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La Caritas diocesana di Verona si mobilita per i profughi

di DON STEFANO ORIGANO

La città si impegna ad aiutarli: servono la disponibilità e la generosità di tutti noi

Parole chiave: Guerra (41), Ucraina (22), Russia (15), Caritas (60), Solidarietà (68), Carità (75), Comune di Verona (19)
La Caritas diocesana di Verona si mobilita per i profughi

di DON STEFANO ORIGANO

Esiste una piccola, ma vivace comunità di cattolici ucraini che si riunisce per celebrare la Messa in una cappellina della chiesa di San Bernardino, ogni domenica (eccetto la terza del mese) alle 14. La presiede padre Vasil Ukraine che celebra con il rito orientale. Sono persone semplici, di poche parole, soprattutto donne e mamme con bambini; c’è anche qualche uomo.
Con le lacrime agli occhi, quando li contattiamo, chiedono che ci si ricordi di loro con la preghiera e con gli aiuti umanitari perché la situazione nella loro patria è tragica: c’è bisogno di medicinali per gli ospedali, oltre che di beni di prima necessità.
Sono tre le direzioni che la diocesi di Verona sta intraprendendo in collegamento con l’amministrazione cittadina che ha predisposto una unità di crisi per coordinare in modo unitario e ordinato le richieste e le offerte di aiuto: grande solidarietà e vicinanza al popolo ucraino, partecipando umanamente al dramma che sta vivendo; piena disponibilità a rispondere all’emergenza umanitaria, seguendo i due canali di intervento relativi a quando serve là e a quanto serve qua; la preghiera che garantisce che la mano di Dio arriva anche là dove gli uomini falliscono o agiscono male. 
Ogni giorno si susseguono conferenze stampa, per aggiornare i mezzi di informazione e i cittadini su come procede la macchina degli aiuti umanitari; le riunioni tecniche per predisporre l’accoglienza che vede coinvolte specialmente la Caritas, la Società San Vincenzo De’ Paoli e l’Istituto Don Calabria in prima battuta, ma ci si augura che tutto il nostro territorio risponda con generosità.
Parrocchie, gruppi, enti locali, associazioni e singoli cittadini certamente risponderanno, come sempre, in modo significativo; perciò è necessario seguire con ordine le normative e i protocolli (che sono in via di definizione) riguardanti l’aspetto giuridico dello stato di accoglienza, l’assistenza sanitaria (l’emergenza Covid non è ancora terminata), l’integrazione scolastica per i minori, la mediazione culturale con quanti, per esempio, arriveranno con mezzi di fortuna nel nostro Paese senza conoscere una parola di italiano.
L’interporto di Verona, uno dei più grandi d’Europa, diventerà un punto logistico strategico a livello nazionale per lo stoccaggio e la spedizione del materiale da inviare in Ucraina. Non sappiamo come sarà l’evoluzione di questo conflitto. «Noi tutti ci auguriamo che si risolva per il meglio e in breve tempo, tuttavia la crisi umanitaria sarà lunga e pesante – ha affermato il sindaco Federico Sboarina – e noi vogliamo essere preparati per un’azione che sarà di lungo periodo».
Per il momento non si fanno raccolte di medicinali, generi alimentari o altri beni, ma si invitano i cittadini a contribuire con donazioni in denaro alla Caritas veronese che ha già stanziato una prima somma di 30mila euro, utilizzando il riferimento bancario riportato qui sotto o attraverso una donazione diretta presso la sede in lungadige Matteotti 8 a Verona (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17). Causale: Ucraina  Associazione di Carità San Zeno Onlus Banca Etica S.c.p.a.  Ag. 18 – Verona Iban:  IT 40 Z 05018 11700000017091380 Questi sono i riferimenti per contattare l’unità di crisi del Comune di Verona: mail: veronaperucraina@comune.verona.it; numero verde: 800 855 70.

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