giace il lago di Garda
Nel suo primo prolungato soggiorno a Verona, cioè nel 1304, Dante, spirito irrequieto e sempre in cerca di nuove conoscenze, aveva trovato il tempo di godersi le meraviglie del lago di Garda, denominato Benaco...

Nel suo primo prolungato soggiorno a Verona, cioè nel 1304, Dante, spirito irrequieto e sempre in cerca di nuove conoscenze, aveva trovato il tempo di godersi le meraviglie del lago di Garda, denominato Benaco. Ne tratteggia la bellezza nel canto XX dell’Inferno. Il poeta sta visitando le Malebolge, cioè le dieci vallate, o bolge, del cerchio ottavo. Dopo aver descritto i seduttori che procedevano in due file contrarie, come a Roma facevano i pellegrini nel primo Anno Santo, quello del 1300, andando da Castel Sant’Angelo alla Basilica di San Pietro, osserva gli indovini. Essi hanno la faccia stravolta: non più rivolta dalla parte del petto, ma della schiena. Dante si mette a piangere, pensando allo stravolgimento dell’essere umano, creato ad immagine di Dio. Proprio parlando degli indovini, Dante introduce in scena anche Manto, fondatrice di Mantova, la patria di Virgilio. Sosta contemplativo. E sembra uscire come d’incanto da quell’Inferno lordo e puzzolento. Nel lago del Benaco, una chicca della bella Italia, ricorda la famosa isola sulla quale potevano trovarsi contemporaneamente i tre vescovi, quello di Trento, quello di Brescia e quello di Verona, e di lì impartire la benedizione alle rispettive diocesi. Ed evoca Peschiera, da cui fluisce il fiume Mincio: “Suso in Italia bella giace un laco / a piè dell’alpe … / , ch’a nome Benaco … / Siede Peschiera bello e forte arnese”. Una sosta lirica, prima di riprendere in considerazione il fosco e tragico ambiente di Malebolge.
Quali messaggi per l’Anno giubilare? Anzitutto il tema dell’uomo immagine di Dio, che i falsi indovini distorcono. L’uomo è fatto per la verità e gli indovini la sostituiscono con le loro immaginazioni. Quanto è diffuso ancor oggi il fenomeno degli indovini e delle fattucchiere! E il secondo: il rispetto dell’ecologia! Dante ci autorizza a contemplare le bellezze della bella Italia. Tra di esse il lago di Garda. Potremmo immaginarcelo come era allora fino al suo confluire nel fiume Mincio, che attraversa Mantova. Ma quanto è mutato da quello di un tempo! Il turismo rischia di fare di un miracolo della natura un luogo scarsamente rispettoso dell’ecologia. A deturparlo ulteriormente ci si è messa, nei giorni passati, anche la maranza dei giovani, bulli, spavaldi e ingestibili. In branco.
† Giuseppe Zenti
Vescovo emerito di Verona
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