Attualità
stampa

Governare il “petrolio” scaligero per “estrarre” di più dal turismo

di GIULIO PIGNATTI

Indagine della Fondazione Toniolo: città a rischio intasamento, Lessinia da valorizzare con più infrastrutture

Parole chiave: Fondazione G. Toniolo (1), Turismo (39), Camera di Commercio (2)
Governare il “petrolio” scaligero per “estrarre” di più dal turismo

di GIULIO PIGNATTI

Non c’è turismo che funzioni senza una rinnovata attenzione al capitale umano e alle specificità territoriali. È ciò che ha insegnato il periodo pandemico e quanto ha registrato il recente studio “Percorsi per il settore turistico veronese. Una lente di ingrandimento sui territori della Destination Verona & Garda Foundation”, realizzato dalla Fondazione G. Toniolo della Diocesi di Verona in collaborazione con Veneto Lavoro.

Da una parte, a un turismo di massa concentrato sulle mete consolidate, si sono affiancate, negli ultimi anni, forme turistiche più consapevoli, di “nicchia” ma ricche di potenzialità. Dall’altra, i mutamenti nel mercato del lavoro e l’impatto anche esistenziale che il Covid ha avuto sui lavoratori richiede ora un salto di qualità nel concepire l’impiego e la valorizzazione delle professionalità. La carenza di personale è diventata infatti una criticità penalizzante.

«Le vere risorse del territorio sono ancora le persone che accettano di affrontare il rischio della realtà», spiega don Renzo Beghini, presidente della Fondazione Toniolo. Lo studio, cofinanziato dalla Camera di Commercio di Verona e presentato il 4 gennaio, prosegue – con un particolare focus sul capitale umano – un lavoro di ricerca e analisi dei dati relativo alle sei aree turistiche della provincia veronese.

A fianco dei due poli più attrattivi, la città e il lago di Garda, sono Lessinia, Valpolicella, Soave ed Est Veronese e Pianura dei Dogi a rappresentare delle potenzialità specifiche. Per questi altri quattro marchi d’area la sfida è quella di intercettare i flussi, incentivando un turismo più slow, locale, incentrato su tematismi particolari (come l’enoturismo, il cicloturismo o il turismo esperienziale). Un turismo spesso di prossimità, all’insegna della riscoperta del territorio, che ha guadagnato terreno negli anni della pandemia e delle restrizioni. Se l’attrattività nei territori dove il turismo non è il core business rimane limitata – spiega lo studio – molto è da imputare a trasporti e infrastrutture.

Sono Villafranca e Valpolicella le zone che maggiormente riescono a beneficiare delle presenze turistiche dei due grandi centri attrattori – città e lago –, proprio per la loro vicinanza. Mentre un patrimonio come quello della Lessinia stenta a decollare a causa della carenza nel sistema di trasporti a fini turistici. Su un altro punto critico dell’attrattività, relativa alla presenza di strutture ricettive adeguate (e adeguatamente “digitalizzate”), proprio in Lessinia negli ultimi anni si rileva invece un cambio di rotta, con gli investimenti in opere di ristrutturazione di varie malghe e rifugi.

Ma modelli di turismo più slow – come quello legato al vino in Valpolicella e nell’Est oppure alla gastronomia e all’agricoltura nella Bassa – possono anche essere di insegnamento per le zone dei grandi numeri (si parla di 10 milioni e 500mila presenze per il lago di Garda nel 2021 e un milione e mezzo per Verona città). Anche l’overtourism (il sovraffollamento) è un rischio da non sottovalutare, per i costi sociali che esso implica (lo svuotamento dei centri, dove gli affitti turistici fanno schizzare i prezzi) e per la promozione di soggiorni “mordi e fuggi” che penalizza commercianti e ristoratori.

C’è poi il tema sempre più imprescindibile della sostenibilità. «Sono due modelli di turismo diversi, che si integrano e si completano», spiega il vicepresidente della Camera di Commercio, Paolo Tosi. Se il turismo “mordi e fuggi” ha come controparte un lavoro fortemente precario e stagionale, caratterizzato anche da un’alta intensità e fatica, la pandemia sembra aver rappresentato uno spartiacque. “Gli impatti del Covid – evidenzia lo studio – non sono che la punta dell’iceberg di un insieme di fattori concorrenti e che hanno a che fare con i temi della valorizzazione delle professionalità, dell’attrattività del settore, dello scollamento tra mondo della formazione e mercato del lavoro, della necessità di migliorare il sistema di incontro domanda-offerta”.

Per un settore che negli ultimi 15 anni registra un bilancio complessivo di +7.700 lavoratori dipendenti e nel quale nel primo semestre 2022 si sono recuperati i numeri del pre-Covid (con un saldo, nel trimestre aprile-giugno, di +7.285 posizioni di lavoro), lavorare nel turismo deve diventare una scelta attrattiva per i giovani, non un ripiego o un “lavoretto”. Nonostante la grande maggioranza dei contratti rimangono a tempo determinato (82% nel 2021). «Ormai il turismo ha mille sfaccettature: qualsiasi tipo di formazione acquisita da un giovane può essere inserita nel settore turistico», sostiene Paolo Artelio, presidente della Destination Verona&Garda Foundation.

Attrattività, flessibilità, formazione e governance: questi sono gli elementi di quella “cassetta degli attrezzi” – come la definisce Francesca Nadalin, curatrice della ricerca – con cui costruire il turismo del futuro. La Dvg Foundation risponde all’ultima esigenza, quella di una governance unificata del sistema turistico. A fronte di esperienze virtuose di aggregazione, come La Strada del vino Valpolicella o Destinazione Lessinia, troppo spesso la frammentazione e la difficoltà a fare rete sono state un freno a uno sviluppo organico. Nata nel marzo 2022 in seno alla Camera di Commercio, la Fondazione mira a costituirsi sempre più come “cabina di regia” principale del territorio: ad oggi è partecipata da 64 Comuni della provincia scaligera, che rappresentano il 91% delle presenze turistiche dell’area.

Insegna dunque lo studio della Fondazione Toniolo – che verrà presentato e discusso pubblicamente in una serie di incontri sul territorio nel corso di gennaio – che, sebbene ogni area abbia il proprio passo, dettato da peculiarità del territorio e del sistema produttivo, solo una progettazione e una visione unitaria possono garantire uno sviluppo dell’attrattività dei singoli partner. Attrattività non solo verso chi decide di visitare il Veronese, ma anche verso chi nel settore turistico locale decide di lavorarci e investirci. 

Tutti i diritti riservati
Governare il “petrolio” scaligero per “estrarre” di più dal turismo
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento