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Senzatetto, Caritas apre l’accoglienza invernale

di FRANCESCO OLIBONI
Una serie di strutture per evitare i disagi del freddo (e le morti)

Senzatetto, Caritas apre l’accoglienza invernale

di FRANCESCO OLIBONI
Si chiamava emergenza freddo, ma di emergenza c’è sempre stato ben poco, visto che il freddo nella città scaligera arriva puntuale ogni anno, nonostante i continui cambiamenti climatici. Oggi si dice più giustamente “accoglienza invernale”, ma il risultato non cambia. Il freddo è arrivato e, per tutte le persone che vivono per strada, la situazione si fa dura. In Comune a Verona e tra tutti gli enti che si occupano di accoglienza, tra cui Caritas diocesana veronese, è scattato ufficialmente il 28 novembre il piano di accoglienze invernali, che resteranno attive sicuramente fino a fine aprile, più a lungo rispetto al passato.
La novità di quest’anno si chiama “Asilo notturno Camploy”, appena ristrutturato, non ancora a pieno regime, ma pronto ad accogliere 40 persone in situazione di estrema marginalità. E accanto ad esso, moltissime altre strutture, più o meno grandi, per un totale di 266 posti letto messi a disposizione sul territorio cittadino per accogliere uomini e donne che versano in grave stato di difficoltà, privi di dimora. Di questi, 139 per l’accoglienza ordinaria e 127 per quella straordinaria.
«Tutto passa dallo Sportello unico del Comune di Verona – spiega Marco Zampese, direttore del Samaritano di Caritas Verona –, che è gestito dalla cooperativa Il Samaritano e che continua durante l’inverno nei suoi orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12, tranne il martedì dalle 14 alle 17 presso la parrocchia del Tempio Votivo, in un luogo strategico come la stazione. È un servizio che si sta rinnovando e che prevede sempre di più l’ascolto di chiunque senza dimora esprima il bisogno di un posto letto. Funge da primo filtro, ma non solo». Continua a funzionare il sistema delle mense gestite dal privato sociale, che garantisce un pasto caldo a chi vi si rivolge, mentre quest’anno sono aumentati i numeri di accoglienza di donne, vista la crescita continua di richieste. Continua Zampese: «Durante l’anno sono quasi 130 i posti attivi a Verona per le accoglienze, di cui 40 messi a disposizione da noi alla Casa accoglienza del Samaritano in via dell’Artigianato, un’altra ventina alla struttura “Ca’ d’inverno” in via Corbella a Cadidavid, per soggetti vulnerabili che hanno problemi sanitari e necessitano di assistenza, e infine una decina per neo-maggiorenni in via Belfiore, sempre a Cadidavid. Poi gli altri posti sono in varie zone della città e sono gestiti da altre cooperative od organizzazioni che si occupano di accoglienza. Con l’inverno si aggiungono altri 120 posti, di cui una quindicina che ci riguardano particolarmente perché sono quelli dedicati alla gravissima marginalità: per il terzo anno di fila, la parrocchia di San Giovanni Evangelista ha voluto mettere a disposizione un salone, Ca’ Buriana, e renderlo rifugio sicuro per la sola notte per persone che vengono recuperate durante le fredde sere d’inverno a vivere ancora per strada. Si tratta di una sistemazione assolutamente emergenziale, alla quale può accedere chiunque si trovi in gravissime situazioni di marginalità e che viene gestito dai volontari della parrocchia, in collaborazione tra Caritas Verona e la cooperativa Comunità dei giovani».
Nel 2022 in Italia è morta una persona senza dimora al giorno portando il bollettino dei decessi a quota 289 già a ottobre: ben 43 in più di quelli registrati in tutto il 2021 e 81 in più rispetto al 2020. Si tratta del numero più alto raccolto negli ultimi cinque anni dalla Fiopsd, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora, che con il suo osservatorio mappa i decessi tramite le segnalazioni delle organizzazioni che seguono i senzatetto su tutto il territorio nazionale. Il freddo, che è arrivato anche sulle strade veronesi, ha fatto muovere l’intera città perché non rimanga indietro nessuno e perché gli ultimi della società, che non fanno mai notizia – nemmeno quando perdono la vita in totale solitudine –, non rimangano ancora una volta invisibili. 

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