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Chipene è distrutta ma la missione resiste

di PAOLO ANNECHINI
Reportage dal Nord del Mozambico nel luogo dove è stata uccisa suor Maria de Coppi

Chipene è distrutta ma la missione resiste

di PAOLO ANNECHINI

Gli occhi di suor Laura si riempiono di lacrime quando entrano nella casa delle comboniane a Chipene, nel Nord del Mozambico, dove la sera del 6 settembre scorso i terroristi sparando da fuori hanno colpito suor Maria de Coppi nella sua camera, uccidendola all’istante. Poi sono entrati in casa, hanno preso l’altra anziana comboniana che era con lei, suor Angeles López Hernández, e l’hanno trattenuta per tutto il tempo necessario per compiere il saccheggio della missione: incendiare la casa delle comboniane, tentare di dar fuoco alla chiesa partendo dall’altare, bruciare il lar (convitto) per ragazze, recarsi nella casa dei preti, i fidei donum della diocesi di Concordia-Pordenone don Loris Vignandel e don Lorenzo Barro, entrare e bruciare tutto.
Suor Laura Malnati è la provinciale delle comboniane in Mozambico ed è la prima volta che torna in questo luogo. Chipene era la missione perfetta, ci dice: lontana da tutto, completamente inserita nel contesto del popolo Macua, un misto di evangelizzazione e promozione sociale. Era, perché adesso è tutto distrutto. La gente, dopo il 6 settembre è fuggita. Basta vedere le immagini di come questi terroristi uccidono e devastano, e c’è poco da ribattere. L’unica cosa auspicabile è fuggire il più lontano possibile, aspettando tempi migliori. Don Lorenzo quella sera con don Loris si sono rifugiati in camera e ci sono rimasti tutta la notte. «I terroristi sapevano che eravamo in casa, hanno aperto tutte le porte tranne quelle delle nostre camere. Quindi non volevano ucciderci» dice don Lorenzo Barro. Volevano bruciare tutto e creare il panico tra la gente. Ci sono riusciti.
Anche la morte di suor Maria sembra non sia stata cercata. Uno sparo da fuori, una pallottola che entra dalla finestra, colpisce suor Maria che in quel momento era al telefono con la nipote suor Gabriella Bottani in Italia, ed esce dalla finestra opposta. I terroristi entrano, trascinano fuori il corpo della religiosa e bruciano tutto. A 30 metri c’è il lar, il convitto delle ragazze, con suor Eleonora Reboldi. Anche lì i terroristi incendiano tutto. Quando se ne sono andati, verso le 23, suor Angeles raggiunge suor Eleonora, ricompongono il corpo di suor Maria e fuggono nella foresta dietro la missione con le ragazze. Ci rimangono fino alle prime ore dell’alba quando rientrano e riescono a dare l’allarme. Dalle missioni nei dintorni accorrono: i comboniani da Namapa, i veronesi don Francesco Castagna e don Fabio Gastaldelli da Namahaca.
Padre Gino Pastore, comboniano padovano, settantenne, raccoglie il corpo di suor Maria. È il terzo martire che raccoglie, ci racconta commosso: era sulla strada verso Nacala con suor Teresa dalle Pezze, comboniana veronese, quando venne uccisa il 3 gennaio 1985; così pure quando venne assassinato fratel Alfredo Fiorini, medico comboniano di Terracina, il 24 agosto 1992. Il 7 settembre all’alba arrivarono le prime notizie che a Chipene era successo qualcosa di grave.
«Non potevamo non andare», ci dice padre Gino. Con lui parte don Filippo Macchi, fidei donum di Como, in procinto di assumere la missione di Mirrote. «Andando verso Chipene incontriamo una fiumana di gente per strada che fuggiva – racconta don Filippo –. Quando arriviamo vediamo le strutture a fuoco e il corpo di suor Maria ricomposto per terra. La casa dei preti di Pordenone è completamente distrutta. I terroristi hanno distrutto anche il lar che i preti gestivano: i 40 ragazzi adesso sono ospiti in un’altra struttura e don Lorenzo continua a garantire loro l’aiuto necessario». Don Lorenzo adesso vive ospite del prete locale a Cavà, la missione più vicina a Chipene, e fa la spola continuamente, senza risiedervi perché Chipene oggi è considerata zona pericolosa. Così pure le ragazze del lar delle comboniane vivono assieme nella casa di un’animatrice e le comboniane con don Lorenzo e la Caritas di Nacala assicurano l’aiuto necessario.
L’obiettivo è non far perdere loro l’anno scolastico e riportare serenità, ma non è facile! Gli attacchi terroristici non si sono fermati, tutt’altro, continuano e si stanno spostando verso ovest e sempre più a sud. Il fiume Lurio è il confine tra la regione di Cabo Delgado e quella di Nampula, gli attacchi sono concentrati nei villaggi attorno al fiume. A Namapa, a pochi chilometri dalle rive, si rifugia chi scappa dai villaggi attaccati. È una cittadina di 100mila abitanti ben controllata dai militari, quindi considerata sicura dalla gente che scappa. I comboniani accolgono i profughi con progetti specifici. Mirrote è la missione che la diocesi di Como intende assumere con don Filippo Macchi, che risiede a Namapa con i comboniani, ma la situazione rimane molto complessa da decifrare, gli attacchi dei terroristi sono molto vicini. Nessuno ne parla, gli attacchi non fanno notizia, l’esercito mozambicano sembra rincorrerli e contenerli più che contrastarli. A Namahaca don Fabio e don Francesco hanno ripreso tutte le attività dopo quel 6 settembre che li aveva costretti a lasciare per due settimane la missione. È ripreso il lar delle ragazze, le visite ai villaggi, gli incontri con i catechisti e gli animatori di comunità. Però, confermano i due preti veronesi, c’è molta meno gente in giro, chi ha la possibilità se ne va. Lasciare casa e campi però vuol dire abbandonare il raccolto, vuol dire diventare ancora più poveri. Le lacrime negli occhi di suor Laura Malnati, nella casa bruciata di Chipene, lasciano il posto alla determinazione: «Questa può sembrare una sconfitta, ma non lo è. È la nostra missione di comboniane quella di stare con la gente, fino alle estreme conseguenze». Suor Maria de Coppi non se ne sarebbe mai andata da qui. È la certezza della gente, che ancora piange questa suora che passava le sue giornate nei villaggi ad ascoltare, a promuovere, a sostenere. La storia di suor Maria de Coppi e delle persone che continuano la missione saranno raccontate nei video per la prossima Giornata dei missionari martiri, promossi dalla Fondazione Missio.

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